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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


435541
SMC0475-0013
Bollettino Giunte e Commissioni n. 475 del 23 marzo 1999 - edizione definitiva - (SMC13-475)
(suddiviso in 206 Unità Documento)
Unità Documento n.13 (che inizia a pag.20 dello stampato)
                 ...COMMISSIONI RIUNITE
                  V (Bilancio) e XI (Lavoro)
 
 
SEDE REFERENTE
C5809. LAVCOMM
C5809.
Collegato ordinamentale su investimenti e occupazione. C. 5809 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Valentina APREA. Mario PEPE. Alfredo STRAMBI. Renzo INNOCENTI, presidente.
Martedì 23 marzo 1999. - Presidenza del Presidente della XI Commissione Renzo INNOCENTI. - Intervengono i Sottosegretari di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica, Giorgio Macciotta e Laura Pennacchi e per il lavoro e la previdenza sociale Raffaele Morese.
ZZSMC ZZRES ZZSMC230399 ZZSMC990323 ZZSMC000399 ZZSMC000099 ZZSMC475 ZZ13 ZZD ZZCR ZZC5 ZZC11 ZZRE ZZHH ZZII ZZFF
     Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato da ultimo
  il 18 marzo 1999.
 
     Valentina APREA (FI), limitando il suo intervento agli
  aspetti concernenti la formazione, rileva, in particolare,
  come l'articolo 64 pur essendo da condividere per la parte in
  cui prevede un obbligo di frequenza di attività formative -
  essendo noto che il sistema scolastico non è sufficiente a
  garantire un idoneo inserimento dei giovani nel mondo del
  lavoro -, non incontri la sua approvazione poiché, nel suo
  complesso punta, al di là delle apparenze, ad una
  statalizzazione della formazione professionale.  Poiché,
  infatti, il sistema di istruzione scolastica è menzionato al
  punto  a)  del comma 1, prima di quello della formazione
  professionale di competenza regionale, citato al punto
  b),  è evidente che la riforma della scuola, che
  importerà un obbligo di frequenza fino a 15 anni per i
  giovani, di fatto renderà residuale il ruolo della formazione
  professionale regionale, che avrebbe comunque dovuto essere
  riformata da tempo.
     E' evidente, quindi, che il Governo non è intenzionato ad
  operare una seria riforma della formazione professionale, che,
  per sua natura e per disposto costituzionale, deve
  qualificarsi necessariamente di carattere regionale, in quanto
  deve essere legata alle imprese ubicate sul territorio:
  diversamente, si continua a rafforzare il sistema di
  istruzione professionale scolastica statale che è "abusiva" da
  cinquant'anni, poiché è nata con una normativa transitoria che
  avrebbe dovuto essere applicata solo fino all'istituzione
  delle regioni.
     Quindi, la logica statalista che permea l'articolo in
  esame rischia di pregiudicare il futuro dei giovani e
  l'applicazione di un principio importante contenuto nelle
  disposizioni citate.
 
                              Pag. 21
 
     Manifesta, inoltre, la sua forte contrarietà alle
  disposizioni di cui all'articolo 65 che, muovendosi nella
  stessa direzione del precedente, opera una scelta
  anticostituzionale e statalista; poiché, infatti, si rimette
  ad una convenzione con le regioni l'avvio di corsi di
  specializzazione successivi al completamento del percorso
  scolastico, si attribuisce ogni competenza al Ministero della
  pubblica istruzione, sottraendola alle regioni.
     In conclusione, preannunciando la presentazione di
  emendamenti su tali punti, ritiene che il provvedimento in
  esame sprecherà un'occasione storica di riforma.
 
     Mario PEPE (PD-U) osserva innanzitutto, in relazione a
  quanto affermato dal deputato Aprea, che il comma 2
  dell'articolo 65 non esclude un intervento delle regioni in
  materia di formazione professionale.  Il Ministero del lavoro è
  semmai chiamato ad effettuare un controllo sui livelli
  formativi, assicurando degli  standard  adeguati sia in
  termini di qualità della prestazioni offerte, sia in termini
  di efficienza dei modelli proposti.  Ritiene, pertanto, che
  quanto previsto dall'articolo 65 sia condivisibile nel merito
  e perfettamente in linea con quanto previsto nel patto
  sociale.
     Condivide, altresì, quanto previsto dall'articolo 1,
  ritenendo che occorra prevedere un sistema efficace di
  monitoraggio degli investimenti; rileva, comunque, che i
  sistemi di controllo delineati devono avere il tempo per poter
  essere calati nelle singole realtà economiche onde potersi,
  una volta entrati a regime, valutare la loro efficienza dal
  punto di vista qualitativo.  Sottolinea, infatti, che spesso si
  procede con eccessiva repentinità al mutamento delle
  procedure, senza tenere nel dovuto conto che occorre lasciar
  loro il tempo necessario perché possano entrare a pieno
  regime.  Ritiene, inoltre, positiva l'individuazione di singoli
  distretti economici, allo scopo di poter valutare le variabili
  socio-economiche sulle quali si indirizza il singolo
  investimento.  Ricorda, al riguardo, che dall'audizione del
  Ministro del tesoro Ciampi è emersa una vena pessimistica in
  merito alle previsioni di crescita dell'economia; si è
  comunque sottolineata l'importanza di incentivare un processo
  in cui gli enti locali sviluppino autonomamente le loro forze
  propulsive, incentivando qualsiasi sviluppo di tipo
  imprenditoriale.
     Ritiene, altresì, estremamente positiva la previsione di
  uno snellimento delle procedure di finanziamento per le zone
  colpite da eventi sismici.  Per quanto riguarda, infine, gli
  interventi previsti per sollecitare la ripresa economica nelle
  aree più disagiate del Paese, rileva che occorre mettere in
  grado le regioni del Mezzogiorno di rilanciare la propria
  economia, soprattutto ora che esse non possono più avvalersi
  dei benefici di politiche pubbliche generali basate
  sull'incremento di competitività connesso a svalutazioni
  monetarie o su politiche di  deficit spending.
     Conclude preannunciando la presentazione di alcuni
  emendamenti al fine di apportare talune limitate e specifiche
  modificazioni al testo del provvedimento in esame.
 
     Alfredo STRAMBI (comunista) limitandosi a considerare
  gli aspetti di specifica competenza della XI Commissione,
  ritiene che sussista uno sfasamento tra gli obiettivi avuti di
  mira e la strumentazione introdotta allo scopo; in
  particolare, la previsione di un "costo zero" per la revisione
  di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali, rischia di
  essere illusoria e di rimandare ogni considerazione in
  proposito al momento dell'emanazione dei decreti legislativi
  attuativi.
     Quanto ai punti specifici di dissenso, esprime la sua
  contrarietà alle disposizioni dell'articolo 56, che elevano
  dal 2 al 3 per cento la decontribuzione per i contratti di
  secondo livello, sminuendo in tal modo il ruolo della
  contrattazione nazionale.  Ritiene, inoltre, che la previsione
  di un reddito minimo di inserimento crei un contesto
  favorevole alla crescita del lavoro nero.
     In merito, inoltre, al tema dei lavori socialmente utili,
  di cui all'articolo 43, comma 2, pur condividendo il percorso
  di progressivo svuotamento degli stessi dovuto
 
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  alla conclusione dei relativi progetti, ritiene che dovrebbe
  essere operata una scelta più esplicita sulla linea da
  seguire; ad esempio, sarebbe opportuno escludere
  dall'intervento le regioni che non abbiano concluso le
  procedure di competenza, almeno nella misura del 30 per cento,
  entro il 31 dicembre 1998.
     E' necessario, inoltre, creare convenienze per mantenere
  gli anziani nello svolgimento di attività lavorativa e,
  infine, non confondere il tema del  part-time  con la
  riduzione dell'orario, da un lato, e con la rivisitazione
  delle pensioni di anzianità dall'altro.  Riterrebbe
  preferibile, semmai, destinare maggiori risorse ai contratti
  di solidarietà.
     Si riserva, quindi di formulare emendamenti specifici
  sugli aspetti segnalati.
 
     Renzo INNOCENTI,  presidente,  constata che nessun
  altro chiede di intervenire.  Ricorda, a questo proposito, che
  in sede di programmazione dei lavori erano state rivolte
  critiche in ordine alla ristrettezza dei tempi a disposizione
  delle Commissioni e che, proprio per rispondere a tali
  sollecitazioni, sono stati ampliati i termini originariamente
  previsti per l'esame preliminare e programmate, altresì,
  specifiche audizioni.
     Non può che ravvisare una contraddizione fra le richieste
  di più ampi spazi di dibattito e la ristrettezza del numero
  dei deputati sinora intervenuti.  Auspica, pertanto, che il
  seguito dell' iter  abbia un andamento più ordinato, nel
  rispetto delle scadenze deliberate dagli Uffici di presidenza
  riuniti.
     Rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta di
  domani, mercoledì 24 marzo 1999.
 
     La seduta termina alle 11.30.
 
DATA=990323 FASCID=SMC13-475 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=0511 SEDE=RE NSTA=0475 TOTPAG=0178 TOTDOC=0206 NDOC=0013 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=CR D F PAGINIZ=0020 RIGINIZ=009 PAGFIN=0022 RIGFIN=033 UPAG=NO PAGEIN=20 PAGEFIN=22 SORTRES=9903233 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00475 SORTNAV=59903230 00475 b00000 ZZSMC475 NDOC0013 TIPDOCB DOCTIT0013 NDOC0013



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