| Con l'interrogazione in esame gli interroganti chiedono
informazioni in merito all'attuale destinazione dell'edificio
demaniale sito in Merano, denominato Villa San Marco, che
risulterebbe recuperato forzosamente dall'ufficio del genio
civile - il quale lo aveva adibito a sede del tronco di
custodia n. 1 del circondario idraulico di Bolzano - per
assegnarlo in locazione "ad una associazione culturale privata
denominata Accademia di studi italo-tedeschi".
Al riguardo il competente Dipartimento del territorio ha
comunicato che effettivamente l'immobile denominato Villa San
Marco, sito in Merano, è stato oggetto di una lunga contesa
per la sua adeguata utilizzazione tra gli uffici del genio
civile, che lo avevano in disponibilità per l'intera
consistenza, e l'Amministrazione finanziaria che, invece,
lamentava quantomeno il disuso di una porzione dell'immobile
per un lungo periodo.
Risulta, preliminarmente, che sul predetto immobile, sito
nel centro abitato della città di Merano, "in una zona
signorile con superfici circostanti adibite a parchi privati
e/o giardini", sin dal marzo 1981, era stato imposto vincolo
di tutela artistica, (ai sensi della legge n. 1089 del 1939),
in considerazione del notevole rilievo
artistico-architettonico dello stabile. Con decreto (n.
1233/86) del Giudice tavolare era stata ordinata l'annotazione
del predetto vincolo di tutela artistica.
Peraltro, già dal febbraio 1964, il Provveditorato alle
opere pubbliche di Trento aveva comunicato all'ufficio del
genio civile ed all'allora Intendenza di finanza
territorialmente competente, il riscontro dell'inidoneità
dell'immobile per la conservazione del materiale di piena cui
era destinato e l'opportunità della sua restituzione
all'Amministrazione finanziaria per una più corretta e
proficua utilizzazione.
Sulla base delle predette argomentazioni, la Direzione
centrale del demanio (con comunicazione del 4 luglio 1994, n.
53143 alla locale sezione staccata) riteneva di poter
accogliere l'istanza di concessione dell'intero compendio
presentata dall'Accademia di studi italo-tedeschi.
Tuttavia, l'ufficio del genio civile (con lettera del 22
giugno del 1995) chiedeva di rientrare in possesso della
porzione dell'immobile per sopravvenute esigenze di servizio,
peraltro mai precisate nonostante le formali richieste da
parte dei competenti uffici dell'Amministrazione finanziaria
(con nota n. 53320 del 20 ottobre 1995 e successivi
solleciti).
Della questione e stata doverosamente informata la Procura
generale della Corte dei Conti al fine di accertare le
responsabilità per eventuali danni erariali concernenti il
mancato utilizzo per dieci anni della predetta porzione
immobiliare.
In seguito (con foglio n. 6358 del 25 gennaio 1996)
l'ufficio del genio civile di Bolzano rendeva noto che,
essendo venuta meno l'esigenza di fornire adeguata
sistemazione al nuovo dirigente di quell'ufficio, al momento
non era più necessario proporre la revoca della concessione
all'Accademia di studi italo-tedeschi del 2^ piano
dell'immobile demaniale "Villa San Marco", mentre confermava
l'esigenza di disporre della restante porzione dell'immobile
per il tempo necessario alla realizzazione del nuovo magazzino
idraulico di Marlengo.
Le successive vicende intercorse tra l'ufficio del genio
civile di Bolzano, anche alla luce delle determinazioni
assunte al riguardo da parte del Ministero dei lavori
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pubblici (Direzione generale per la difesa del suolo e
Direzione generale affari generali e del personale) e i
competenti uffici dell'Amministrazione finanziaria (Direzione
centrale del demanio, Direzione compartimentale del territorio
e Sezione staccata del demanio di Bolzano), hanno consentito
l'effettiva consegna di un'ulteriore porzione del fabbricato,
sito al primo piano di Villa San Marco, all'Accademia di studi
italo-tedeschi, precedentemente destinata ad alloggio del
sorvegliante idraulico.
Ed invero, sulla base degli accertamenti sui documenti e
sugli atti del fascicolo, effettuati dai competenti uffici
dell'Amministrazione finanziaria, si evidenziava l'esistenza
del Casello idraulico in via Palade n. 1, inutilizzato dal
1983. Tale immobile, ubicato lungo il fiume Adige, a parere
dei predetti uffici, risultava più idoneo all'uso di che
trattasi, rispetto all'immobile denominato "Villa San Marco"
che, oltre a risultare inglobato nel centro cittadino, distava
in linea d'aria dal fiume Adige circa 3 chilometri. Inoltre,
per l'esistenza del vincolo di tutela artistica,
l'assegnazione di parte dello stabile ad alloggio di servizio
del casellante idraulico appariva impropria.
Pertanto, la Sezione staccata di Bolzano (con nota del 13
maggio 1996, n. 1284) comunicava l'intenzione di dare inizio
alla procedura di sfratto in via amministrativa nei confronti
del signor Marco Cicala, ex sorvegliante idraulico,
dimissionario dal 1^ gennaio 1996.
Nelle more della consegna della predetta porzione di
immobile, da parte dell'ufficio del genio civile veniva
avviata la procedura di sdemanializzazione del compendio ed il
Magistrato delle acque di Venezia esprimeva parere favorevole,
pur ritenendo che dovesse essere temporaneamente mantenuta la
disponibilità dell'immobile fino all'attivazione del nuovo
magazzino idraulico di Marlengo.
Soltanto nel marzo 1998 i locali destinati ad alloggio di
servizio (siti al 1^ piano di Villa San Marco) venivano
consegnati alla Sezione staccata del demanio di Bolzano, ed in
seguito alla predetta Accademia, stante, tra l'altro,
l'intavolazione (di cui al decreto tavolare 12 settembre 1997,
n. 2310/96) del diritto di proprietà dell'intero complesso nel
Demanio pubblico dello Stato - ramo storico, artistico,
archeologico, richiesta dal Ministero delle finanze.
Anche la Direzione generale degli affari generali e del
personale del Ministero dei lavori pubblici (con foglio n. 798
del 20 febbraio 1998), preso atto della "avvenuta
escorporazione dal ramo opere idrauliche di 2^ categoria",
riteneva che fosse venuto meno il presupposto dell'utilizzo
dell'immobile quale casello idraulico.
Nella disponibilità del predetto ufficio del genio civile
rimaneva, comunque, il magazzino materiali, ubicato al piano
seminterrato per la resa in disponibilità del quale gli uffici
competenti dell'Amministrazione finanziaria avevano già
precedentemente suggerito l'utilizzo temporaneo del predetto
casello idraulico sito in via Palade n. 1, in attesa della
costruzione del nuovo magazzino idraulico di Marlengo.
Ciò nonostante, la Direzione generale della difesa del
suolo rilevava l'illegittimità del recupero forzoso del
compendio demaniale in questione, ritenendolo del tutto
arbitrario. Né l'immobile, a parere della predetta Direzione,
avrebbe potuto essere sdemanializzato prima della avvenuta
costruzione e messa in servizio effettiva del nuovo magazzino
idraulico da istituire a Marlengo.
In ogni caso (nel maggio 1998), l'Ufficio del genio civile
di Bolzano ha comunicato al competente Dipartimento del
territorio di aver inserito la costruzione del predetto nuovo
magazzino idraulico di Marlengo nel programma di interventi
per l'esercizio 1998 (sul capitolato 7701) trasmesso al
magistrato delle acque di Venezia.
Dai fatti illustrati, sembrano adeguate le motivazioni che
hanno spinto gli uffici dell'Amministrazione finanziaria ad un
differente utilizzo dell'immobile di che trattasi, pur
nell'attesa dei nuovi impianti di Marlengo e senza alcun
pregiudizio per il servizio pubblico.
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