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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435051
STA0507-0008
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.8 (che inizia a pag.2 dello stampato)
...(Discussione - Doc. IV-quater, n. 64)
...(Discussione - Doc. IV-quater, n. 64)
...Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione
FILIPPO BERSELLI, Vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
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    FILIPPO BERSELLI,  Vicepresidente della Giunta per le
  autorizzazioni a procedere in giudizio.  Signor Presidente,
  onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di
  deliberazione in materia di insindacabilità avanzata
  dall'onorevole Domenico Gramazio, con riferimento ad un
  procedimento civile pendente nei suoi confronti presso il
  Tribunale di Roma.
     L'atto di citazione si riferisce, in particolare, ad
  alcune affermazioni asseritamente diffamatorie proferite dal
  deputato Domenico Gramazio nei confronti del dottor Franco
  Tatò, amministratore delegato dell'ENEL.  Per inquadrare
  adeguatamente il caso, occorre riferire preliminarmente gli
  antefatti.
     In data 10 novembre l'onorevole Gramazio presentava agli
  uffici della Camera dei deputati una interrogazione a risposta
  scritta rivolta al ministro delle comunicazioni e a quello del
  tesoro, nella quale si richiedeva se rispondesse a verità, tra
  l'altro, che la compagna dell'amministratore delegato
  dell'ENEL "consulente, tra l'altro, dell'ENEL, fino allo
  scorso anno datore di lavoro del dottor Celli", risultasse
  dipendente, collaboratrice o consulente o intrattenesse
  comunque rapporti di lavoro con una società commerciale che ha
  lo stesso nome di un programma prodotto dalla terza rete RAI
  (e che probabilmente è interessata alla realizzazione del
  medesimo).  Nella suddetta interrogazione si faceva altresì
  menzione di altri asseriti favoritismi, da ricondursi alla
  medesima società commerciale (e, mediatamente, sempre secondo
  la prospettazione dell'interrogante, alla direzione generale
  della RAI) e, conclusivamente, si chiedeva "quali iniziative i
  ministri interrogati intendano prendere per garantire
  trasparenza al servizio pubblico radiotelevisivo e per evitare
  che in futuro si verifichino situazioni di questo tipo che
  gettano discredito (...) sulla conduzione della TV di
  Stato".
     Il giorno dopo l'onorevole Gramazio divulgava il seguente
  comunicato stampa, dal titolo: "Dalla RAI targata Ulivo
  consulenze e collaborazioni ai familiari dei consiglieri
  d'amministrazione", nel quale erano contenute, tra le altre,
  le seguenti affermazioni: "Consulenze ai familiari, concubine
  e amici.  Questa è la RAI dell'Ulivo" dichiara l'onorevole
  Gramazio, che oggi ha presentato due interrogazioni sulla RAI.
  Al centro del nuovo scandalo, che starebbe per abbattersi su
  viale Mazzini, due società di cui sarebbero dipendenti o socie
  (...) l'attuale compagna dell'amministratore delegato
  dell'ENEL, Franco Tatò (...).  Ecco la RAI dell'Ulivo, sempre
  pronta a gratificare - denuncia Gramazio - parenti ed amici.
  Dell'Ulivo, s'intende".
     Con riferimento al caso di specie, la Giunta si è occupata
  della questione nella seduta del 24 febbraio 1999, ascoltando
  altresì, come è prassi, il deputato Gramazio.  Egli ha riferito
  che l'interrogazione in questione non è stata accettata dalla
  Presidenza della Camera in quanto la materia sulla quale essa
  verteva esulava da quelle affidate alla competenza ed alla
  connessa responsabilità propria del Governo nei confronti del
  Parlamento, ai sensi dell'articolo 139- bis  del
  regolamento della Camera.
     Nel corso della discussione presso la Giunta, congiunta a
  quella relativa al procedimento di cui al Doc.
  VI- quater,  n. 63, che trae origine dai medesimi fatti -
  peraltro già esaminato dalla Camera - si è dunque posta la
  questione se la divulgazione all'esterno del contenuto di
  un'interrogazione dichiarata non ammissibile (in aggiunta ad
  ulteriori commenti da parte del deputato interessato) possa
  considerarsi un'attività divulgativa connessa all'esercizio di
  funzioni parlamentari.  Tale quesito è stato risolto, nel corso
  della discussione, in senso sostanzialmente negativo, dal
  momento che l'opposta soluzione svuoterebbe di significato il
  vaglio di ammissibilità previsto dal citato articolo
  139- bis  del regolamento.  Ciò nondimeno la Giunta ha
  ritenuto che le espressioni adoperate dal collega Gramazio
  sono da ritenersi comunque insindacabili ai sensi
  dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.  Ciò non
  tanto per il fatto che siano divulgative di un'interrogazione,
  ma per il fatto stesso che siffatte affermazioni
 
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  costituiscono - come ormai è stato da tempo affermato nella
  "giurisprudenza" della Camera sull'insindacabilità delle
  opinioni espresse dai parlamentari - esse stesse,
  indipendentemente dalla pregressa presentazione di un atto
  ispettivo, un'attività di critica, di ispezione e di denuncia
  che di per sé può ricomprendersi tra quelle proprie del
  parlamentare.  Del resto, la motivazione per la quale
  l'interrogazione presentata dal collega Gramazio non è stata
  considerata ammissibile attiene non al contenuto della
  medesima (sotto il profilo, che pure è rilevante, ai sensi
  dell'articolo 139- bis  del regolamento, della tutela
  della sfera personale e dell'onorabilità dei singoli o
  comunque del carattere sconveniente delle espressioni usate)
  ma piuttosto alla mera circostanza "tecnica" che la RAI non è
  considerata un'azienda in relazione alla quale può essere
  impegnata la responsabilità del Governo dinanzi al Parlamento.
  Orbene, se ciò è vero (e anche tale affermazione appare
  certamente discutibile), non può certamente negarsi che il
  controllo sulla RAI e sulla sua corretta gestione costituisca
  uno dei più importanti compiti propri del Parlamento e,
  all'interno di esso, di ciascun parlamentare.  Non a caso,
  infatti, nell'ambito delle due Camere è stato istituito un
  apposito organo di vigilanza bicamerale che ha per oggetto
  proprio la gestione del servizio pubblico radio-televisivo.
     Nel merito, la Giunta, pur valutando con attenzione il
  fatto che le affermazioni del collega Gramazio costituiscono
  una offesa particolarmente grave, ha ritenuto tuttavia
  prevalente la considerazione del fatto che le dichiarazioni
  del collega si inseriscono in un contesto prettamente politico
  ed hanno per contenuto notizie e valutazioni di preminente
  interesse politico.
     E' appena il caso di sottolineare, infatti, che compito
  della Giunta non è quello di soffermarsi sulla sussistenza o
  meno dell'ipotesi di reato, ma piuttosto quello di verificare
  la possibilità che determinati fatti, che di per sé
  costituirebbero reato, vengano scriminati dalla natura
  politico-parlamentare delle affermazioni rese, ai sensi
  dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
     Per questi motivi la Giunta, a maggioranza, ha deliberato
  di riferire all'Assemblea nel senso che i fatti per i quali è
  in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un
  membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
 
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