| ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per
l'interno. Mi scuso, la mia frequentazione del Parlamento
non è più così intensa.
Inizio dalla coda, cioè dall'articolo 3- bis inserito
dal Senato. Per la verità, tale articolo, che ovviamente non è
stato proposto dal Governo, non rappresenta una proroga per
legge degli attuali contratti di riscossione dell'imposta.
Esso contiene soltanto una norma che consente ai comuni che
abbiano utilizzato la trasformazione dalla tassa alla tariffa,
di mantenere il loro titolare della riscossione, cioè "di
affidare la riscossione e l'accertamento del canone ai
concessionari titolari dei contratti" per l'anno 1999. E' una
norma che consente - non prescrive, non impone e, tanto meno,
proroga i contratti per legge - ai comuni di non dover
affrontare immediatamente per l'anno 1999 il problema della
gara per la scelta di un nuovo concessionario.
La norma si giustifica, ad avviso del Governo, soltanto
perché è limitata ad una gestione già in corso per il 1999 e
consente, quindi, di superare un problema di carattere
pratico; se non fosse limitata al 1999, sarebbe una violazione
del principio di scelta dei concessionari attraverso
un'apposita gara.
Per quanto riguarda le osservazioni precedenti, mi limito
a rilevare che proprio perché quella che è stata introdotta
con la legge Bassanini nello stato giuridico dei segretari
comunali è una riforma vera e consistente, che ha modificato
in modo corposo lo stato giuridico precedente dei segretari
comunali, tale riforma stenta ad essere capita in tutti i suoi
aspetti. Di ciò il Governo si rende conto ed è per questa
ragione che ha ritenuto di dover chiarire ancor meglio la sua
portata e, quindi, il significato che si intendeva attribuire
ai commi 70 ed 81 dell'articolo 17 della legge n. 127 del
1997. Naturalmente, con ciò non si è inteso interferire con
l'attività giurisdizionale dei giudici amministrativi che si
stanno occupando della materia, ma si è ritenuto di avere un
debito di chiarezza nei confronti dei sindaci e dei presidenti
di provincia che, altrimenti, diventerebbero le principali
vittime di un orientamento interpretativo che finisce con
l'azzerare, almeno per la fase transitoria, la portata della
riforma.
Per queste ragioni il Governo si è deciso ad intervenire
non soltanto sulla proroga dei termini per l'approvazione dei
bilanci, ma anche in materia di disciplina dello stato
giuridico dei segretari comunali.
Può darsi benissimo - il Governo non ha difficoltà a
riconoscerlo - che quando si è fissato in sede di
provvedimento collegato alla legge finanziaria per il 1999 il
termine del 28 febbraio si sia sottovalutato un problema. Ogni
tanto si sbaglia ed anche il Governo può sbagliare, così come
ha fatto il Senato quando ha approvato quel termine. Questa
non è una ragione, collega, per non rimediare, se è possibile
farlo.
| |