| Le risorse finanziarie previste per gli interventi in
favore degli sfollati dai territori della ex Jugoslavia sono
le seguenti:
l'articolo 1 del decreto-legge 27 maggio 1994, n. 318,
autorizza la spesa di lire 50 miliardi per ciascuno degli anni
1994, 1995 e 1996;
il decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, riduce gli
stanziamenti del 1995 e del 1996 a lire 45 miliardi per
ciascun anno (capitolo 1274).
Nel corso dell'approvazione della manovra di bilancio per
il 1996, sul fondo speciale di parte corrente per far fronte
ai provvedimenti legislativi in corso, sono stati stanziati 30
miliardi di lire facenti parte del complessivo accantonamento
relativo alla Presidenza del Consiglio dei ministri di 395.155
miliardi di lire in favore di profughi.
Le risorse già esistenti sono state utilizzate finora in
gran parte dal Ministero dell'interno per l'erogazione di
assistenze; in minore misura, dal Ministero della sanità (per
l'assistenza sanitaria), dal Ministero della difesa e dal
Dipartimento per la protezione civile, per assicurare i vari
tipi di alloggiamento ed aiuto volta per volta necessari.
Ferma restando per il corrente anno l'utilizzazione (già
in corso) dei preesistenti 45 miliardi di lire, destinati
prevalentemente alle esigenze di assistenza di circa 60.000
sfollati della ex-Jugoslavia, di cui circa 2.000 ospitati
presso i 14 centri profughi, con riferimento alle esigenze
finanziarie derivanti dall'avvio dell'attività di rimpatrio e
dalle gravi emergenze (che coinvolgono varie città italiane)
specificamente legate alla presenza di sfollati di origine
Rom, lo stanziamento di lire 30 miliardi dovrà essere
utilizzato quasi integralmente per l'assolvimento di ulteriori
interventi di assistenza in favore di questi profughi.
Più in particolare, circa il problema dei Rom risultano
presenti sul territorio nazionale oltre 9.800 sfollati di
quella etnia dei quali solo 1.100 sono assistiti dalle
prefetture di Venezia, Bologna, Firenze e Pescara che attuano
gli interventi attraverso apposite convenzioni con gli enti
locali il cui onere ammonta a lire 35.000 al giorno pro
capite.
Conseguentemente, il fabbisogno per la copertura delle
ulteriori attività assistenziali da attivare nei confronti dei
restanti 8.700 sfollati, risulterebbe superiore ai 70 miliardi
(35.000 x 8.700 x 8 mesi): per tale considerazione si è
ritenuto necessario prevedere la possibilità di trasferimenti
agli enti locali, con contributi una tantum (articolo 1,
comma 3) al fine di favorire una messa a regime, su base
convenzionale, degli interventi medesimi; la minore cifra
utilizzabile consentirà, comunque, gli interventi più
urgenti.
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Va inoltre ricordato che quota parte del predetto
stanziamento dovrà assolvere alle attività richiamate al comma
2 dell'articolo 1 che non risultano, allo stato,
quantificabili, nonché a maggiori esigenze finanziarie che
potrebbero essere prospettate dagli altri Dicasteri
interessati all'emergenza.
Con riferimento alla disposizione sui profughi del Ruanda
si rileva quanto segue.
Con il decreto-legge del 24 giugno 1994, n. 406,
convertito dalla legge 8 agosto 1994, n. 502, erano stati
finanziati interventi di soccorso e di assistenza in favore di
profughi ruandesi per 5 miliardi di lire.
Il totale esaurimento della somma stanziata comporta
pertanto la necessità di provvedere ad un rifinanziamento
della norma medesima in quanto:
a) con la medesima somma di lire 1.145.798.000
trasportata nel 1995, si sono potute assolvere solo
parzialmente le spese, soprattutto sanitarie, resesi
necessarie per gli interventi effettuati in quell'anno;
b) sono tuttora in assistenza 67 minori (in
istituti di Vercelli e di Roma) ed un bambino ospedalizzato
all'Ospedale Bambino Gesù di Roma dovrà essere assistito in un
centro di riabilitazione;
c) si dovrà provvedere inoltre a sostenere gli
oneri di rimpatrio sia per i suddetti 67 minori che per altri
44 bambini attualmente ospitati in istituti a Verona e
Brescia.
Alla luce di quanto esposto appare necessario utilizzare,
per il corrente anno, una quota dello stanziamento previsto
per i profughi, già rammentato in precedenza, per coprire gli
ulteriori interventi per il 1996 di cui alle lettere b)
e c), il cui onere è il seguente.
Per l'anno 1996:
1. oneri di assistenza per 56 minori presso l'istituto
"La Bertagnetta" di Vercelli. (56 X 22.500 X
365 gg.) L. 460.000.000
2. oneri di assistenza per 10 bambini presso l'istituto
"Linda Penotti" di Roma. (10 X 50.000 X
365 gg.) L. 182.500.000
3. assistenza post-ospedaliera per un bambino
handicappato (L. 86.000 X 180 gg.) L. 15.500.000
4. oneri per il rimpatrio di 67 minori di cui alla
lettera b) e dei 44 minori ospitati a Verona e Brescia
di cui alla lettera c) (L. 2.000.000 X
111 minori) L. 222.000.000
5. parziale rimborso per spese sanitarie sostenute
dalla prefettura di Roma e dal Ministero della
difesa L. 220.000.000
Totale fabbisogno L. 1.100.000.000
L'attività della Commissione d'indagine sulla povertà e
l'emarginazione è stata finora finanziata con stanziamenti
pari a 700 milioni di lire annui per i primi 3 anni ed a lire
350 milioni di lire per i successivi due anni.
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La cifra di 500 milioni annui (che peraltro è stata
modulata, sulle disponibilità già esistenti in bilancio) è
sufficiente a coprire le spese per l'ulteriore triennio. La
cifra appare, allo stato, congrua per far fronte alle spese di
funzionamento ordinarie relative a compensi e trattamento di
missione ai componenti (ricerche; studi; organizzazione di
convegni; seminari e gruppi di studio; pubblicazioni materiali
videografici eccetera).
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