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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435289
STA0507-0246
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.246 (che inizia a pag.51 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.232)
SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Morte di un neonato in una incubatrice nell'ospedale di Benevento)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Morte di un neonato in una incubatrice nell'ospedale di Benevento)
ALBERTA DE SIMONE.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 12,40)
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
    ALBERTA DE SIMONE.  Signor Presidente, l'interpellanza ha
  ad oggetto un fatto gravissimo accaduto in un ospedale di
  Benevento: un neonato di nove giorni che stava per essere
  dimesso dall'ospedale, avendo già raggiunto il peso di 1.850
  grammi, dopo nove giorni in una incubatrice, è stato, a
  seguito di una penosa agonia, trovato morto in condizioni
  misteriose.
     La novità, dopo otto giorni da quando abbiamo scritto e
  presentato l'interpellanza, consiste nel fatto che sono
  arrivati sette avvisi di garanzia al personale dell'ospedale -
  sia alla direzione sanitaria, sia al personale di vigilanza -
  in cui si parla di omicidio colposo e di omissioni nella
  vigilanza e nella sostituzione del personale e di negligenze,
  di imperizie e di omissioni nella manutenzione
  dell'incubatrice e nei previsti criteri di tale manutenzione,
  che erano totalmente ed assolutamente discrezionali.
     Onorevole sottosegretario, la ragione per cui illustriamo
  questa interpellanza è che non pensiamo che si tratti soltanto
  di un caso di malasanità; né pensiamo che sia compito del
  Parlamento e del Governo sostituirsi alla magistratura nelle
  indagini e condannare alle giuste pene i responsabili di un
  fatto così grave.
     Noi pensiamo che questo episodio, come la situazione che
  in genere si sta verificando nel paese - poc'anzi si discuteva
  ugualmente di bambini -, dimostri che si è incrinato un
  elemento fondamentale per la convivenza civile: quello della
  sicurezza.
     Vogliamo, cioè, che questo argomento sia trattato dal
  punto di vista generale e della prevenzione.  Sono decine e
  decine le coppie che danno alla luce un primo o un secondo
  figlio sotto peso e che, pertanto, sono costrette a mantenere
  il proprio nato, per i primi giorni di vita, nell'incubatrice
  di un ospedale.  Siccome una tale eventualità è molto
  frequente, è molto forte la paura che si è diffusa tra i
  genitori ed aumenta il senso di insicurezza tra coloro che
  hanno avuto la medesima esperienza.
     La problematica che l'interpellanza vuole sollevare è
  quella della prevenzione: come è possibile che macchine
  sanitarie, incaricate di garantire la vita a chi è nato sotto
  peso, siano poi soggette ad usura, non siano effettuati sulle
  stesse i controlli necessari o che personale adibito alla
  vigilanza trascuri i propri compiti?  Come è possibile che il
  personale incaricato di sostituire i lavoratori assenti ometta
  di effettuare le sostituzioni?
     Il grave episodio richiede un intervento dell'esecutivo
  molto rigoroso e molto dettagliato.  Bisogna controllare tutti
  i reparti degli ospedali, perché questa è sanità pubblica;
  bisogna controllarli e svolgere una funzione di prevenzione
  rispetto a questi incidenti, sapendo che sul tema della
  nascita in Italia vi è un vuoto spaventoso.
 
                              Pag. 52
 
     Questa Assemblea ha discusso per ore ed ore di ingegneria
  genetica, ma non abbiamo mai avuto il piacere di poter
  esaminare proposte di legge presentate da più di due anni e
  che riguardano la nascita, il parto, le tecniche che si usano,
  l'eccesso di medicalizzazione, il modo di accogliere un
  neonato, sapendo che l'equilibrio psicofisico di una persona
  adulta dipende - anche questo è scientificamente dimostrato -
  dalla serenità e dal calore con cui viene accolta nei primi
  istanti e nei primi giorni di vita.
     Abbiamo un sistema sanitario nel suo complesso arretrato
  ed io trovo strano che proprio nel momento in cui il ministro
  della sanità ed uno dei suoi sottosegretari sono donne,
  sicuramente preparate ed in gamba, non si sia posta la dovuta
  attenzione al tema della nascita, in questo paese.  E'
  dimostrato, per esempio, che nelle sale parto vi sono rumori
  talmente assordanti e luci talmente violente da creare
  disturbi per il bimbo che esce dal grembo materno, il quale
  viene accolto in un ambiente non idoneo.  E' dimostrato anche
  che dal 1993 il rapporto tra nati e morti in Italia è
  negativo: abbiamo un calo della natalità spaventoso.  Sappiamo,
  naturalmente, che ciò indica senz'altro un sentimento della
  maternità e della paternità molto più consapevole: oggi, cioè,
  un uomo e una donna prima di fare un figlio lo progettano; il
  figlio, quindi, corrisponde, in genere, ad un progetto di vita
  e non ad una casualità.  I genitori oggi dedicano ai figli una
  cura molto più attenta, rispetto a quando le nascite erano
  accettate come conseguenza del caso.
     Oltre alla forte caduta della natalità, il nostro paese ha
  un altro triste primato, sul quale desidero richiamare
  l'attenzione: quello dei parti cesarei.  In Italia si
  partorisce chirurgicamente nel 22,4 per cento dei casi ed i
  parti cesarei sono raddoppiati negli ultimi dieci anni,
  passando dall'11 al 22,4 per cento; non vi è peraltro alcun
  rapporto tra tale aumento e la diminuzione della mortalità
  infantile.  Quest'ultima, infatti, era già stata abbattuta
  negli anni precedenti ed è rimasta allo stesso punto, quindi
  l'enorme aumento del ricorso al metodo chirurgico appare
  largamente ingiustificato.  Si consideri, inoltre, che il
  maggior numero dei parti cesarei non avviene negli ospedali,
  dove normalmente si ricoverano i casi urgenti, bensì nelle
  cliniche private, che in genere non accolgono i casi di parti
  difficili o di improvvise complicazioni.
     Credo, insomma, che l'intero tema del nascere nel nostro
  paese ponga una serie di interrogativi.  Ci si deve chiedere
  perché vi sia una medicalizzazione eccessiva, perché si
  verifichi questo scandaloso aumento dei parti cesarei, se vi
  sia corrispondenza tra il parto chirurgico ed il fatto che lo
  Stato paga una tariffa doppia rispetto a quella prevista per
  il parto fisiologico.  Ci si deve chiedere, ancora, perché non
  si attendano i tempi naturali, ma si faccia uso di farmaci
  acceleranti; come viene accolto un bambino che apre gli occhi
  al mondo, se ciò avviene con le dovute cautele, con luci
  adeguate e con tutte le cure necessarie affinché diventi una
  persona serena, equilibrata, non scioccata dall'esperienza
  della nascita.  Dobbiamo chiederci se la nascita debba essere
  svalutata al livello di un'operazione di appendicite o se
  invece si voglia creare (e credo che l'esecutivo ed il
  Parlamento abbiano un grande compito da svolgere in proposito)
  una diversa cultura della vita, della nascita,
  dell'accoglienza.  Una cultura diversa servirebbe a tirare
  fuori il nostro paese dai livelli negativi che ha registrato
  finora (l'eccesso di medicalizzazione, il taglio operativo e
  la questione della mancanza di sicurezza).  E' soprattutto nei
  casi di bambini nati prematuri o sottopeso che io credo debba
  cadere ogni discorso tendente ad economizzare sul personale:
  la vigilatrice è la madre, è colei, cioè, che accompagna un
  bambino alla vita.
     Pertanto, è certamente opportuno che la magistratura
  faccia le sue indagini e che i colpevoli di questo fatto
  gravissimo, avvenuto alla vigilia del 2000 nell'ospedale Rummo
  di Benevento, siano giustamente puniti; ma gli organismi
  preposti al Governo di questo paese, a cui spetta creare
 
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  una cultura attraverso le leggi, sappiano che l'azione più
  efficace è quella preventiva.
     Pertanto, questo non deve rimanere un caso isolato e la
  nostra coscienza non deve sentirsi a posto perché sono stati
  emanati sette avvisi di garanzia e qualcuno forse andrà in
  carcere; esso deve servire da monito per promuovere ispezioni
  e controlli e per arrivare alla sostituzione di tutte le
  incubatrici vecchie: una prevenzione, cioè, che restituisca ai
  cittadini il senso di sicurezza e di fiducia nelle strutture
  sanitarie pubbliche in modo da portarli nuovamente a
  progettare di avere un figlio.
 
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