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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435303
STA0507-0260
Somm. e Sten. d'Aula n. 507 del 18 marzo 1999 (STA13-507)
(suddiviso in 273 Unità Documento)
Unità Documento n.260 (che inizia a pag.61 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.232)
SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Ritardi nei progetti di investimento nel Mezzogiorno)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01704; 2 - 01688; 2 - 01696; 2 - 01709; 2 - 01707; 2 - 01710. ...(Ritardi nei progetti di investimento nel Mezzogiorno)
ALBERTO ACIERNO.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 12,40)
ZZSTA ZZRES ZZSTA180399 ZZSTA990318 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA507 ZZ13
                              Pag. 61
 
    ALBERTO ACIERNO.  Se la stessa efficienza che gli uffici
  preposti hanno nel redigere le risposte ai rappresentanti del
  Governo che vengono in quest'aula fosse propria degli uffici
  che hanno il compito di attuare le decisioni del Parlamento e
  del Governo, sicuramente non saremmo qui a reclamare maggiore
  efficienza nell'attuazione degli interventi per lo sviluppo
  del Mezzogiorno e dell'occupazione.
     Abbiamo voluto richiamare l'attenzione del Governo e
  dell'opinione pubblica, attraverso lo strumento regolamentare
  dell'interpellanza urgente, per far sì che la questione dei
  contratti d'area e dei patti territoriali, che investono
  direttamente la più ampia questione del Mezzogiorno e delle
  aree deboli del paese, sia definitivamente risolta.
     Negli ultimi giorni vi sono state prese di posizione che
  non possono rimanere inascoltate.  Ho citato quella del dottor
  Tognana, presidente degli industriali di Treviso, ma accanto
  ad essa vi è quella del segretario della CISL D'Antoni, il
  quale ha affermato che il Governo non ha mantenuto quello che
  aveva promesso, manifestando preoccupazione nel veder messo in
  piedi un sistema spaventosamente burocratico e di procedure a
  causa del quale vi sono centinaia di aziende con progetti di
  investimento che aspettano risposte rapide e concrete.  Non
  meno di un'ora fa Forlani, sempre della CISL, parlando dei
  contratti d'area, ha dichiarato - secondo un'agenzia - che per
  questi ci sono solo cerimonie.
     Tutto ciò avviene in presenza di risultati deludenti per
  l'intera economia italiana, che presenta tassi di crescita
  modesti rispetto agli altri partner europei, e soprattutto con
  previsioni di crescita per il 1999 ben al di sotto di quella
  preventivamente indicata dal Governo e certamente non in grado
  di riassorbire l'elevata disoccupazione, soprattutto nel
  Mezzogiorno d'Italia, dove ha raggiunto il 23,2 per cento con
  un divario di 15 punti tra centro-nord e Mezzogiorno, facendo
  aumentare i divari socio-economici.
     Sappiamo che i patti territoriali nel 1997 hanno
  determinato nuovi occupati.  Si tratta ora di vedere come si
  possa risolvere la questione una volta per tutte attraverso
  l'efficienza e lo snellimento delle pratiche.  Non possiamo
  continuare a lanciare proclami all'esterno, mettere in moto le
  macchine ma tenere spenta la nostra.  Questo non è più
  consentito!
     Le imprese si sono attivate subito; i progetti sono stati
  fatti nei tempi necessari; ci sono centinaia di migliaia di
  persone che attendono un'occupazione.  Il Governo non può
  continuare a perseguire una politica che non gli appartiene.
  La politica degli slogan, in questo Parlamento, è di altri;
  non è la nostra politica.  Non possiamo essere confusi con
  quello che non siamo.  Dobbiamo dare, per primi, dimostrazione
  di essere veramente efficienti.
     Abbiamo impiegato risorse per 1.245 miliardi ed un onere
  per lo Stato di 910 miliardi: è una goccia d'acqua nel deserto
  della disoccupazione, ma non si può e non si deve rinunciare
  neppure a questa, se serve a dissetare gli assetati di lavoro.
  Occorre promuovere la crescita economica e lo sviluppo
  sociale.
     Fin dal 1997, soprattutto da parte del Governo Prodi, in
  quest'aula e fuori di qui, è stata posta troppa enfasi sia sui
  risultati finora raggiunti, sia sulle prospettive di successo
  di tale iniziativa.  Era stato detto che occorreva svegliare
  l'imprenditoria locale e che essa doveva essere
  sburocratizzata: invece, scopriamo che non ne aveva bisogno.
  L'imprenditoria locale era pronta, è pronta; l'imprenditoria
  locale nel Mezzogiorno è ancora più pronta, perché sappiamo
  bene tra quali enormi disagi la gente abbia ancora il coraggio
  di fare impresa nel nostro paese e, in particolare, nel
  Mezzogiorno; in un Mezzogiorno ancora oggi carente di tutte le
  infrastrutture primarie.  Eppure, l'impresa ancora c'è e
  resiste.  Dobbiamo, pertanto, dare coraggio al mondo
  dell'impresa: non possiamo rimanere in Europa senza il
  Mezzogiorno d'Italia; non saranno gli slogan a portare il
  Mezzogiorno d'Italia in Europa e, quindi, l'Italia in Europa.
  Cerchiamo di rendere concreta una volta
 
                              Pag. 62
 
  per tutte la politica dello sviluppo.  Con gli slogan non
  andremo avanti; con gli slogan il nostro traguardo è
  domani.
     Abbiamo, invece, la capacità e la voglia di dare risposte
  concrete.  Credo che non sia impossibile, né improbabile
  trovare il meccanismo dello snellimento, all'interno dei
  contratti d'area, dei patti territoriali e delle altre misure
  ritenute fondamentali per rilanciare l'economia del
  Mezzogiorno e, quindi, del paese, per dare una speranza che
  diventi una certezza alla disoccupazione; se il meccanismo è
  quello di incentivare il burocrate, che lo si attui, ma si
  esca da questa palude dove tutte le nuove iniziative rimangono
  impantanate.
     Nessun rappresentante di questo Governo potrà vantarsi di
  essere tale fino a quando con gli slogan si continuerà a fare
  promesse mai mantenute.  Ci vuole uno scatto di orgoglio,
  signor rappresentante del Governo; bisogna avere il coraggio a
  qualunque costo.  Occorre virare, ma bisogna virare sul serio,
  soprattutto dopo che abbiamo fatto una scelta importante e
  ponderata: non possiamo permetterci il lusso di sbagliare.  Lo
  abbiamo già fatto una volta: questa sarebbe l'ultima.
 
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