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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435247
STA0507-0204
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.204 (che inizia a pag.35 dello stampato)
...Sull'ordine dei lavori (ore 12,30).
TIZIANA PARENTI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 12,40)
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
    TIZIANA PARENTI.  Signor Presidente, avevamo paventato, ma
  speravamo di non arrivare a questo punto, che ci sarebbe stato
  un intervento dopo un primo vago "contatto" - tra virgolette -
  con i vari partiti e con i vari parlamentari.  Vi era anche -
  ma questo era po'  extra ordinem  - la possibilità
  addirittura di una occupazione dell'aula del Consiglio
  superiore della Magistratura da parte del personale dello
  stesso.
     Il Vicepresidente del Consiglio superiore ha dovuto
  addirittura far sgombrare l'aula per parlare del problema!
     Noi abbiamo lavorato con molta attenzione secondo i
  criteri costituzionali che vogliono che valgano per tutti i
  principi della trasparenza, della corretta amministrazione e
  della funzionalità.
     Già sul metodo, occorre dire che questo pacchetto -
  ritengo di componenti il Consiglio superiore - è stato portato
  in Commissione senza che la stessa potesse esaminarlo con la
  dovuta attenzione.  Infatti, abbiamo potuto esaminarlo solo
  all'ultimo e grazie anche al contributo dei sottosegretari
  Macciotta e Li Calzi che hanno prestato una fattiva
  collaborazione.  Esso è stato immediatamente ritirato perché
  addirittura si riproponeva la questione dei segretari come
  magistrati mentre noi sappiamo che il grande problema è
  rappresentato dalla mancanza di magistrati nei ruoli organici.
  Tale testo è stato riproposto, ancora più sottobanco, per
  imporcelo senza che avessimo neppure la possibilità di
  svolgere un'analisi ed un esame approfonditi.
     Ciononostante, noi abbiamo lavorato rispettando i principi
  costituzionali e la sentenza della Corte costituzionale n. 1
  del 1999 che ha ritenuto costituzionalmente illegittimi i
  concorsi riservati, salvo il caso di una piccola quota che
  garantisca una particolare professionalità e specializzazione.
  Il Vicepresidente Verde avrebbe fatto molto bene a leggersi
  questa sentenza prima di assumere una presa di posizione del
  tutto inopportuna.
     E' noto che in questi organismi si è proceduto ad
  assunzioni per cooptazione e nel momento in cui si afferma che
  non sono funzionali, che non sono efficienti, probabilmente è
  proprio perché mancano i criteri di trasparenza e di
  efficienza cui ogni pubblica amministrazione si deve attenere
  e dei quali la cooptazione costituisce l'assoluto
  contrario.
     Noi abbiamo cercato di riportare il tutto nei limiti
  dell'ambito costituzionale, ovvero sia di prevedere, come
  norma a regime, che i concorsi devono essere pubblici, per
  dare la possibilità a tutti coloro che hanno meriti e
  professionalità di entrare a far parte di quell'organismo,
  prevedendo solo in fase di prima applicazione, secondo quanto
  stabilito anche dalla Corte Costituzionale, la possibilità di
  una piccola aliquota riservata agli interni.
     Se vi è questa sollevazione da parte di un organo di
  rilevanza costituzionale, tale da indurre il Vicepresidente a
  chiedere al Presidente del Consiglio superiore della
  magistratura di intervenire sul Parlamento, credo che siamo
  arrivati al massimo del conflitto istituzionale.  Qui non si
  tratta di principi che possono essere più o
 
                              Pag. 36
 
  meno condivisi.  Qui si tratta di un organismo pletorico, che
  ha assunto e assume personale secondo criteri con ogni
  probabilità clientelari (e quello che sta succedendo lo
  dimostra), in quanto presenta una quantità di personale
  assolutamente inadeguata al ruolo, se pensiamo ai 44 autisti e
  ai 31 uscieri, che non credo servano a far funzionare meglio
  un organismo di tanta delicatezza.
     Credo davvero che il Parlamento, non per autodifesa o
  autolegittimazione, ma per ricondurre tutto nei propri confini
  e limiti costituzionali, debba prendere una posizione, al di
  là del merito degli stessi emendamenti.  Noi non possiamo, ogni
  volta che interveniamo sull'organismo giudiziario, essere
  costretti né ad elaborare provvedimenti legislativi secondo
  intendimenti di terzi né a subire questo tipo di veti né
  possiamo avere il fiato sul collo, come sempre si è
  verificato.
     Questa vicenda, colleghi, fa riflettere sul perché sia
  morta la bicamerale: la bicamerale è morta per questo tipo di
  conflitti istituzionali, per questo tipo di scorrettezza di
  comportamenti.
 
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