| ANTONIO SODA. Certo, si deve comunque stigmatizzare una
forma di protesta sindacale che arriva all'occupazione
dell'aula del Consiglio superiore della magistratura, ma anche
su tale aspetto la riflessione deve essere più serena e
pacata. Vi sono stati altri momenti nella vita
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del nostro paese in cui le forme di lotta hanno raggiunto
anche livelli estremi.
Pensiamo che la scelta che la Commissione, alla fine, ha
fatto - e che forse farà anche il Parlamento - costituisca un
punto di equilibrio nell'attuazione dell'articolo 97 della
Costituzione, che prevede il principio del concorso per
l'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni, ma
prevede anche la valutazione discrezionale, da parte del
legislatore, di condizioni, situazioni e realtà in cui le
esigenze e le funzionalità di servizio, la mole, il carico
dell'attività, le esperienze acquisite da determinati
dipendenti possono essere, tutti insieme, apprezzate come
condizione derogatoria al principio del concorso.
Trovare questo punto di equilibrio è difficile: ciascuno,
all'interno delle istituzioni in cui vive, può rappresentare
più o meno fortemente l'esigenza da cui muove, ma ritengo che,
alla fine, siccome è il Parlamento che fa le leggi, in
quest'aula discuteremo serenamente, anche tenendo conto,
indubbiamente, delle sollecitazioni che vengono dall'esterno e
delle esigenze che vengono rappresentate da altri.
In questo senso leggo l'intervento del Vicepresidente del
Consiglio superiore della magistratura, che, indubbiamente, si
fa carico di una difficile realtà di conduzione di un mondo
complesso, complicato anche dal fatto che siamo in una
situazione di transizione legislativa, che vede continuamente
mutare l'assetto ordinamentale di un settore delicato qual è
quello della giustizia, che il Vicepresidente stesso e il
Consiglio devono fronteggiare.
Quindi, gli stati d'animo possono essere molteplici e
anche carichi di tensione, ma li dobbiamo apprezzare e
valutare, perché non influiscono sulla nostra serenità e
capacità di giungere a quel punto di equilibrio che la
Costituzione ci invita a trovare in tema di pubbliche
amministrazioni.
Al di là di ciò, vi sono le ferme parole del Presidente
della Camera, il quale ha garantito un percorso trasparente e
lineare, come finora è accaduto. Per tale motivo, ai colleghi
Frattini e Selva, che insistono nell'immaginare chissà quale
combinazione vi sia stata o quali pressioni siano state
esercitate sull'una o l'altra forza politica, e al collega
Fontan, che ha parlato di un provvedimento che nasce per
effetto delle pressioni delle lobby, diciamo serenamente
che il confronto istituzionale fra Consiglio superiore della
magistratura, Governo, Assemblea e Commissione è libero. Può
apparire aspro in certi momenti ma rientra nella logica della
democrazia, nella logica della dialettica delle istituzioni.
Non cominciamo un'altra volta a pensare che, ogni qual volta
qualcuno fuori di quest'aula esprime critiche o suggerisce
proposte, si tratti sic et simpliciter di interferenze.
Proseguiamo dunque con serenità nei nostri lavori e martedì
prossimo affronteremo con pacatezza anche questo tema.
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