| TIZIANA PARENTI. Signor Presidente, avevamo paventato, ma
speravamo di non arrivare a questo punto, che ci sarebbe stato
un intervento dopo un primo vago "contatto" - tra virgolette -
con i vari partiti e con i vari parlamentari. Vi era anche -
ma questo era po' extra ordinem - la possibilità
addirittura di una occupazione dell'aula del Consiglio
superiore della Magistratura da parte del personale dello
stesso.
Il Vicepresidente del Consiglio superiore ha dovuto
addirittura far sgombrare l'aula per parlare del problema!
Noi abbiamo lavorato con molta attenzione secondo i
criteri costituzionali che vogliono che valgano per tutti i
principi della trasparenza, della corretta amministrazione e
della funzionalità.
Già sul metodo, occorre dire che questo pacchetto -
ritengo di componenti il Consiglio superiore - è stato portato
in Commissione senza che la stessa potesse esaminarlo con la
dovuta attenzione. Infatti, abbiamo potuto esaminarlo solo
all'ultimo e grazie anche al contributo dei sottosegretari
Macciotta e Li Calzi che hanno prestato una fattiva
collaborazione. Esso è stato immediatamente ritirato perché
addirittura si riproponeva la questione dei segretari come
magistrati mentre noi sappiamo che il grande problema è
rappresentato dalla mancanza di magistrati nei ruoli organici.
Tale testo è stato riproposto, ancora più sottobanco, per
imporcelo senza che avessimo neppure la possibilità di
svolgere un'analisi ed un esame approfonditi.
Ciononostante, noi abbiamo lavorato rispettando i principi
costituzionali e la sentenza della Corte costituzionale n. 1
del 1999 che ha ritenuto costituzionalmente illegittimi i
concorsi riservati, salvo il caso di una piccola quota che
garantisca una particolare professionalità e specializzazione.
Il Vicepresidente Verde avrebbe fatto molto bene a leggersi
questa sentenza prima di assumere una presa di posizione del
tutto inopportuna.
E' noto che in questi organismi si è proceduto ad
assunzioni per cooptazione e nel momento in cui si afferma che
non sono funzionali, che non sono efficienti, probabilmente è
proprio perché mancano i criteri di trasparenza e di
efficienza cui ogni pubblica amministrazione si deve attenere
e dei quali la cooptazione costituisce l'assoluto
contrario.
Noi abbiamo cercato di riportare il tutto nei limiti
dell'ambito costituzionale, ovvero sia di prevedere, come
norma a regime, che i concorsi devono essere pubblici, per
dare la possibilità a tutti coloro che hanno meriti e
professionalità di entrare a far parte di quell'organismo,
prevedendo solo in fase di prima applicazione, secondo quanto
stabilito anche dalla Corte Costituzionale, la possibilità di
una piccola aliquota riservata agli interni.
Se vi è questa sollevazione da parte di un organo di
rilevanza costituzionale, tale da indurre il Vicepresidente a
chiedere al Presidente del Consiglio superiore della
magistratura di intervenire sul Parlamento, credo che siamo
arrivati al massimo del conflitto istituzionale. Qui non si
tratta di principi che possono essere più o
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meno condivisi. Qui si tratta di un organismo pletorico, che
ha assunto e assume personale secondo criteri con ogni
probabilità clientelari (e quello che sta succedendo lo
dimostra), in quanto presenta una quantità di personale
assolutamente inadeguata al ruolo, se pensiamo ai 44 autisti e
ai 31 uscieri, che non credo servano a far funzionare meglio
un organismo di tanta delicatezza.
Credo davvero che il Parlamento, non per autodifesa o
autolegittimazione, ma per ricondurre tutto nei propri confini
e limiti costituzionali, debba prendere una posizione, al di
là del merito degli stessi emendamenti. Noi non possiamo, ogni
volta che interveniamo sull'organismo giudiziario, essere
costretti né ad elaborare provvedimenti legislativi secondo
intendimenti di terzi né a subire questo tipo di veti né
possiamo avere il fiato sul collo, come sempre si è
verificato.
Questa vicenda, colleghi, fa riflettere sul perché sia
morta la bicamerale: la bicamerale è morta per questo tipo di
conflitti istituzionali, per questo tipo di scorrettezza di
comportamenti.
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