| (Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con
osservazione)
La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 17
marzo 1999.
Franco FRATTINI (FI) ritiene che lo schema di
regolamento abbia il pregio obiettivo di avviare una svolta
anche per quanto riguarda l'organizzazione ed il metodo di
lavoro del Ministero degli affari esteri. Sotto questo profilo
tale schema di regolamento si inserisce nella stessa linea
seguita dalla riforma ordinamentale della carriera diplomatica
che la Camera dovrebbe approvare nei prossimi giorni. Il
provvedimento va altresì inquadrato nell'ambito del più ampio
percorso di riorganizzazione delle amministrazioni statali,
che dovrà portare sia la Presidenza del Consiglio sia gli
altri ministeri ad un profondo riordino strutturale e
funzionale.
Esprime pertanto apprezzamento per le scelte di fondo
operate dallo schema di regolamento, ma chiede taluni
chiarimenti al rappresentante del Governo. Innanzitutto,
comprende le ragioni che hanno portato ad una maggiore
articolazione degli uffici del Ministero in un segretariato
generale e dodici direzioni generali. Si chiede peraltro se
non sia opportuno inserire tra tali figure dei soggetti
intermedi di alta amministrazione, come dei vice segretari
generali preposti a vari settori tematici, che possano
realizzare un primo coordinamento interno. Si sofferma inoltre
sulla funzione del direttore politico, la cui figura è
presente nei ministeri degli esteri di tutti i paesi
occidentali, domandandosi in particolare quali compiti si
vogliano assegnare a tale direttore politico. Infine, richiama
l'attenzione sul ruolo di coordinamento del Ministero degli
affari esteri, che assume una importanza decisiva soprattutto
per quanto riguarda le fasi ascendente e discendente nei
rapporti con la politica dell'Unione europea. Ritiene
necessario distinguere con precisione le competenze relative
all'una e all'altra fase, in quanto si rischia altrimenti di
provocare una duplicazione di funzioni rispetto a quelle del
Dipartimento per il coordinamento con le politiche dell'Unione
europea.
Giacomo GARRA (FI) fa presente che il suo gruppo ha
apprezzato il riferimento contenuto nel parere del Consiglio
di Stato in ordine alla creazione del Ministero per gli
italiani all'estero operata dal Governo Berlusconi. Osserva
che la lettera d) del comma 8 dell'articolo 6 dello
schema di regolamento attribuisce alla direzione generale per
il personale il contenzioso relativo al personale e alle
questioni disciplinari, mentre il comma 2 dell'articolo 9
affida le questioni relative al contenzioso diplomatico ad
un'altra direzione generale. Esprime apprezzamento per tali
norme, ma rileva che esiste anche un altro tipo di contenzioso
- ad esempio concernente le obbligazioni non
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assolte o la responsabilità aquiliana - che non rientra nei
due generi citati: non si capisce chi debba occuparsene.
Personalmente non ritiene possibile che tale compito possa
essere assolto dal consulente legale del ministro, occupato da
ben altre questioni.
Antonio MACCANICO, presidente e relatore,
condivide le osservazioni del deputato Frattini, rilevando che
lo schema di regolamento mira a realizzare una riforma
estremamente importante che è opportuno raccolga il consenso
sia della maggioranza sia dell'opposizione. Per quanto
riguarda la proposta di istituire figure intermedie tra il
segretario generale e i direttori generali, fa presente che lo
schema di regolamento mira a rafforzare il primo,
demandandogli compiti di coordinamento complessivo, sia in
ordine alle aree tematiche e geografiche sia in ordine alla
direzione degli affari politici. Condivide le osservazioni del
deputato Frattini in merito ai problemi di coordinamento,
facendo presente che i rapporti con l'Unione europea non hanno
esclusivamente carattere intergovernativo. Nella fase
ascendente devono essere affrontati diversi argomenti ed è
pertanto giusto che tale fase venga guidata dalla Presidenza
del Consiglio e, in particolare, dal dipartimento per il
coordinamento delle politiche comunitarie esistente presso di
essa. Ritiene inoltre che l'ufficio di rappresentanza
dell'Italia presso l'Unione europea dovrebbe essere alle
dipendenze della Presidenza del Consiglio. Al momento però non
vi è ancora un provvedimento di riordino della stessa e,
quindi, è necessario richiamare l'attenzione sulla necessità
di realizzare un maggiore coordinamento tra la direzione
generale per l'integrazione europea del Ministero degli affari
esteri ed il citato dipartimento. Comprende le osservazioni
formulate dal deputato Garra in merito ai contenziosi, ma
ritiene che di ciò dovrà occuparsi il consulente legale del
ministro, investendone eventualmente l'Avvocatura dello
Stato.
Illustra, quindi, la proposta di parere sullo schema di
regolamento da lui formulata (vedi allegato).
Il sottosegretario Umberto RANIERI rileva
preliminarmente l'importanza che su un provvedimento come
quello in esame si ottenga il consenso della maggioranza e
dell'opposizione.
Lo schema di regolamento si propone di avviare una
ristrutturazione ed un ammodernamento del Ministero degli
affari esteri al fine di adeguarlo alle trasformazioni
intervenute sulla scena internazionale rendendolo più pronto a
raccogliere le sfide che si profilano nel mutato contesto
internazionale. Tale provvedimento si connette al progetto di
riordino della carriera diplomatica che la Camera dovrebbe
approvare entro la settimana. Con questi due provvedimenti si
mira a realizzare un assetto più efficace e funzionale, di
modo che la politica estera italiana possa avvalersi di
strumenti più agili che le consentano di competere con gli
altri paesi. Ritiene che la creazione delle direzioni generali
geografiche sia una delle innovazioni di maggior rilievo, che
consente di conformare il sistema italiano a quello utilizzato
nei paesi europei e negli Stati Uniti. Vengono poste infatti
su un piano di parità le competenze territoriali e quelle
trasversali, pur permanendo una distinzione tra di esse. Il
fine è quello di affermare un'ottica unitaria per realizzare
una trattazione globale dei problemi. Reputa altresì
estremamente importante il potenziamento dell'istituto
diplomatico, aprendolo alla formazione di funzionari
internazionali. Richiama inoltre l'attenzione sul Consiglio
per gli affari internazionali che rappresenta una novità di
notevole rilievo, essendo un organo che consente di realizzare
una riflessione sugli indirizzi strategici.
Ritiene che il problema del coordinamento venga risolto
dal provvedimento in modo soddisfacente. Il coordinamento
politico è assicurato dal Ministro, coadiuvato dai
sottosegretari, in rapporto con il Parlamento. Il
coordinamento gestionale è il
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piano su cui si collocano le funzioni del segretario
generale, tese ad assicurare la coerenza della attività svolta
da strutture istituzionalmente autonome nel quadro del
decentramento delle responsabilità.
Per quanto riguarda il suggerimento di istituire figure
intermedie tra il segretario generale e i direttori generali,
ritiene che ciò non sia convincente: esso rischia di
contraddire il principio ispiratore della riforma - volto ad
uno snellimento della scala gerarchica ed un decentramento
decisionale - e di far diminuire l'autonomia delle direzioni
generali. Ricorda che viene mantenuta la figura del direttore
politico pur non essendoci più una direzione degli affari
politici, nel senso che il direttore politico è il direttore
generale competente per area.
La scelta di dare vita ad una direzione generale per
l'integrazione europea consente di realizzare una trattazione
integrata delle tematiche comunitarie. A seguito del Trattato
di Amsterdam appare infatti difficile tenere distinti i vari
aspetti della politica dell'Unione europea. E' necessario
creare il migliore raccordo con la Presidenza del Consiglio,
al fine di evitare pericolose sovrapposizioni di competenze.
La direzione generale citata si adopererà per sostenere
l'azione del dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie della Presidenza del Consiglio, il cui ambito di
responsabilità riguarda il delicato e complesso versante
interno delle politiche comunitarie.
In merito alla questione relativa all'esistenza di un
tertium genus di contenzioso, condivide le
considerazioni del presidente, ritenendo che di esso possa
occuparsi il consulente legale del ministro, investendone
l'Avvocatura dello Stato. Sul punto, auspica comunque che si
svolga una riflessione ulteriore.
Marco BOATO (Misto-Verdi-U) annuncia il voto favorevole
sulla proposta di parere formulata dal relatore, condividendo
l'importanza della osservazione in essa contenuta, che
evidenzia la centralità della questione del raccordo tra
Ministero degli affari esteri e Presidenza del Consiglio. Tale
problema dovrà comunque essere affrontato anche nell'ambito
della riforma della Presidenza del Consiglio.
Domenico MASELLI (DS-U) annuncia il voto favorevole
sulla proposta di parere del relatore. Ritiene che il
provvedimento in esame rappresenti un passo decisivo per la
riorganizzazione del Ministero degli affari esteri.
Vincenzo CERULLI IRELLI (PDU) annuncia il voto
favorevole sulla proposta di parere del relatore, pur
ricordando che il provvedimento in esame si inserisce nel
complessivo riordino dei ministeri, che dovrà essere operato
in base alla legge n. 59 del 1997. Il futuro decreto
legislativo attuativo della stessa dovrà pertanto affrontare
il problema delle possibili sovrapposizioni e duplicazioni di
competenze, come quella tra la direzione generale per
l'integrazione europea del Ministero degli affari esteri ed il
dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie
della Presidenza del Consiglio. Ritiene pertanto che anche lo
schema di regolamento in esame dovrà comunque essere rivisto
alla luce di tale decreto legislativo successivo. Chiede
quindi di inserire una considerazione al riguardo nell'ambito
delle premesse del parere. Osserva, infine, che la competenza
relativa all'Unione europea dovrà in futuro essere sottratta
al Ministero per gli affari esteri in quanto non si tratta più
di politica estera ma interna.
Giacomo GARRA (FI) annuncia il voto favorevole del suo
gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Paolo ARMAROLI (AN) annuncia il voto favorevole sulla
proposta di parere del relatore.
Il sottosegretario Umberto RANIERI precisa che si sta
lavorando anche per una riforma della Presidenza del Consiglio
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e in quel contesto si affronteranno i problemi relativi al
coordinamento con il quadro comunitario. In ogni modo,
sottolinea che attualmente non vi è una "diarchia" in materia
tra Ministero degli affari esteri e Presidenza del Consiglio,
in quanto le rispettive competenze sono chiare e distinte.
Peraltro, potrebbero realizzarsi in futuro mutamenti e
sviluppi ulteriori dei quali si terrà conto.
Antonio MACCANICO, presidente e relatore,
riformula la sua proposta di parere nel senso richiesto dal
deputato Cerulli Irelli.
Marco BOATO (Misto - Verdi - U), intervenendo
sull'ordine dei lavori, invita il presidente ad assumere
iniziative affinché sia evitato che quando la Commissione
affronta questioni delicate, quali quelle relative alla
riorganizzazione dei Ministeri, fuori dall'Aula si formino
"picchetti" di funzionari appartenenti a tali Ministeri, che
possono esercitare una pressione anche psicologica sui
componenti della Commissione. Ricorda che in passato era stata
data disposizione ai commessi di allontanare tali soggetti
durante lo svolgimento dei lavori della Commissione.
Antonio MACCANICO, presidente e relatore,
condivide la preoccupazione del deputato Boato, assicurando
che si attiverà in tal senso.
Il sottosegretario Umberto RANIERI precisa che i
funzionari del Ministero degli affari esteri hanno seguito
l'esame dello schema di regolamento, nelle sedi consone, con
misura e riservatezza.
Marco BOATO (Misto-Verdi-U) sottolinea che la sua
osservazione ha carattere generale, prescindendo dal caso
concreto.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore,
nel testo riformulato (vedi allegato).
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