| La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.
Vito LECCESE, presidente e relatore, avverte che
le Commissioni bilancio, lavoro e politiche dell'Unione
europea hanno espresso parere favorevole e che la Commissione
agricoltura ha espresso parere contrario.
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Prima di svolgere la relazione, intende far presente che
il disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori
dell'Assemblea per la giornata di domani.
Illustrando il testo in oggetto, fa presente che l'Accordo
euromediterraneo si colloca nel più ampio contesto del
rafforzamento della politica mediterranea, avviato sulla base
degli orientamenti decisi dal Consiglio europeo svoltosi ad
Essen nel dicembre 1994 e dal consiglio Europeo di Cannes del
giugno 1995. Tale rafforzamento si concretizzerà nella
costituzione di un partenariato euromediterraneo, articolato
in una serie di accordi bilaterali di associazione tra la
Comunità europea e i suoi partners mediterranei, ispirati da
un medesimo modello.
Dopo aver ricordato gli Accordi del medesimo tipo
sottoposti alla ratifica parlamentare e quelli in corso di
negoziazione, sottolinea che l'Accordo in esame è inteso a
istituire un'Associazione tra le comunità europee e i loro
Stati membri, da una parte, e il Marocco, dall'altra,
sostituendo dunque l'Accordo di cooperazione e l'Accordo
relativo ai prodotti CECA, entrambi del 1976 e tuttora in
vigore. Esso disciplinerà le relazioni tra le Parti, per un
periodo illimitato, in base al principio della reciprocità e
secondo il criterio del partenariato. Dette relazioni saranno
inoltre fondate sul rispetto dei principi democratici e dei
diritti dell'uomo, qualificati come "elemento essenziale
dell'Accordo".
Passa quindi ad illustrare gli obiettivi perseguiti
dall'Accordo, e cioè: l'istituzione di un dialogo politico
regolare tra le Parti; la progressiva liberalizzazione degli
scambi di beni, servizi e capitali; il potenziamento delle
relazioni economiche e sociali tra le Parti per favorire lo
sviluppo e la prosperità del Marocco; l'incoraggiamento
all'integrazione intramagrebina e allo sviluppo degli scambi
regionali; la promozione della cooperazione in campo
economico, sociale, culturale e finanziario.
Il dialogo politico fra le Parti consentirà il confronto
delle rispettive posizioni e la regolare concertazione sulle
questioni internazionali di reciproco interesse, in vista
soprattutto del consolidamento della sicurezza, della
stabilità regionale e dell'elaborazione di iniziative
comuni.
Sul piano commerciale l'Accordo realizzerà
progressivamente una zona di libero scambio, nell'arco di un
periodo transitorio di non oltre dodici anni dalla sua entrata
in vigore, secondo modalità diverse a seconda dei prodotti
interessati ed in conformità alle norme dell'Accordo che
istituiscono l'Organizzazione mondiale del commercio.
La cooperazione economica, già instaurata nell'ambito del
vigente Accordo, verrà potenziata il più possibile, nello
spirito del Partenariato, in tutti i settori riguardanti le
relazioni tra le due Parti in vista della integrazione
intramagrebina e della progressiva armonizzazione economica
euromarocchina, ponendo comunque particolare attenzione alla
tutela ambientale.
In linea generale, la cooperazione economica interesserà i
seguenti settori: cooperazione regionale, scientifica, tecnica
e industriale, istruzione e formazione professionale, tutela
dell'ambiente, promozione e protezione degli investimenti,
servizi finanziari, agricoltura e pesca, trasporti,
telecomunicazioni, energia, turismo, lotta contro il
narcotraffico e il riciclaggio del denaro proveniente da
attività illecite.
La cooperazione sociale include anche l'instaurazione di
un dialogo sociale periodico, centrato soprattutto sui
problemi dell'immigrazione e sulle condizioni degli immigrati.
Verranno altresì istituite azioni e programmi di cooperazione
sociale relativi a qualsiasi argomento di reciproco interesse,
volti in particolare alla riduzione della pressione migratoria
e al reinserimento dei rimpatriati, nonché alla promozione del
ruolo della donna nel processo di sviluppo economico e
sociale.
La cooperazione investirà inoltre il campo culturale, al
fine di migliorare la reciproca conoscenza, assicurando
peraltro il reciproco rispetto delle differenti culture.
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Oltre alla realizzazione degli obiettivi fissati in
materia di cooperazione economica, sociale e culturale,
l'impiego delle risorse finanziarie disponibili riguarderà in
particolare l'ammodernamento dell'economia marocchina,
l'adeguamento delle infrastrutture economiche, gli
investimenti privati, nonché le ripercussioni della
liberalizzazione degli scambi sul tessuto socio-produttivo
locale.
L'Accordo istituisce, infine, un Consiglio e un Comitato
di associazione.
Il primo si riunisce a livello ministeriale almeno una
volta l'anno, ha il compito di esaminare le questioni
importanti inerenti l'Accordo e qualunque altro problema
bilaterale o unilaterale di reciproco interesse. Al Consiglio
è riconosciuto il potere di prendere decisioni vincolanti per
le Parti oppure di formulare adeguate raccomandazioni.
Dopo aver ricordato il lungo e contrastato iter al Senato,
nel corso del quale sono emersi problemi legati
all'esportazione dal Marocco di prodotti agricoli, evidenzia
che l'Accordo ha suscitato vivacissime polemiche anche in
talune aree geografiche dell'Italia, in particolare in Italia
meridionale. Si è infatti ritenuto erroneamente che le
disposizioni danneggino l'agricoltura delle regioni
mediterranee a vantaggio del settore industriale e
dell'agricoltura continentale.
Tiene poi a sottolineare un'altra questione delicata che
riguarda il Marocco e cioè quella relativa al processo di pace
tra tale paese e il Fronte polisario. Al riguardo, sarebbe
opportuno impegnare il Governo, eventualmente con un ordine
del giorno, ad assumere iniziative per consentire lo
svolgimento del referendum.
Dopo aver fatto presente che sarebbe opportuno per
l'Italia ratificare l'Accordo prima dell'inizio dei lavori
della Conferenza euromeditteranea di Stoccarda di metà aprile,
riterrebbe opportuno, alla luce del complesso dibattito svolto
al Senato, ascoltare le opinioni dei diversi gruppi.
Marco PEZZONI (DS-U) sottolinea la grande complessità e
delicatezza dei temi in discussione, che non possono essere
analizzati ed approfonditi in pochi minuti dalla
Commissione.
Dopo aver espresso perplessità su un eventuale
collegamento tra i problemi del popolo Saharaui e l'Accordo
euromediterraneo in esame, concorda sulla opportunità di
impegnare il Governo ad attivarsi affinché abbia luogo il
referendum entro la data del 31 dicembre 1999.
Infine, sull'ordine dei lavori, ritiene che la Commissione
non sia in grado di esaurire l'esame in sede referente nella
seduta odierna e che pertanto la Commissione non potrà
riferire domani in Assemblea.
Dario RIVOLTA (FI), concordando con il deputato
Pezzoni, è favorevole a non concludere nella giornata odierna
l'esame in sede referente.
Rino PISCITELLO (misto-D-U) sottolinea l'esigenza di
non concludere oggi l'esame del provvedimento, allo scopo di
consentire alla Commissione lo svolgimento di una discussione
reale ed approfondita. A tal fine, dovrebbe chiedersi il
rinvio dell'esame in Assemblea almeno di una settimana.
Vito LECCESE, presidente e relatore, invita la
Commissione a considerare il significato politico della
mancata conclusione dell'esame di un provvedimento iscritto
nel calendario dei lavori dell'Assemblea. Poiché la
Commissione ha il dovere istituzionale di concludere l'esame
in sede referente tenendo presente la programmazione
dell'Assemblea, propone di esaminare il disegno di legge, sul
quale sono pervenuti i pareri delle Commissioni, e di votare
il mandato al relatore. Nella seduta di domani si potrà sempre
chiedere di non chiudere la discussione generale ed
eventualmente chiedere il rinvio in Commissione.
Marco PEZZONI (DS-U) insiste nella sua richiesta di non
concludere l'esame in Commissione.
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Marco ZACCHERA (AN) osserva che dai lavori del Senato
emerge una grande confusione e l'esistenza di posizioni
contraddittorie come dimostra il fatto che sono stati
approvati ordini del giorno di impostazione diametralmente
opposta l'uno dall'altro.
Non comprende perché un provvedimento così complesso sia
stato calendarizzato in Assemblea con tanta urgenza.
Dario RIVOLTA (FI) in generale ritiene che la
Commissione esteri sia vittima di un atteggiamento
ostruzionistico da parte della Presidenza della Camera che
tende a negare a priori la possibilità che i membri della
Commissione stessa svolgano le loro funzioni anche attraverso
le missioni all'estero: ciò quando anche oggi risultano 49
deputati assenti per missione. A questo atteggiamento
ostruzionistico si aggiunge oggi un evidente atto di
prepotenza formale poiché non ritiene che il disegno di legge
in esame sia così urgente e, a quanto gli risulta, nessun
Presidente di Gruppo, quanto meno del Polo, ha sollecitato
l'iscrizione del disegno di legge all'ordine del giorno
dell'Assemblea. Pertanto giudica tali metodi e atteggiamenti
inaccettabili.
Fabio CALZAVARA (LNIP), a nome del suo gruppo, chiede
di non proseguire l'esame del disegno di legge, poiché non vi
sono le condizioni per i necessari approfondimenti.
Rino PISCITELLO (misto-D-U) non condivide la proposta
del Presidente e relatore di concludere l'esame in sede
referente ed eventualmente chiedere, in Assemblea, il rinvio
in Commissione, poiché tale rinvio presuppone un voto e quindi
non garantisce che la Commissione sia effettivamente messa
nelle condizioni di proseguire l'esame.
Adria BARTOLICH (DS-U) propone di prendere contatti con
la Presidenza della Camera per sottoporgli l'esigenza emersa
in Commissione di rinviare l'inizio dell'esame in
Assemblea.
Il sottosegretario Umberto RANIERI tiene a precisare
che non esistono certo ultimatum da parte del Marocco,
un paese amico, nei confronti del nostro paese. Quello che è
certo è che l'Italia dovrà senza dubbio ratificare l'Accordo
in esame. L'Italia è l'unico paese a non averlo ancora
fatto.
Dopo aver fatto presente che la discussione al Senato è
stata impegnativa ed importante e che pertanto il dibattito
che si affronta oggi alla Camera non è privo di significativi
elementi di riferimento, che in queste settimane il negoziato
agricolo nel quadro dell'Agenda 2000 si è concluso
positivamente per l'Italia, auspica che la Commissione
convenga in ogni caso su un percorso tale da consentire il
dovuto approfondimento senza impedire e ritardare
ulteriormente l'approvazione del disegno di legge; è infatti
necessario e giusto che l'Italia ratifichi l'Accordo prima
della Conferenza di Stoccarda prevista per la metà di
aprile.
Vito LECCESE, presidente e relatore, alla luce
del dibattito svolto, ritiene che non vi siano le condizioni
per poter mettere in votazione il mandato a riferire
favorevolmente in Assemblea. Pertanto riferirà al Presidente
Occhetto l'esito del dibattito odierno e nella seduta di
domani dell'Assemblea chiederà di consentire alla Commissione
di proseguire l'esame del provvedimento in sede referente.
Rinvia, infine, il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.40.
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