| ANTONIO LEONE. Signor Presidente, questo decreto, che tra
l'altro è stato stravolto dal Senato (e che mi auguro, in
parte, che lo sia anche dalla Camera) porta all'attenzione di
quest'Assemblea il modo di legiferare che ha caratterizzato
finora la maggioranza.
Il relatore Crema ha fatto passare in maniera molto
soft, per la verità, alcune questioni che sembrano
irrilevanti, ma che in realtà non lo sono. Nel momento in cui
una legge deve servire a chiarire o a modificare una normativa
che è stata la bandiera del Governo Prodi (sto parlando della
cosiddetta legge Bassanini, in ordine alla quale proprio
questa opposizione aveva denunciato alcune questioni), allora
evidentemente abbiamo la riprova che ciò che dicevamo risponde
a verità.
La necessità di prorogare i termini, questione che sembra
irrilevante o intesa a favorire gli enti locali per evitare
sorprese o disservizi, non può essere posta all'attenzione
della Camera in modo così superficiale, anche perché proprio
la cosiddetta legge Bassanini ha precisato tutta una serie di
passaggi che hanno letteralmente messo nei guai le
amministrazioni locali.
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Le modificazioni introdotte nella legge finanziaria hanno
avuto un riflesso sulla finanza locale e non hanno consentito
di rispettare alcune disposizioni normative. In buona sostanza
una cattiva legislazione ha determinato la necessità di
correggere con il provvedimento in esame una normativa che
evidentemente non era stata adottata nei giusti termini.
Ci troviamo dinanzi ad una delle questioni che lo stesso
relatore Crema ha definito indifferibile ed essenziale ai fini
della conversione in legge di questo decreto. Ma c'è un altro
punto che ci induce a ritenere che ci troviamo sempre a dover
adottare un tipo di legislazione correttiva o interpretativa:
mi riferisco al punto concernente i segretari comunali e
provinciali.
Il Senato, nell'esaminare questo decreto, ha colto
l'occasione per inserirvi altre questioni sulle quali il
relatore, in maniera per la verità molto garbata, ha glissato,
ma io direi che ha semplicemente dato la stura a
considerazioni che a mio avviso meritano di essere
evidenziate.
Ritengo che l'introduzione, fatta dal Senato, del comma
2- bis in ordine alla disposizione relativa all'articolo
6, comma 8, della legge n. 127 del 1997, riguardante i
contratti di lavoro conclusi dagli enti locali, sia
scandalosa. E' vero che il relatore nel suo intervento ha
anche detto che, se ci si limitasse a valutare solo tale
aspetto, si potrebbe allora sollevare una questione
concernente l'irretroattività, ma poiché con l'introduzione di
questo comma si mira anche ad altro, allora è possibile,
diciamo così, passarci sopra. Ebbene, a me sembra che questo
non possa essere un metodo accettabile da parte di
quest'Assemblea.
Vorrei fare poi un cenno a quella che a me sembra una
aberrazione giuridica; sto parlando dell'ultima parte
dell'articolo 3- bis, introdotto dal Senato, in ordine
alla proroga per legge dell'affidamento della riscossione e
dell'accertamento del canone ai concessionari titolari di
contratti stipulati per la gestione del servizio di
accertamento e riscossione della TOSAP. Quest'ultima
rappresenta un altro fallimento del Governo! Ricordo infatti
che la TOSAP doveva essere eliminata, ma così non è stato, e
ciò ha determinato dei disservizi e delle previsioni di
bilancio da parte degli enti locali, che sono state poi
disattese.
Queste sono le osservazioni politiche e di base al
provvedimento, che suscita molti dubbi perché, tra l'altro,
non è in linea con quanto il Governo va sbandierando sul
federalismo fiscale.
E' la prova che quello che dicono il ministro Visco e lo
stesso Presidente D'Alema è falso, proprio perché affermano
che in Italia, con la legge Bassanini, il federalismo fiscale
già esiste.
E' la prova che il Governo prende in giro non solo se
stesso, ma tutti i cittadini italiani e che, evidentemente,
non vuole andare verso un vero federalismo fiscale ma verso
una sorta di decentramento che porterà ulteriore confusione e
delusione agli italiani e a tutti gli enti locali (Applausi
dei deputati del gruppo di forza Italia).
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