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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435287
STA0507-0244
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.244 (che inizia a pag.46 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.232)
SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Provvedimento di allontanamento dei figli minorenni dei coniugi Covezzi da parte del tribunale dei minori di Bologna)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Provvedimento di allontanamento dei figli minorenni dei coniugi Covezzi da parte del tribunale dei minori di Bologna)
CARLO GIOVANARDI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 12,40)
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
    CARLO GIOVANARDI.  Signor Presidente, signor
  sottosegretario, ancora più sommessamente di lei mi permetto
  di sottolineare alcune vicende collegate a questo caso che non
  voleva assurgere a caso politico perché sono intervenuto in
  seguito ad una lettera autografa di due genitori che mi hanno
  scritto in quanto parlamentare.  Essi mi hanno segnalato il
  caso di un padre e di una madre - così era scritto nella
  lettera - che quattro mesi fa, il 12 novembre, alle 6 del
  mattino, hanno visto la polizia entrare in casa, sottrarre
  loro i quattro figli minori (dai quattro agli undici anni) che
  da quella data non hanno più visto.  Sono passati quattro mesi
  e mezzo nei quali quei genitori non hanno più avuto occasione
  di vedere i loro figli!  Sanno che sono stati divisi fra di
  loro, affidati a diverse famiglie e ad un istituto.  In quella
  lettera mi segnalavano che non erano indagati loro
  personalmente, che non era stata ascritta loro alcuna
  responsabilità.  Come ha detto il sottosegretario, una
  cuginetta dei bambini, di nove anni, aveva accusato il proprio
  padre e il proprio nonno di averla coinvolta in pratiche
  orgiastiche e di violenza carnale nei suoi confronti e aveva
  detto: "anche i miei cuginetti sono stati coinvolti in queste
  pratiche".
 
                              Pag. 47
 
     Ho letto questa lettera e ho voluto capire come fosse
  possibile una vicenda di questo tipo.  Sono andato fino in
  Emilia, perché naturalmente di queste cose i giornali locali
  hanno parlato tantissime volte; sono comparsi sui giornali
  nomi e cognomi dei protagonisti, non è una storia segreta, ma
  localmente ha avuto grande eco ed è stata approfondita e
  dibattuta.  Ho incontrato questi genitori, ho incontrato il
  parroco di quel paese, un monsignore stimatissimo, sono
  entrato in contatto con l'ambiente parrocchiale, con le
  maestre e con gli scout; ebbene, tutto il paese ha
  solidarizzato con questi due genitori, perché né le maestre,
  né gli scout, né il parroco, né gli amici, nessuno si era
  accorto di nulla e nessuno sospettava delle violenze che
  sarebbero state commesse ai danni di questi minori; nessuno
  sospettava o aveva responsabilità da attribuire a questi due
  genitori, uno dei quali (la madre) insegna catechismo nella
  scuola parrocchiale, mentre il padre è uno stimato operaio.
     Mi sono anche domandato perché due genitori scrivano a un
  parlamentare, chiedendo aiuto al fine di riavere i loro figli
  e mi sono detto che difficilmente una persona, se sa di avere
  responsabilità, vuole sfidare i servizi sociali, il tribunale
  dei minorenni; se ha qualcosa da nascondere, difficilmente
  vuole fare una battaglia aperta, chiedere aiuto apertamente.
  Su questo sono stato anche confortato - lo ripeto - da persone
  stimabili e autorevoli del luogo, che mi hanno detto di non
  credere assolutamente a nessuna responsabilità di questi
  genitori.  Quando i giornali hanno cominciato a parlare della
  vicenda, che è diventata di pubblico dominio, e i servizi
  sociali hanno mandato al ministro la loro relazione (quella
  del 9 marzo, spedita il 10 marzo), il ministro Diliberto mi ha
  detto qui una settimana fa che erano arrivate le relazioni,
  che aveva bisogno di approfondirle e che mi avrebbe risposto
  oggi in maniera approfondita sulla questione.
     Io ho letto questa relazione e pongo intanto qualche
  problema generale, che segnalo al sottosegretario.  Non sapevo
  che fossero i servizi sociali a fare il processo, a svolgere
  le istruttorie.  Nella relazione si spiega: "Ugualmente è stato
  spiegato ai genitori che si sarebbe mantenuto uno stretto
  contatto all'interno dell' équipe  degli operatori, per
  consentire di lavorare sul sistema delle relazioni familiari
  ed in particolare di quelle fra i bambini e i loro genitori,
  portando materiale emerso dai colloqui con i bambini e i
  genitori e viceversa.  A tal fine, le sedute con i genitori
  sono state effettuate con l'utilizzo di una telecamera a
  circuito chiuso, facente la funzione dello specchio
  unidirezionale, alla presenza almeno di una delle psicologhe
  dei bambini".
     Quindi, mi sembra di capire che viene registrato quel che
  dicono i genitori, viene fatta vedere ai bambini la
  registrazione di quel che hanno detto i genitori e poi i
  genitori verrebbero messi a conoscenza di quel che dicono i
  bambini e di tutto quello che emerge.  E' chiaro che i bambini,
  in questi quattro lunghissimi mesi, sono stati sottoposti
  ripetutamente dai servizi sociali e dagli psicologi ad
  interrogatori, a domande, a sollecitazioni.  Qui emergono
  certamente fatti inquietanti.  Io non contesto l'indagine
  giudiziaria che era in corso, che ha portato all'arresto di
  quel padre e di quel nonno, sulla base delle dichiarazioni
  della cuginetta; era in corso un'indagine penale e la
  rispetto.  Però, leggo nella relazione che: "di recente una
  delle bambine ha raccontato di essere stata accompagnata dal
  papà e dalla mamma a strane feste, dove c'erano persone
  travestite da pagliacci e da pinguini.  La bimba dice di
  essersi spaventata molto e di non voler più tornare a queste
  feste.  Ha spiegato all'educatrice che non aveva paura dei
  signori travestiti, ma degli animali (una lepre, un serpente,
  un gatto), perché venivano uccisi e li mangiavano.  La bambina
  dice di non voler più tornare a casa e, messa di fronte al
  fatto che i suoi genitori dicono che non è vero che qualcuno
  le ha fatto del male, lei risponde che i suoi genitori hanno
  detto una bugia e che se li dovesse incontrare gli direbbe di
  smettere di far del male ai loro bambini e di picchiarli.
  Ultimamente ha
 
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  aggiunto di aver molta paura di essere uccisa, ma di sentirsi
  protetta nel posto dove abita adesso".  Questa era la festa
  dell'asilo, quella con le persone travestite.  Certo, poi ci
  sono altri passaggi nei quali dicono che li invitavano a fare
  il gioco del bruco che era di due colori, giallo e rosa, e la
  bambina dice che quando faceva questo brutto gioco con i
  marocchini - che temeva molto - c'era sempre il nonno che
  voleva fare i giochi che a lei non piacevano.  A questo punto
  l'educatrice le ha chiesto se il bruco fosse per caso il
  "pisellino" e Agnese avrebbe risposto di sì.
     In quattro mesi, quindi, si è svolta una vera e propria
  azione dei servizi sociali, naturalmente senza
  contraddittorio, senza uno psicologo di parte diversa che
  potesse sollecitare i bambini a parlare.  Ho letto tutte le
  relazioni del 10 marzo e ciò che mi ha colpito è che, in
  qualche modo, venisse confermata la versione della cuginetta,
  che aveva detto: "mio padre, mio nonno mi hanno coinvolto
  insieme con i cuginetti".  La bambina non aveva mai detto che
  gli zii, le persone alle quali sono stati tolti quattro figli,
  erano a loro volta responsabili della violenza, non li aveva
  mai coinvolti.
     Allora, cosa mi stupisce non poco?  Premesso che al mondo è
  tutto possibile, desidero far rilevare un fatto: oggi, giovedì
  18 marzo, il ministro Diliberto - o il Ministero degli affari
  sociali - avrebbe dovuto confermarmi un giudizio in merito
  alla questione, e proprio ieri, alle 18,30, i genitori dei
  quattro fratellini sono stati incriminati, è arrivato loro
  l'avviso di garanzia e sono diventati violentatori perché il
  pubblico ministero di Modena, sulla base della dichiarazione
  della più grande dei quattro bambini, che ha undici anni, ha
  detto che le violenze sono state opera dei genitori.  Tutto ciò
  dodici ore prima della risposta del Governo in questa sede.
     Apprendo, quindi, notizie inquietanti.  Personalmente ho
  cercato di ragionare, non solo influenzato dall'ambiente che
  ho visitato e da una madre piangente con la quale ho parlato,
  nonché dalle persone vicine alla famiglia, e mi sono domandato
  se l'indagine non fosse stata costruita sin dall'inizio sulle
  dichiarazioni della cuginetta.  Il padre di quet'ultima, che è
  stato arrestato, è il fratello della madre dei quattro
  fratellini, mentre il padre dei fratellini non è parente del
  violentatore.  Ora, improvvisamente, si costruisce un
  puzzle  incredibile: i violentatori non sono solo
  componenti di quella famiglia, ma vi è anche una terza
  persona, padre dei bambini.  Inoltre la cuginetta che aveva
  raccontato delle violenze, riferendo che il papà e il nonno
  avevano coinvolto i quattro bambini, non esiste più perché il
  vero violentatore diventa l'altro padre che violentava i suoi
  bambini a casa, senza evidentemente aver mai partecipato alle
  orge e ai riti satanici dai quali è partita l'inchiesta.
  Infatti, né la cuginetta, né gli arrestati avevano mai fatto
  il suo nome come partecipante a tale tipo di attività.
     Anch'io, a questo punto, sono in difficoltà; cosa devo
  pensare dopo quattro mesi e mezzo?  Devo supporre che il
  pubblico ministero sia stato obbligato ad inviare l'avviso di
  garanzia nel momento in cui è comparso un affidatario che,
  all'ultimo secondo, ha detto che i bambini da quattro mesi e
  mezzo sono stati tolti alle loro famiglie?  L'avviso di
  garanzia è stato forse inviato perché una figlia ieri ha detto
  che era il padre a violentarla?  E' credibile?  E'
  plausibile?
     Il sottosegretario dice che per il 31 marzo è prevista
  un'udienza al tribunale dei minori per un chiarimento e
  ritengo si tratti dell'udienza relativa ai motivi per i quali
  quattro bambini minorenni sono stati tolti al papà e alla
  mamma, accusati di non essersi accorti di ciò che accadeva ai
  propri figli.
     E' possibile che in una famiglia italiana, come la mia o
  tante altre, al mattino si presenti la polizia per portare via
  i figli di quell'età e dopo cinque mesi il tribunale chiami
  per fare domande, confrontare o capire?  Il sottosegretario ha
  detto che in questi casi non bisogna aggiungere violenza a
  violenza.  Ma sono queste le procedure da utilizzare nei
  confronti dei piccoli?
 
                              Pag. 49
 
     Leggendo il verbale, ci si chiede se i bambini, anche di
  quattro o sei anni, abbiano parlato in una certa maniera
  perché pian piano è venuta fuori la verità o lo abbiano fatto
  come a volte succede anche agli adulti: l'altro ieri era il 16
  marzo e mi è venuto in mente Aldo Moro, che non era un bambino
  di quattro o sei anni, ma, dopo un mese in una situazione
  particolare, aveva evidentemente assunto un atteggiamento
  psicologico forse più rancoroso rispetto a coloro che pensava
  non lo volessero salvare che rispetto ai suoi
  sequestratori.
     Allora, penso alla situazione di questi bambini dopo un
  po' che non vedono più i genitori e questi non hanno più
  nessuna relazione con loro.  Una parte di quella lettera mi ha
  particolarmente colpito: a Natale i genitori volevano mandare
  loro un biglietto di auguri, ma i servizi sociali hanno detto
  che era inutile farlo, tanto non avrebbero mai più rivisto i
  loro figli.  Cosa può pensare un bambino quando, per quattro o
  cinque mesi, non vede più i suoi genitori, perché sono
  spariti, se ne sono andati?
     Chiedo al sottosegretario - non lo faccio in modo polemico
  -, in quanto rappresentante del ministro della giustizia, ma
  vorrei rivolgere la domanda anche alla collega Turco: quale
  autorità giudiziaria ha disposto che venissero fatti
  interrogatori ed indagini relative a dei minori, senza alcun
  contraddittorio, senza che vi fosse nessuno che potesse
  difendere la controparte?
     Dico ciò anche alle colleghe che siedono nei banchi della
  sinistra, perché ieri sono stato particolarmente colpito da un
  intervento di un loro collega di Ancona, che ha sollecitato il
  Governo a rispondere ad una serie di interrogazioni dei
  colleghi DS, relative al tribunale dei minori di Ancona,
  segnalando una serie di iniziative, a suo dire allucinanti,
  che sono un po' una variazione sul tema; si tratta di realtà
  in cui determinati soggetti si muovono senza alcun
  contraddittorio, prendono decisioni senza che si sappia bene
  con chi si confrontino.
     A volte ho l'impressione che si tratti di una situazione
  patologica, come quando un organismo è malato; ma, se una
  persona ha la febbre, si cerca di farla scendere e non si
  ammazza il malato, perché così non c'è più la febbre.
     Mi sembra che determinati approcci alla materia rischino
  di essere più traumatizzanti di una situazione che, se non
  vogliamo essere khomeinisti - perché credo che nessuno abbia
  in mano la verità rivelata -, può avere almeno due sbocchi: il
  primo è quello di dimostrare la responsabilità che emerge
  dalle accuse; ma il secondo, dopo aver conosciuto gli
  interessati, dopo aver parlato con i testimoni, dopo essere
  stati sul luogo, può anche essere quello di giungere alla
  conclusione - e forse questa è la soluzione più probabile -
  che questo padre e questa madre non abbiano nulla a che vedere
  con quanto è accaduto.
     In questo caso, dopo cinque mesi, dopo un traumatico
  allontanamento, dopo le prove a cui sono stati sottoposti i
  figli in questa maniera, chi recupera una situazione che è
  stata, comunque, compromessa fino a tal punto?  E se non fosse
  vero - è un ragionevole dubbio, visto che per cinque mesi
  nessuno ha accusato questo padre e questa madre - che essi
  hanno fatto violenza ai loro figli, dato che la cosa è venuta
  fuori, come un fulmine a ciel sereno, dodici ore prima che il
  Governo rispondesse in quest'aula e, casualmente, proprio dopo
  che i genitori avevano scritto ad un parlamentare, dopo che il
  fatto era stato conosciuto, non solo localmente, ma anche a
  livello nazionale e i giornali ne avevano parlato?
     Crede che qualcuno mi possa togliere dalla testa che vi è
  stata un'improvvisa accelerazione di determinate dinamiche,
  talché, non sapendo o non potendo spiegare all'opinione
  pubblica come sia possibile che in un paese civile come
  l'Italia per cinque mesi quattro minori siano stati
  allontanati dai genitori senza che questi fossero indagati, è
  stata subito "spiattellata" la soluzione: ma come non sono
  indagati?
 
                              Pag. 50
 
     Dalle 18,30 di ieri hanno ricevuto l'avviso di garanzia: i
  violentatori sono loro.  Questa è l'accusa, che peraltro mi
  sembra arrivi fuori tempo massimo rispetto alla dinamica degli
  avvenimenti che ho illustrato.
     Non voglio fare il khomeinista, voglio fare la persona
  ragionevole: accolgo l'invito del sottosegretario, ma nello
  stesso tempo vorrei che i ministri della giustizia e degli
  affari sociali, non tanto alla luce della mia interpellanza ma
  in relazione a strumenti di sindacato ispettivo presentati da
  colleghi di tutti i gruppi politici, si occupassero più da
  vicino dei tribunali dei minorenni, verificandone il
  funzionamento.  Dovrebbero anche accertare il ruolo dei servizi
  sociali territoriali, che non si capisce se siano la  longa
  manus  dei tribunali, se rappresentino l'accusa ovvero se
  debbano aiutare l'accusa ad indurre, attraverso una serie di
  indagini, di domande e di suggestioni, i bambini a dichiarare
  come vero l'assunto accusatorio iniziale.  E' questo lo scopo
  che si prefiggono?  Leggendo i verbali ho l'impressione che sia
  così, specialmente nella parte iniziale, dove si descrive
  l'atteggiamento dei genitori che, nel momento in cui i bambini
  vengono portati via, piangono, si disperano, protestano e
  inveiscono.  Chiedo a ciascuno di voi: se un giorno accadesse
  che la polizia vi portasse via da casa i figli alle sei del
  mattino, non protestereste, non definireste impossibile
  l'accusa?  Mi sembrerebbero reazioni molto normali rispetto ai
  fatti.
     Vorrei ora fare un cenno al rapporto tra le istituzioni,
  di cui si è anche occupato il sottosegretario.  Certamente
  avrei potuto presentare immediatamente un'interpellanza
  parlamentare o un esposto al Consiglio superiore della
  magistratura.  Mi riservo tuttavia di trasmettere al CSM quanto
  ho detto oggi in quest'aula perché la dinamica e i tempi di
  questa vicenda sicuramente non mi lasciano soddisfatto, anche
  perché credo che fra le istituzioni debba esservi un rapporto
  civile.  Così come ho sentito il parere dei genitori, del
  parroco, di cittadini di Finale Emilia, degli avvocati, mi è
  sembrato giusto, prima di presentare un'interpellanza
  parlamentare, conoscere l'opinione del presidente del
  tribunale.  Quello al quale mi sono riferito avrebbe potuto
  benissimo parlare con me spiegandomi le dinamiche e le
  procedure a cui si attiene il tribunale.  Non era necessario
  entrare nel merito della questione, avrebbe potuto benissimo
  dirmi: venga a trovarmi.  Qui siamo tutti impegnati sul fronte
  delle istituzioni, non c'è chi ha diritto ad avere un "delirio
  di onnipotenza" e chi non lo ha: un magistrato è una persona
  impegnata istituzionalmente come lo è un parlamentare e in un
  confronto tra istituzioni ciascuno porta la propria esperienza
  e le proprie osservazioni.  Mi pare che l'unico tipo di
  rapporto che si vuole instaurare sia quello di rinviare agli
  avvocati per recuperare gli atti o di invitare alla
  presentazione di un'interpellanza parlamentare; mi chiedo
  allora quale tipo di rapporto tra istituzioni voglia
  instaurare chi, davanti a situazioni di questo genere, ritiene
  di risolverle attraverso carte bollate e timbri o avvisi di
  garanzia che all'ultimo secondo "coprono" - lo dico tra
  virgolette - una situazione.
     Faccio questa riflessione nell'interesse dei minori e
  delle famiglie.  In Italia si parla tanto di famiglia ma non si
  può non riflettere quando si legge sui giornali che negli
  ultimi quaranta giorni in più casi diversi tra loro i
  tribunali dei minorenni si sono trovati nell'occhio del
  ciclone, quando interpellanze presentate da deputati di tutti
  i gruppi politici lamentano situazioni che non si può credere
  siano vere (a volte abbiamo assistito anche a marce indietro o
  a conferme).  Peraltro si deve constatare una costante mancanza
  di dialogo su decisioni che potrebbero essere assunte dopo un
  confronto con le famiglie interessate e con un po' più di
  umanità, anche perché spesso si tratta di famiglie che versano
  in uno stato di difficoltà, per lo più economiche, il che non
  significa che i genitori vogliano meno bene ai propri figli o
  che, di fronte a difficoltà, i figli debbano essere
  allontanati.
 
                              Pag. 51
 
     Credo che il Governo - il ministro della giustizia ed il
  ministro per la solidarietà sociale - debba farsi carico di
  questioni del genere.
     Per quanto riguarda la specifica fattispecie oggetto
  dell'interpellanza, prendo atto che vi è un'indagine in corso;
  tuttavia, credo che le procedure siano state assolutamente
  atipiche; il ruolo dei servizi sociali non è disegnato, credo,
  da nessuna norma del nostro ordinamento.  Do tuttavia atto al
  sottosegretario di aver risposto nella maniera in cui oggi era
  in grado di rispondere.  Trasmetterò, comunque, questo mio
  intervento anche al Consiglio superiore della magistratura.
 
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