| Luciano VIOLANTE, Presidente, avverte che sono
state presentate proposte di princìpi e criteri direttivi per
la riformulazione del testo della Giunta, la discussione sulle
cui linee generali si è conclusa in Assemblea nella seduta di
ieri.
Benché non spetti alla Giunta esprimere su di esse formale
parere, ha ritenuto opportuno che essa fosse convocata per
esaminarne il contenuto e verificare se taluno dei princìpi
presentati possa essere dalla medesima fatto proprio e
proposto all'Assemblea.
Alcune delle proposte di princìpi e criteri direttivi
presentate vertono su articoli del regolamento diversi da
quelli sui quali interviene la proposta di modificazione
presentata dalla Giunta per il regolamento. Poiché, per altro,
esse presentano comunque connessione con la materia trattata
nella proposta della Giunta stessa e con i temi affrontati nel
corso del dibattito presso questa, possono in ragione di ciò
ritenersi ammissibili.
Poiché alcune delle proposte presentate recano princìpi e
criteri direttivi riferiti a differenti aspetti nell'ambito
della materia trattata, per assicurare la chiarezza delle
votazioni ed evitare che abbiano a determinarsi preclusioni
casuali, propone che, in conformità con la procedura seguìta
nella seduta del 31 luglio 1997, tali proposte siano messe in
votazione per parti separate, in relazione ai diversi articoli
del regolamento ai quali si riferiscono le singole parti, e
quindi non secondo l'ordine di presentazione, ma secondo
l'ordine logico derivante dal loro contenuto. In tale ordine
esse verrebbero quindi pubblicate in apposito fascicolo.
Siegfried BRUGGER osserva che numerosi fra i princìpi
presentati potrebbero essere utilmente composti o unificati,
sì da proporre all'Assemblea ipotesi organiche ed evitare
l'approvazione di criteri direttivi incoerenti o di difficile
trasposizione normativa.
Riterrebbe perciò opportuno che il seguito della
discussione in Assemblea fosse rinviato, per consentire ai
relatori di svolgere quest'opera di coordinamento e di
armonizzazione.
Mauro GUERRA ritiene che, alla luce di quanto è
risultato dalla discussione svoltasi nella seduta di ieri,
sarebbe opportuno
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verificare gli ulteriori spazi per possibili intese su alcuni
dei princìpi presentati, considerando da un lato la
possibilità di recepirne alcuni, dall'altro l'esigenza di
evitare che risultino approvate proposte se non formalmente,
certo sostanzialmente antitetiche.
Si è d'altronde accertata una significativa consonanza su
taluni aspetti, che potrebbe favorire il raggiungimento di
soluzioni fondate su una larga base di condivisione fra i
gruppi parlamentari. A questo proposito, richiama in
particolare l'ipotesi relative alla costituzione di componenti
politiche autonome, nonché le proposte volte ad introdurre
disposizioni transitorie.
In ragione di ciò, reputerebbe che - ove sussista la
disponibilità delle forze politiche - un ulteriore
approfondimento dei problemi trattati e delle varie soluzioni
emerse potesse risultare utile per un più produttivo
risultato.
Luciano VIOLANTE, Presidente, precisa che
l'Assemblea, secondo quanto previsto dal calendario dei
lavori, dovrà esaminare domani le proposte presentate.
Soltanto in seguito, anche alla luce delle deliberazioni che
la Camera avrà adottato, potrà valutarsi il successivo iter
della proposta.
Alberto LEMBO ricorda come le modificazioni intervenute
nella composizione dei g gruppi parlamentari durante la
legislatura in corso abbiano prodotto gravi difficoltà, a
ovviare alle quali non sono certo sufficienti le misure
contenute nella proposta elaborata dalla Giunta. Utili
indicazioni potrebbero tuttavia emergere dal voto
dell'Assemblea, ove questa manifestasse orientamento
favorevole ad alcuna fra le proposte di princìpi e criteri
direttivi presentate. La previsione di norme transitorie, non
riferite a mutevoli aspetti della legislazione elettorale ma
alle forme d'organizzazione della Camera, potrebbe giovare
alla soluzione dei problemi in atto esistenti. Non crede,
invece, che si renderebbe un buon servizio alla Camera con
l'approvare modifiche regolamentari di piccolo momento, atte
soltanto a moltiplicare le componenti politiche all'interno
del gruppo misto e ad accrescere il numero dei deputati
segretari nell'Ufficio di Presidenza.
Paolo ARMAROLI non apprezza la strategia
dell'immobilismo e del rinvio, ritenendo più congruo che si
deliberi sulle proposte ricercando le ipotesi più idonee per
risolvere i problemi emersi. Riterrebbe praticabile una
soluzione che componesse i vari aspetti emersi dal dibattito,
integrando la proposta della Giunta con una disposizione atta
a garantire la permanenza dei gruppi formati all'inizio della
legislatura, quelli, cioè, la cui esistenza deriva
direttamente dall'espressione della volontà popolare riflessa
nei risultati delle elezioni politiche. Una scelta in questo
senso consentirebbe di elaborare sollecitamente una proposta
capace d'incontrare il necessario consenso.
Silvio LIOTTA rileva come i problemi palesatisi
nell'esame delle questioni relative alla disciplina dei gruppi
siano molteplici, e non si risolvano nella sola esigenza di
salvaguardare l'esistenza dei gruppi costituiti all'inizio
della legislatura.
La ricerca di una soluzione complessiva non può non
considerare il fatto che le difficoltà ravvisate non sono
risolubili con il solo ausilio del regolamento parlamentare;
le iniziative che possono essere adottate su questo piano
rivestono inevitabilmente un carattere transitorio, che
dissuade dal restringere soltanto ad alcune formazioni
politiche il diritto ad una piena rappresentanza nell'interna
organizzazione della Camera.
Giuseppe CALDERISI conviene circa l'opportunità di
limitare allo stretto necessario l'applicazione dell'istituto
della preclusione nel corso dell'esame dei princìpi e criteri
direttivi riferiti a proposte di modificazione al regolamento.
Proprio questo rende tuttavia più pressante l'esigenza di
evitare possibili casi di contraddittorietà nei deliberati,
che aggraverebbero la difficoltà di individuare una soluzione
efficace e univoca. Nell'attuale
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situazione infatti, è ben concreto il rischio di sottoporre
all'Assemblea - come pure è necessario fare - una serie
d'ipotesi che non hanno avuto sufficiente istruttoria
politica.
Nichi VENDOLA desidera richiamare l'attenzione della
Giunta sulle proposte intese a decongestionare il gruppo misto
consentendo ai gruppi, costituiti all'inizio della legislatura
e successivamente sciolti, di ricuperare soggettività, e
accrescendo altresì le prerogative e le facoltà delle
componenti politiche dello stesso gruppo misto. Si tratta
d'ipotesi non incompatibili ma complementari, che dovrebbero
essere attentamente approfondite per giungere ad una positiva
soluzione.
Mario TASSONE rileva l'anomalia della procedura seguìta
dalla Giunta con la presentazione della proposta doc. II, n.
36: una proposta - qualificata come tecnica - intesa a
consentire alla Camera un dibattito che, in conclusione, non
si è verificato. E' dubbio, in questa situazione, che
l'Assemblea possa ora utilmente esprimersi sulle proposte di
princìpi e criteri direttivi presentate. Le difficoltà
precedentemente riscontrate si ripropongono nella loro
oggettiva realtà, con ciò palesandosi la mancanza di contenuto
sostanziale nel documento che la Giunta ha presentato, il cui
principale effetto sembra essere l'allargamento della
composizione dell'Ufficio di Presidenza, attraverso la
previsione di una norma transitoria dal risultato
diametralmente opposto alla ratio della modifica recata
all'articolo 5 del regolamento.
Luciano VIOLANTE, Presidente, riconosce che la
richiesta di riflessione da alcuni avanzata non ha carattere
dilatorio; nondimeno, dubita che un rinvio possa giovare al
chiarimento delle posizioni in un dibattito nel quale si
contrappongono due ipotesi estreme relative ai requisiti per
la costituzione dei gruppi parlamentari, accanto ad alcune
proposte intermedie, sulle quali forse potrebbero rinvenirsi
possibilità di mediazione e di accordo, attraverso
l'elaborazione di norme aventi carattere transitorio o
permanente. Riterrebbe per questo utile che la Giunta
verificasse se su queste basi e in questa sede sia possibile
individuare una soluzione di compromesso.
Giuseppe CALDERISI segnala che il metodo di votazione
per parti separate, secondo quanto illustrato dal Presidente
all'inizio della seduta, rischia di nuocere alla chiarezza
delle decisioni che l'Assemblea sarà chiamata ad assumere.
Luciano VIOLANTE, Presidente, osserva che la
Giunta potrebbe convenire sulla possibilità che la Presidenza
chiamasse l'Assemblea a deliberare su alcuni princìpi,
enucleati in modo sintetico dalle proposte presentate, così da
permettere alla Giunta di approfondire poi gli aspetti
applicativi della soluzione indicata dal voto della Camera.
Elsa SIGNORINO concorda sulla proposta testé formulata
dal Presidente, osservando che, qualora l'Assemblea venisse
investita della deliberazione su proposte troppo
specificamente determinate, essa potrebbe giungere ad una
pronunzia non lineare, tale da compromettere l'esito
definitivo del procedimento. Sarebbe invece utile lavorare fin
d'ora a predisporre una soluzione intermedia, che non fosse
gravata da eccessivo numero di disposizioni transitorie, i cui
limiti sono stati opportunamente additati dall'onorevole
Tassone.
Luciano VIOLANTE, Presidente, propone che la
Giunta riesamini domani possibili ipotesi di princìpi,
predisposte dai relatori, restando inteso che l'approvazione
di uno di essi da parte dell'Assemblea precluderebbe i
restanti in quanto incompatibili.
Alberto LEMBO rileva la novità della procedura
prefigurata dal Presidente, che ha carattere derogatorio
rispetto al disposto regolamentare.
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Sarebbe disponibile ad ammettere che essa venisse adottata
in forza dell'intesa conseguita all'interno della Giunta per
il regolamento, mentre giudicherebbe incongruo che fosse
disposta su diretta decisione del Presidente.
Luciano VIOLANTE, Presidente, ritiene che la
Giunta dovrebbe determinare il contenuto e l'ordine dei
princìpi da porre in votazione, osservando tuttavia che la
responsabilità di disporre una votazione riassuntiva è dal
regolamento attribuita al Presidente.
Rinvia alla prossima seduta il seguito del dibattito.
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