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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435285
STA0507-0242
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.242 (che inizia a pag.44 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.232)
SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Provvedimento di allontanamento dei figli minorenni dei coniugi Covezzi da parte del tribunale dei minori di Bologna)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Provvedimento di allontanamento dei figli minorenni dei coniugi Covezzi da parte del tribunale dei minori di Bologna)
FRANCO CORLEONE, Sottosegretario di Stato per la giustizia. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 12,40)
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
    FRANCO CORLEONE,  Sottosegretario di Stato per la
  giustizia.  Ritengo di dover preliminarmente sottolineare
  che siamo di fronte ad una vicenda estremamente delicata, che
  vede coinvolti bambini quali possibili o probabili vittime di
  abusi sessuali, in relazione alla quale mi pare occorra un
  atteggiamento dettato dal massimo di sensibilità possibile.  E'
  anche doverosa, a mio parere, la massima riservatezza.  Ciò
  spiega perché userò le sole iniziali delle persone coinvolte.
  Suggerirei peraltro la correzione degli atti parlamentari con
  l'eliminazione dei nomi dei genitori dei bambini dal testo
  dell'atto ispettivo.
     In merito alla vicenda, sulla base degli elementi
  acquisiti dai competenti uffici, riferisco quanto segue.  Con
  nota in data 10 marzo 1999 la procura della Repubblica presso
  il tribunale di Modena ha rappresentato che il procedimento
  penale relativo ai fatti ai quali si fa riferimento
  nell'interpellanza, iscritto al n. 1381/97, si è recentemente
  concluso con la richiesta del pubblico ministero di rinvio a
  giudizio di più imputati per i reati di sequestro di persona
  ed atti sessuali commessi in danno di minori di anni dieci
  (articoli 110, 605, 609- quater,  ultimo comma, del codice
  penale).
     L'udienza preliminare è fissata per il 31 marzo 1999.  Il
  procedimento ebbe inizio a seguito delle dichiarazioni rese da
  una delle persone offese, che chiamerò M.M., di nove anni,
  agli psicologi della ASL di Modena.  La bambina affermò che lei
  ed altri bambini venivano sottoposti a pratiche orgiastiche,
  anche con contenuti macabri di tipo satanico, da un gruppo di
  adulti.  Tra questi ultimi vi erano i suoi due genitori, i
  fratelli di suo padre e suo nonno.
     Secondo le dichiarazioni di M.M. anche i quattro
  fratellini ai quali si riferiscono gli interpellanti avevano
  partecipato a tali pratiche abusive.  I quattro fratellini sono
  i cugini di M.M., poiché la madre degli stessi è la sorella
  del padre di M.M.
     Tali dichiarazioni furono poi confermate al pubblico
  ministero ed al GIP in sede di incidente probatorio.  Il
  predetto ufficio giudiziario ha riferito che anche i quattro
  fratellini sono stati visitati da medici legali.  Tali visite
  hanno accertato l'esistenza di tracce di abusi sessuali,
  peraltro di entità gravissime in relazione alla maggiore dei
  quattro fratelli.
     I genitori sono stati convocati due volte dal pubblico
  ministero ed esaminati come persone informate sui fatti; la
  seconda
 
                              Pag. 45
 
  volta sono stati anche informati circa l'esito delle visite
  mediche che ho ricordato.
     Quanto alla perquisizione domiciliare, fu disposta
  dall'ufficio giudiziario che ho ricordato per la ricerca di
  eventuali prove dei reati per i quali si procedeva.
     Con la nota del 10 marzo che ho ricordato la procura della
  Repubblica ha precisato anche che la bambina M.M. aveva
  riferito che i due genitori dei quattro fratellini, a suo
  avviso, erano all'oscuro dei fatti, sicché fino ad allora non
  avevano mai assunto la qualità di persone sottoposte ad
  indagini.  Nella stessa nota del 10 marzo si segnalava, però,
  che nell'ultima relazione dei servizi sociali si riferiva di
  dichiarazioni rese da uno dei quattro fratelli in ordine a
  fatti concernenti i genitori.  Al riguardo, proprio in data 10
  marzo, era pervenuta la relativa segnalazione che doveva
  ritenersi al momento coperta dal segreto investigativo.
     Con nota in data 16 marzo, la predetta procura ha
  ulteriormente precisato che, in data 11 marzo 1999, cioè il
  giorno dopo la data della nota di cui abbiamo riferito, era
  stato ascoltato, come persona informata dei fatti,
  l'affidatario della più grande dei quattro fratelli, il quale
  aveva riferito che la bambina gli aveva confermato di aver
  subito abusi da parte delle persone già indagate, ma anche che
  sarebbe stata oggetto di violenze sessuali da parte del padre,
  con l'attiva complicità della madre.  A quanto riferito dalla
  bambina, le violenze sarebbero avvenute anche in danno dei
  fratelli.
     Con ulteriore nota del 17 marzo, cioè alla vigilia della
  giornata in cui rispondo all'interpellanza dell'onorevole
  Giovanardi, il predetto ufficio ha comunicato che il verbale
  relativo alle dichiarazioni rese dall'affidatario era stato
  versato negli atti del procedimento pendente dinanzi al GUP e
  che, quindi, era stato avviato un procedimento penale nei
  confronti dei genitori dei quattro fratelli.
     Quanto al provvedimento con il quale il tribunale dei
  minori di Bologna ha sospeso la potestà dei genitori sui
  quattro fratellini, si rappresenta quanto segue.  Dalla lettura
  della motivazione del decreto del 6 novembre 1998, trasmesso
  con nota in data 10 marzo scorso, emerge che il tribunale
  adottò tale provvedimento in via provvisoria, su richiesta del
  pubblico ministero, esclusivamente a tutela dei bambini in una
  situazione che, all'epoca, cioè prima dello svolgimento degli
  ultimi fatti che ho ricordato, era oggettivamente di difficile
  valutazione e vedeva coinvolte persone del nucleo familiare
  della madre, ma senza ipotesi di responsabilità dei genitori
  stessi.
     Nel decreto, il tribunale sottolineava in particolare che,
  poiché appariva presumibilmente vero quanto affermato dalla
  minore M.M., anche se all'epoca i bambini non erano stati
  ancora sottoposti alle visite mediche e pur apparendo allo
  stato i genitori non coinvolti, essi quanto meno non si erano
  accorti di nulla e non avevano affatto percepito l'inevitabile
  stato di malessere dei bambini.  Questi ultimi, a loro volta,
  non avevano evidentemente una relazione affettiva tale da far
  loro individuare lo svolgimento di un ruolo di protezione da
  parte dei genitori se, nell'ipotesi più favorevole ai genitori
  stessi, non avevano riferito nulla di quanto stavano subendo
  da parte di altri.
     Nel predetto provvedimento, tra l'altro, il tribunale
  aggiungeva che il collocamento dei bambini in ambiente
  protetto doveva ritenersi finalizzato anche a comprendere
  meglio le esperienze vissute dai minori, oltre a rendere
  praticabili gli accertamenti medico-legali ed una approfondita
  indagine psicodiagnostica.
     Con successiva nota dell'11 marzo, il presidente del
  tribunale precisava, poi, che il tribunale aveva ritenuto di
  dover attendere a procedere all'audizione diretta dei genitori
  sia per essere in possesso degli esiti delle indagini
  psicodiagnostiche demandate all'ASL, richieste già con il
  decreto citato, sia per poter comunicare loro più
  approfonditamente l'esito delle indagini penali.  Infine, con
  nota del 18 marzo - cioè di oggi - è stato comunicato che
  nella camera di consiglio del 10 marzo, già in calendario,
  nell'ambito dell'attività
 
                              Pag. 46
 
  istruttoria in corso è stata esaminata l'evoluzione della
  situazione di minori ed è stata fissata la convocazione dei
  genitori dinanzi al collegio per il 31 marzo prossimo.  Ritengo
  opportuno, infine, un ulteriore chiarimento.
     Nella seduta della Camera dell'11 marzo scorso l'onorevole
  Giovanardi ha accennato anche al rifiuto del presidente del
  tribunale di fornirgli telefonicamente informazioni sulla
  vicenda.  Al riguardo sottolineo che con la nota in data 10
  marzo - ricordata più volte - il presidente del tribunale ha
  trasmesso anche la nota a sua firma in data 3 marzo 1999
  indirizzata al presidente della Corte d'appello e al Consiglio
  superiore della magistratura con la quale chiariva i motivi
  per i quali non aveva ritenuto di dare tali informazioni.  In
  tale nota il presidente del tribunale rappresenta che,
  ricevuta la telefonata, aveva ritenuto di far presente che non
  si potevano dare notizie per telefono e che eventuali
  richieste avrebbero dovuto essere rivolte al tribunale per
  iscritto.  Egli aveva anche precisato che l'accesso al
  fascicolo era garantito solo ai difensori degli interessati,
  genitori dei minori.
     Assai sommessamente voglio ricordare che l'esito di tale
  vicenda non è definito.  Inoltre, poiché per tutti deve valere
  la presunzione di innocenza ma soprattutto perché sono in
  gioco la vita e la prospettiva di vita di soggetti deboli -
  come indubbiamente sono i bambini in genere e, in particolare,
  quelli di cui ci occupiamo - ritengo si debba avere molto
  pudore nel mettere sotto la luce dei riflettori della polemica
  politica una vicenda umana che deve indurre a riflessioni
  anche più generali su delicate questioni.  In molte occasioni,
  in nome dell'interesse dei bambini, vengono assunte decisioni
  che suscitano contrasti, polemiche se non, addirittura, ferite
  nella coscienza dei cittadini.  Eppure nessuno sa dare una
  risposta al tema ineludibile di chi, al di fuori della
  magistratura, possa e debba assumere in alcuni casi decisioni
  spesso drammatiche.  Questo credo sia uno dei punti di quelle
  riflessioni generali che richiamavo.  Certamente il controllo
  giurisdizionale e i rimedi a scelte sbagliate sono previsti
  dall'ordinamento; resta il fatto, però, che spesso le vittime
  diventano due volte vittime.  Concludendo, posso solo affermare
  che, nel trattare fatti di tale natura, occorrerebbe un alto
  tasso di umanità e una capacità di percezione dei danni che
  possono aggiungersi a quelli già realizzatisi.
     Come l'onorevole Giovanardi, anch'io sono angosciato che
  la vita di quattro bambini e fratelli, da mesi separati, non
  sia - me lo auguro e credo che tutti ce lo auguriamo -
  irreparabilmente segnata.  Ma questo pensiero non deve farci
  dimenticare i fatti tremendi che l'accusa ha ipotizzato.
 
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