| Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che
il 10 marzo scorso si è svolta l'audizione del dottor Vichi,
responsabile del progetto dell'impianto di Scarlino per la
società Ambiente. Poiché è stata fornita risposta soltanto ad
una parte delle domande in quella sede formulate, chiede
all'ingegner Amidei quale sia l'assetto attuale dell'area
industriale, dopo l'acquisizione da parte dell'ENI dei vecchi
impianti, quali siano gli impianti gestiti da Enirisorse,
quali quelli gestiti dall'ENI e quali dalla società Nuova
Solmine.
Per quanto riguarda le problematiche sul tappeto, osserva
che desta preoccupazione la contaminazione del territorio
delle colline metallifere nell'area di Scarlino-Empoli:
infatti, le colline già "sfruttate" da Montedison e poi
dall'ENI hanno comportato la produzione di notevoli quantità
di rifiuti tossico-nocivi, con la presenza, tra l'altro, di
piombo, arsenico, cadmio e mercurio, nonché di 24 discariche
abusive che hanno contaminato le falde idriche per la presenza
dei metalli in precedenza citati.
Inoltre, lo stato di completo abbandono delle miniere ha
causato un forte dissesto idrogeologico con smottamenti
soprattutto nella zona di Niccioleta: appare quindi che la
scarsa riconversione alle nuove tecnologie dell'attuale
sistema industriale determina conseguenze preoccupanti, anche
in riferimento alle perdite di acido solforico dall'impianto
della Nuova Solmine,
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oggetto di indagini della magistratura per aver causato
pericolose contaminazioni del suolo, delle falde idriche e
delle acque marine.
Si pongono così urgenti problemi di bonifica del
territorio, ai quali deve essere data una risposta
sollecita.
Il presidente di Enirisorse, Graziano AMIDEI, precisa che,
dopo la cessione della Nuova Solmine avvenuta nel 1997,
Enirisorse è presente nell'area delle colline metallifere del
Grossetano con la consociata Mineraria Campiano, che è dotata
dei mezzi tecnici e finanziari per effettuare le operazioni di
messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti
dismessi.
Ricordato che le miniere di pirite sono state utilizzate
fino agli inizi degli anni novanta, fa presente che nel 1992
l'impianto di Scarlino è stato ristrutturato e che le miniere
sono state chiuse, ultima in ordine di tempo quella di
Campiano, fermata definitivamente nel 1994.
Con la cessazione dell'attività mineraria, si è posto il
problema della messa in sicurezza dei siti, ancora in regime
di concessione e quindi sotto il controllo del Ministero
dell'industria, nonché quello del loro risanamento ambientale
e recupero. Il problema appare assai complesso a causa
dell'estensione delle aree interessate, delle attività
minerarie protrattesi per un periodo pluridecennale e della
difficoltà di definire compiutamente le competenze degli
organismi pubblici riguardanti la messa in sicurezza e quelle
riguardanti la bonifica.
Sottolinea che solo nel settembre 1997, con
l'individuazione da parte dell'Agenzia regionale toscana per
la protezione dell'ambiente dei siti da bonificare e delle
linee guida da seguire, si è potuto procedere all'elaborazione
dei progetti per tutti i siti gestiti dalla Mineraria
Campiano: sono stati predisposti 21 progetti, di cui 4 sono
stati definitivamente approvati e 17 permangono allo stato
preliminare. A ciò si deve aggiungere che solo pochi giorni fa
è stata concessa l'autorizzazione alla demolizione
dell'impianto di frantumazione della pirite di Scarlino in
un'area di proprietà della Nuova Solmine, oggetto di un
progetto di bonifica ambientale in corso di approvazione.
Afferma che la Mineraria Campiano è particolarmente
interessata a portare avanti, con la massima celerità
possibile, gli interventi di bonifica ambientale, ritenendo
che un'azione coordinata e puntuale degli organismi
interessati consentirebbe di conseguire uno snellimento delle
procedure, una rapida attuazione degli interventi ed un
recupero delle aree interessate.
Svolge successivamente alcune osservazioni tecniche sul
tema delle bonifiche dei siti contaminati e ricorda le
attività industriali promosse da Enirisorse, per circa 400
posti di lavoro, nella zona di Scarlino.
Conclude rilevando la necessità di un'accelerazione delle
procedure per la verifica dei progetti e dei preprogetti
presentati da Enirisorse, poiché i ritardi hanno un costo e
non possono essere ulteriormente tollerati.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, chiede se
nella Nuova Solmine vi sia in qualche modo una partecipazione
dell'ENI.
L'ingegner Graziano AMIDEI risponde negativamente.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, svolge
diffuse considerazioni sulla presenza del mercurio nei rifiuti
tossico-nocivi, sottolineando che gli aspetti squisitamente
tecnici debbono essere valutati con la massima attenzione in
sede di predisposizione dei progetti di bonifica.
Chiede le ragioni del ricorso al test di cessione IRSA-CNR
con anidride carbonica, assai blando, e non a quello con acido
acetico, più pertinente ed adeguato alle condizioni ambientali
ed applicative, soprattutto in una zona industriale con
presenza di piogge acide.
Il funzionario dell'ARPAT provinciale di Grosseto, Silvano
GIANNERINI, fa presente innanzitutto che nella piana del
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Casone esistono attualmente le aziende di grandi dimensioni
Ambiente, Tioxide Europe e SOLMAR, oltre ad altre di recente
attivazione, di dimensioni inferiori, quali la MarZinc e la
Dayco.
Osserva che le problematiche ambientali più importanti
sono legate, in gran parte, alla produzione di acido solforico
a partire dalla pirite ed a quella di biossido di titanio a
partire dalle scorie titanifere; inoltre, l'arrostimento delle
piriti per ottenere l'acido solforico ha provocato la
produzione di notevolissime quantità di ceneri e di altri
residui, determinando quindi la presenza di rifiuti tossici
per il loro contenuto in arsenico e per la capacità di cedere
piombo. Si ha poi la produzione di biossido di titanio e di
anidride carbonica, che viene compressa e venduta per usi
alimentari.
Si sofferma assai diffusamente su diverse problematiche
tecniche attinenti all'attività dell'ARPAT, in particolare sui
controlli relativi all'impianto di cogenerazione di Scarlino
ed all'ex impianto di pellettizzazione; si sofferma anche
sulla bonifica dell'area industriale della Nuova Solmine e
sull'impianto di frantumazione delle piriti, nonché sulle
discariche della società Tioxide, dove sono stati stoccati in
passato i gessi chimici derivanti dalla neutralizzazione degli
effluenti forti e deboli con la marmettola, derivante dalla
lavorazione del marmo di Massa Carrara.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, premesso che
esiste una differenza sostanziale fra i programmi di messa in
sicurezza e quelli di bonifica, chiede di conoscere le
caratteristiche dei progetti per l'avvio delle bonifiche delle
aree contaminate.
Il dottor Silvano GIANNERINI risponde ampiamente,
precisando che sono state approfondite le indagini per
verificare la presenza generalizzata dell'arsenico nelle zone
interne ed esterne agli impianti industriali.
Il liquidatore della società Mineraria Campiano,
Alessandro CIANCIO, fornisce dati tecnici approfonditi
riguardo a quanto in precedenza affermato dall'ingegner Amidei
sulla predisposizione dei progetti di bonifica ed esprime
osservazioni sui ritardi verificatisi finora da parte degli
enti locali, auspicando l'approvazione il più possibile
sollecita dei progetti presentati.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, chiede
delucidazioni su alcuni profili attuativi della normativa
riguardante la titolarità delle azioni di bonifica.
Il vicepresidente della società Mining Italiana, Massimo
GUARASCIO, si sofferma in particolare sulla normativa,
contenuta nel "decreto Ronchi" e nelle direttive europee,
concernente la bonifica dei siti contaminati, fornendo altresì
valutazioni tecniche sui progetti presentati.
L'ingegner Graziano AMIDEI valuta opportuno richiedere ai
rappresentanti della Nuova Solmine di mettere a disposizione
della Commissione le informazioni connesse alla messa in
sicurezza degli impianti dismessi. Ribadisce la necessità di
un avvio sollecito della bonifica delle aree interessate,
anche perché Enirisorse dispone di tutti i mezzi e del
personale necessari ad una soluzione definitiva del
problema.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ricorda che,
in un recente incontro con esponenti politici e comitati
cittadini della provincia di Grosseto, è emersa la
preoccupazione che la presenza del cogeneratore di Scarlino
possa alterare l'equilibrio ambientale complessivo, incidendo
in modo preoccupante sui livelli di inquinamento.
Chiede quale sia in materia l'orientamento di Enirisorse e
se si intendano privilegiare in ogni caso le soluzioni che
prevedono un minore impatto ambientale.
L'ingegner Graziano AMIDEI risponde dettagliatamente,
facendo presente che la società Ambiente ha disposto
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gli investimenti e definito la documentazione necessaria per
l'avvio del cogeneratore del Casone, rispettando puntualmente
le prescrizioni normative. Non si può dire lo stesso, invece,
per quanto riguarda l'impianto di incenerimento di
Valpiana.
Il deputato Massimo SCALIA, presidente, ringrazia
gli intervenuti e li congeda, invitandoli a far pervenire ogni
altra documentazione che sarà prodotta in materia.
La seduta termina alle 15.
N.B.: Il resoconto stenografico è pubblicato in un
fascicolo a parte.
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