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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435513
STA0509-0084
Somm. e Sten. d'Aula n. 509 del 22 marzo 1999 (STA13-509)
(suddiviso in 86 Unità Documento)
Unità Documento n.84 (che inizia a pag.41 dello stampato)
...(Discussione sulle linee generali - Doc. II, n. 36)
...(Discussione sulle linee generali - Doc. II, n. 36)
...Proposta di modificazione degli articoli 5, 13, 14, 118-bis, 119, 135-bis, 153-ter del regolamento (modificazioni alla disciplina relativa alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza e alla costituzione dei gruppi ...
NICHI VENDOLA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI
ZZSTA ZZRES ZZSTA220399 ZZSTA990322 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA509 ZZ13
    NICHI VENDOLA.  Calderisi, io non ho interrotto nessuno.
     Ripeto che bisogna guardare avanti ed anche indietro per
  costruire, come ha detto l'onorevole Mauro Guerra, e trovare
  gli equilibri necessari.
     Sono tra coloro che pensano che i problemi della
  funzionalità di questo ramo del Parlamento debbano riguardare
  la collettività: la paralisi o l'avvitamento di un ramo del
  Parlamento costituisce un problema della democrazia italiana.
  Mi chiedo, dunque, per quale motivo dobbiamo affrontare un
  problema ipotetico e non dobbiamo affrontarne uno reale, come
  quello che con straordinaria efficacia ha documentato nel suo
  intervento il collega Paissan.
     Esiste un problema di funzionalità della Camera dei
  deputati: quello della elefantiasi di cui è ammalato il gruppo
  misto; un gruppo che ha subito una dilatazione ipertrofica,
  pur con la pazienza e l'attesa di ciascuno di noi, di ciascun
  iscritto al gruppo misto; lo dico a coloro che sono medici,
  dottori ed accademici della vita istituzionale e delle
  procedure di questa Camera.
     Esiste, dunque, un problema di funzionalità che non va
  sottovalutato; dobbiamo affrontarlo, senza proporci quello che
  ancora non esiste.  Penso che le norme, tutte le norme, debbano
  interpretare e provare a disciplinare la realtà; esse, però,
  non possono divorare ed esorcizzare la realtà stessa: in tal
  caso, farei fatica ad interloquire di politica, di
  rappresentanza e di democrazia, perché farei fatica a
  capire.
     La multiforme presenza di opzioni politiche, culturali ed
  ideologiche nel nostro paese deve avere parametri netti: la
  esistenza effettiva, non virtuale, non fittizia, non
  artificiale, nella vita del paese di un movimento o di un
  partito.
 
                              Pag. 42
 
     Rappresento un partito, ma quel che dico non vale solo per
  il mio partito.  Certamente, lo sento di più sulla carne della
  mia militanza nel partito che rappresento: siamo una delle
  pochissime formazioni politiche in Italia che hanno la
  possibilità di mobilitare centinaia di migliaia di persone e
  di spostare decine di migliaia di giovani; siamo presenti in
  tutti i consigli comunali, provinciali e regionali; nelle
  ultime elezioni amministrative, abbiamo avuto una conferma
  sostanziale, senza alcuna scalfittura del consenso elettorale;
  siamo presenti in tutti i sondaggi politici, nella medesima
  quantità significativa di oltre l'8 per cento: siamo, quindi,
  una forza di primo piano della scena politica italiana.
     Tuttavia, che paradosso della democrazia italiana è quello
  di vedere chiusi nel recinto del gruppo misto alcuni leader
  politici così rappresentativi!  Quando vengono assegnati al
  segretario del mio gruppo - l'onorevole Bertinotti - 3 minuti
  di tempo per discutere della tragedia del Cermis, penso che
  siamo ad un paradosso, ad una beffa; e non vi è formalismo o
  arzigogolo che possa spiegare decentemente tale paradosso.
     Avanziamo due proposte; lo facciamo proponendo un
  principio emendativo ed accogliendo altri principi emendativi
  di altro genere.  Dobbiamo, da un lato, sgonfiare il gruppo
  misto e ridurlo ad una dimensione fisiologica e dobbiamo
  prevedere la possibilità che le componenti politiche nel
  gruppo misto abbiano i giusti poteri e diritti e non soffrano
  delle strozzature che, talvolta, risultano umilianti anche per
  il singolo parlamentare.
     Contemporaneamente, dobbiamo consentire ad alcune forze,
  che sono state legittimate dal voto popolare e che esistono in
  tutto il paese, di essere qui per fare quello che dice Mino
  Martinazzoli, cioè per non ammainare la bandiera di una parte
  politica che è una parte viva della realtà: se questa non
  potesse essere presente qui, con la dignità che compete a chi
  è stato eletto ed ha un seguito, un consenso reale, ciò
  rappresenterebbe una mortificazione non di quella parte
  politica, ma del Parlamento e della democrazia.
 
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