| VINCENZO CERULLI IRELLI. Signor Presidente, desidero
fornire qualche chiarimento come relatore del provvedimento
che abbiamo discusso sino a poco fa. Si tratta di un complesso
di disposizioni che non erano contenute nell'originario
disegno di legge e che il Governo ha presentato
successivamente con l'intento dichiarato di mettere mano ad
una antica questione: dare ad un organo di rilevanza
costituzionale il suo personale dipendente. Fino ad oggi il
Consiglio superiore della magistratura ha utilizzato personale
di ruolo del Ministero di grazia e giustizia. In Commissione,
da parte di autorevoli colleghi di più parti politiche, è
stato
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sollevato il problema se questo provvedimento fosse lo
strumento opportuno per inserire tale normativa. Sul punto si
è avviato un dibattito approfondito e partecipato, anche con
il Governo, a seguito del quale si è ritenuto di accogliere la
richiesta del Governo di utilizzare questo testo anche per
risolvere il problema del personale del Consiglio superiore
della magistratura e ci si è messi a lavorare, in
collaborazione con tutte le parti politiche, maggioranza ed
opposizione, e il Governo. Si è arrivati, a mio avviso, ad un
risultato positivo, che oggi ci onoriamo di sottoporre
all'attenzione dell'Assemblea.
Qual è il problema, Presidente? Trattandosi
dell'istituzione di un nuovo ruolo, ad esso si devono
applicare le norme di carattere generale che reggono
l'ordinamento e queste ultime dicono che ad un ruolo si accede
per concorso e che il concorso, almeno in via di principio, è
libero e aperto a tutti.
Recenti pronunce della Corte costituzionale hanno
sanzionato la previsione legislativa circa concorsi riservati,
tuttavia noi abbiamo tenuto conto del fatto che presso il
Consiglio superiore della magistratura già prestano il proprio
lavoro dipendenti del Ministero di grazia e giustizia. Abbiamo
consentito, pertanto, con un grosso sforzo della Commissione
ed anche qualche passo indietro di molti colleghi, a portare
al 50 per cento la quota riservata al personale che già presta
la propria opera presso il CSM. Badate bene, si tratta di un
tetto molto alto e forse non facilmente sostenibile davanti
alla Corte costituzionale. Il resto del personale torna al
proprio posto, cioè al Ministero di grazia e giustizia; non
viene sacrificato, ma svolge le mansioni per le quali ha vinto
il concorso.
Il nostro lavoro, quindi, credo sia stato limpido e chiaro
e ispirato all'intento di venire incontro proprio alle
esigenze concrete del Consiglio superiore della
magistratura.
Alla luce di ciò, sono certo che le dichiarazioni del
Vicepresidente Verde, al quale rivolgiamo tutta la nostra
stima, oltre che amicizia, non corrispondano a verità, perché
sicuramente l'intento della Commissione ed anche del Governo è
proprio quello - come ho detto - di andare incontro alle
esigenze del Consiglio superiore della magistratura e quindi
alle stesse che il Vicepresidente Verde vorrà condividere.
E' chiaro che ogni interferenza sul lavoro del Parlamento
non potrà essere tollerata, come del resto il Presidente della
Camera ha così bene ricordato (Applausi).
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