| La finanza della regione siciliana è stata oggetto di una
indagine approfondita attraverso uno studio condotto dal
professor Brancasi dell'Università di Firenze, che si è
avvalso di un gruppo di lavoro misto Stato-regione. Detto
studio si è concluso nel marzo 1998 ed è stato trasmesso al
Ministro per gli affari regionali e al presidente della
regione in data 20 aprile 1998.
L'indagine ha riguardato somme di cui lo Stato e la
regione erano, a tutto il 1996, reciprocamente debitori e
creditori (taluni debiti e crediti risalivano al 1948) a causa
della mancata osservanza di specifiche disposizioni normative
disciplinanti i rapporti finanziari tra Stato e regione
siciliana. L'indagine ha riguardato, altresì, l'accertamento
della differenza tra i costi sostenuti dallo Stato per
l'esercizio di funzioni di competenza regionale non ancora
trasferite e le maggiori entrate che alla regione sarebbero
presuntivamente derivate dall'adeguamento della sua finanza
alle innovazioni introdotte dalla riforma tributaria.
Per quanto attiene strettamente al primo tipo di
quantificazione, riguardante gli oneri pregressi derivanti
dalla mancata osservanza di disposizioni normative, il gruppo
di lavoro è pervenuto alle seguenti conclusioni:
secondo i rappresentanti regionali la contabilizzazione
dei debiti/crediti si conclude con un credito della regione di
lire 2.948.605 milioni;
secondo i rappresentanti statali la contabilizzazione
dei debiti/crediti si conclude con un credito dello Stato di
lire 1.043.239 milioni;
secondo il coordinatore del gruppo di lavoro, professor
Brancasi, la contabilizzazione dei debiti/crediti si conclude
con un credito della regione di lire 507.918 milioni.
Attualmente dette poste, secondo quanto previsto
dall'articolo 28, comma 17, della legge 23 dicembre 1998, n.
448 (Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo
sviluppo), sono oggetto di verifica da parte delle
amministrazioni del tesoro e delle finanze che dovranno
provvedere alla definizione di detta situazione pregressa con
la predisposizione di uno schema normativo, che, acquisito il
parere della Commissione paritetica di cui all'articolo 43
dello statuto, sarà presentato dal Governo al Parlamento
affinché venga approvato entro il termine del 30 settembre del
corrente anno.
Sarà, ovviamente, lo stesso provvedimento legislativo a
disciplinare le modalità di liquidazione delle somme.
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