| FRANCO FRATTINI. Presidente, ho ascoltato sia le parole
del relatore sia quelle del Governo; non essendo abituato ad
esprimermi in termini polemici, questa volta, debbo però dire
che sono rimasto molto deluso dalle reazioni che la
presentazione del mio emendamento ha provocato.
Dico questo perché ricordo che non solo il Governo D'Alema
si è impegnato ad istituire un ruolo speciale direttivo della
Polizia di Stato, secondo quanto ha appena detto il
sottosegretario che si è dichiarato disponibile ad impegnarsi.
Tanto il Governo presieduto dal Presidente Prodi quanto quello
presieduto dal Presidente Dini, infatti, avevano assunto,
dinanzi a questa Camera, l'impegno di rimodulare gli
ordinamenti delle forze di polizia per assicurare alle
categorie, che dall'inizio degli anni novanta attendono un
riordino del ruolo cosiddetto direttivo attraverso un ruolo
speciale, di ottenere finalmente quella omologazione e
omogeneizzazione tra tutte le forze di polizia che era negli
impegni di una delega del 1992, solo in parte attuata, nel
1995, ovviamente sempre per ragioni di ordine finanziario.
E' vero che oggi al Senato è pendente un provvedimento in
materia, ma è altrettanto vero e particolarmente sintomatico
che parte del Governo, ossia il Ministero della giustizia,
comprendendo bene - come tutti i colleghi sanno - che questo è
un "veicolo" rapido, abbia inserito qui e solo qui le
disposizioni concernenti il ruolo direttivo speciale per la
polizia penitenziaria, che pure ne ha diritto. E il Governo
molto curiosamente dice che per le altre forze di polizia, che
da ancora più tempo attendono l'equiparazione, provvederà il
Senato. Segue, logicamente, la domanda: perché il ministro
dell'interno non propone qui l'emendamento di accorpamento
delle due questioni, essendo questo il provvedimento che
ragionevolmente andrà in porto per primo?
Ecco, allora, la mia perplessità e la mia forte sfiducia
dinanzi alla possibilità che davvero il Governo mantenga gli
impegni così come non li hanno mantenuti gli ultimi due
Governi, e lo dico con grande dispiacere, perché nel Governo
Dini c'ero anch'io e quell'impegno lo avevamo preso
insieme.
Oggi sono costretto a ritirare il mio emendamento perché
la maggioranza di cui fa parte anche il ministro dell'interno
non ha avuto, purtroppo, il coraggio di dire in quest'aula che
la difesa del ruolo direttivo speciale della Polizia di Stato
spettava anzitutto al Governo del paese e, quindi, a chi lo
rappresenta in quest'aula.
Sono costretto a ritirare il mio emendamento 16.1 - lo
ripeto - perché altrimenti non avrei neanche la possibilità di
trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Segnalo,
però, la questione ai colleghi e ai rappresentanti del
Ministero dell'interno perché si tratta di un provvedimento
che porterà, ancora una volta, la delusione in quelle
categorie delle forze di polizia che aspettavano e aspettano
un riconoscimento alla loro pretesa. Invece, si sentono dire
oggi che un'altra di quelle categorie tradizionalmente
equiparate passa avanti nella realizzazione di questo
obiettivo, mentre le altre restano e resteranno - temo -
inesorabilmente indietro.
Presenterò, ovviamente, un ordine del giorno perché mi
aspetto che il Governo non solo si adoperi, come è stato
fatto, con la consueta e inevitabile generalità e
generalizzazione di questi impegni, ma anche si attivi
affinché questo provvedimento diventi una sua priorità al
Senato.
Il riordino delle forze di polizia andrà a rilento,
colleghi, e spero che il Governo vorrà, se occorrerà,
estrapolare questa limitata problematica per dare anche alla
Polizia di Stato e al corpo della Guardia di finanza il
riconoscimento che hanno diritto di ottenere.
Ritiro, quindi, il mio emendamento 16.1 secondo quanto
richiesto dal relatore.
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