| Onorevoli Deputati! - L'unito decreto-legge riunisce
disposizioni urgenti in materia sociale relative ad interventi
in favore dei profughi della ex Jugoslavia e del Ruanda ed
all'attività della cosiddetta "Commissione povertà" istituita
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'articolo 1 prevede l'ulteriore finanziamento delle
iniziative in favore degli sfollati dai territori della ex
Jugoslavia. L'evolversi della situazione in quel territorio
da una parte impone la prosecuzione degli interventi
assistenziali già in corso (i cui finanziamenti sono, allo
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stato, destinati ad esaurirsi con l'anno in corso) certamente
necessari tenendo presente che, secondo le stime del Ministero
dell'interno, al 31 dicembre 1995 erano presenti in Italia
quasi 60.000 cittadini ex jugoslavi di cui circa 10.000 di
origine Rom; d'altra parte rende evidente l'esigenza di
promuovere programmi per il rimpatrio dei profughi, anche in
relazione ad analoghe iniziative concordate con organizzazioni
internazionali e della Unione europea.
Infatti, sulla base degli accordi di Dayton, si è
concretamente aperta la possibilità di un rimpatrio degli
sfollati in condizioni di sicurezza; è pertanto necessario che
a tale graduale operazione (già prevista in via generale dal
decreto-legge n. 350 del 1992, convertito, con modificazioni,
dalla legge n. 390 del 1992) si proceda fin d'ora, disponendo
degli strumenti finanziari, amministrativi e contabili che
risultano necessari.
A tale fine sono stati predisposti i tre commi
dell'articolo 1, che consentono, appunto, il reperimento di
idonee risorse (comma 1), come peraltro già disposto in sede
di approvazione della manovra finanziaria mediante
accantonamenti previsti in bilancio nella rubrica relativa
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; il ricorso a nuove
forme di intervento assistenziale (comma 2); infine le
occorrenti modifiche contabili (comma 3).
L'articolo 2 riguarda i profughi ruandesi; infatti risulta
necessario provvedere al rifinanziamento del decreto-legge 24
giugno 1994, n. 406, convertito dalla legge 8 agosto 1994, n.
502, con il quale furono assicurati interventi sanitari,
medico-specialistici e chirurgici, nonché quelli successivi a
carattere assistenziale in favore di un gruppo di cittadini
ruandesi - in maggior parte minori - accolti in Italia a
seguito dei noti eventi che coinvolsero quel Paese.
Durante il 1995 è già stato possibile promuovere il
rimpatrio di alcuni di essi, mentre sono tuttora in assistenza
68 minori che sono in attesa di accertamenti sanitari di
controllo e per i quali si stanno verificando le condizioni di
sicurezza per il rientro in patria.
L'articolo 3 riguarda la proroga triennale delle funzioni
della Commissione di indagine sulla povertà e
sull'emargina-zione di cui alla legge 22 novembre 1990, n.
354, che si rende necessaria rilevando innanzi tutto come la
Commissione, la cui attività in base alla legge istitutiva
(interpretata dal Consiglio di Stato) doveva esplicarsi nel
corso di due trienni a partire dal 1990, abbia in realtà
operato, a partire dal 1991, per un triennio solo nella prima
composizione (presidente il professor Serpellon), mentre nella
seconda composizione (presidente l'onorevole Carniti) ha
finora potuto svolgere le proprie funzioni per soli 2 anni;
ciò è accaduto a causa della data di definitiva approvazione
della legge n. 354 del 1990.
D'altronde essa ha già raggiunto significativi e rilevanti
risultati, che tuttavia necessitano assolutamente di ulteriori
sviluppi ed approfondimenti.
Tanto rilevato, giova soprattutto sottolineare che
siffatta iniziativa appare non solo opportuna ma addirittura
doverosa poiché il Parlamento, in sede di elaborazione della
legge finanziaria, ha approvato un emendamento (dell'onorevole
Antonio Guidi) con cui sono stati accantonati (nella rubrica
"Presidenza del Consiglio del Ministri") 500 milioni annui per
gli anni 1996, 1997 e 1998, per l'onere finanziario relativo
alle spese di funzionamento della Commissione.
Tale esplicita manifestazione della volontà parlamentare
di prorogare per un triennio l'attività della Commissione, che
a causa dello scioglimento delle Camere non ha avuto il tempo
di consolidarsi nell'approvazione di una legge di proroga,
resterebbe frustrata se il Governo non provvedesse con una
decretazione d'urgenza.
A ciò si aggiunga che il 1996 è stato proclamato dall'ONU
anno internazionale di lotta all'esclusione sociale, il che
rende ancora più necessaria la proroga di funzioni della
Commissione.
Tutti e tre gli interventi sono finanziati ricorrendo a
disponibilità di bilancio già esistenti.
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