| Onorevoli Colleghi! - Prima di procedere
all'illustrazione della presente proposta di legge, crediamo
sia importante fornire alcuni dati significativi che
riguardano il sistema forestale nazionale.
Complessivamente dal 1987 ad oggi la superficie boscata è
aumentata, ma questo dato non è dovuto tanto a programmi di
rimboschimento quanto al fatto che la superficie forestale è
in crescita soprattutto perché il bosco ha colonizzato e sta
colonizzando progressivamente le superfici abbandonate
dall'agricoltura.
L'attività agricola purtroppo tende a contrarsi, le
superfici agricole a ridursi, e su di esse, una volta
abbandonate, si espande per processi naturali il bosco.
Programmi di rimboschimento ci sono stati, grazie alle
risorse provenienti dal Governo, dalle regioni, dall'Unione
europea, eccetera.
Gran parte di queste risorse sono state però stornate alla
lotta agli incendi boschivi, fenomeno sempre più dannoso e
difficilmente controllabile.
Il patrimonio forestale nazionale appartiene:
a) per il 66 per cento ai privati;
b) per il 25 per cento ai comuni;
c) per il 7 per cento alle regioni;
d) per il 2 per cento allo Stato e ad enti
vari.
In linea generale l'atteggiamento dei proprietari privati
nei confronti dei boschi è di sostanziale latitanza,
soprattutto dal punto di vista della gestione della
risorsa.
Un bosco non è un museo, esso ha bisogno di essere gestito
in maniera corretta, non va abbandonato a se stesso ma curato
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con le tecniche più moderne; questo perché una foresta ben
curata, oltre a portare vantaggi dal punto di vista
naturalistico, paesaggistico ed economico, rende difficile il
propagarsi degli incendi boschivi e delle malattie. Un bosco
non è altresì una miniera da cui estrarre sempre e
continuamente materiale legnoso (come spesso accade oggi); ci
si rivolge al bosco quasi sempre solo per la raccolta del
frutto e per l'utilizzazione del soprassuolo. La disaffezione
verso questa risorsa fondamentale è dovuta al fatto che i
proprietari non ricavano più da esso un elemento significativo
nell'ambito del bilancio familiare.
Occorre, secondo noi, procedere all'approvazione di una
legge che coinvolga i proprietari in una prospettiva di
gestione ecocompatibile.
L'ipotesi che vogliamo portare avanti riguarda la
possibilità di concedere agevolazioni fiscali per i
proprietari di boschi e di foreste che si impegnano in opere
di manutenzione selvicolturale dei boschi di cui ne abbiano la
disponibilità; si rendono inoltre deducibili dall'imposta sul
reddito delle persone fisiche (IRPEF) e dall'imposta sul
reddito delle persone giuridiche (IRPEG), le erogazioni
liberali in denaro in favore dello Stato, di enti, di
istituzioni pubbliche, di fondazioni, di associazioni
legalmente riconosciute che senza scopo di lucro svolgono o
promuovono attività di manutenzione di boschi e di foreste
appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato, delle
regioni e degli enti locali.
Si tratta prima di tutto di modificare i princìpi della
legge n. 512 del 1982 applicati alle risorse forestali, e
quindi di modificare il decreto legislativo n. 460 del 1997;
le modifiche proposte comportano benefìci in termini di
immagine, di educazione e di cultura; sotto il profilo
occupazionale (necessità di opere di restauro e di
manutenzione); dal punto di vista della minore spesa per gli
incendi, perché in un bosco curato l'incendio si propaga più
difficilmente e infine implicano un aumento della qualità del
bosco.
Riteniamo che la presente proposta di legge contenga
veramente degli elementi innovativi per il settore forestale e
ambientale il quale, purtroppo, oggi manifesta seri problemi e
necessita di urgenti misure di intervento.
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