| Onorevoli Colleghi! - La rivoluzione del commercio
elettronico è alle porte, essa comporterà sfide ed opportunità
che il nostro Paese non può mancare. Il commercio elettronico,
che fino a poco tempo fa si limitava ad un'attività tra
imprese su reti chiuse di tipo "proprietario", ora si sta
rapidamente espandendo in una complessa rete di attività
commerciali svolte su scala globale tra un crescente numero di
partecipanti (imprese e privati, noti e ignoti) su reti aperte
globali quali, ad esempio, INTERNET. Ovviamente, il commercio
elettronico non si limita ad INTERNET, esso comprende numerose
applicazioni nella banda stretta (videotex), di
radiodiffusione (televendita), come pure contesti
off-line (vendita tramite cataloghi su CD-ROM) e
reti d'impresa "proprietarie" (servizi bancari). Tuttavia
INTERNET, che si avvale di protocolli affidabili e
indipendenti dalla rete, sta rapidamente realizzando la
fusione di svariate forme di commercio elettronico, mentre le
reti d'impresa si trasformano in altrettante INTRANET.
Il commercio elettronico - secondo la definizione
contenuta nella comunicazione della Commissione delle Comunità
europee del 16 aprile 1997 "Un'iniziativa europea in materia
di commercio elettronico" - consiste nello svolgimento di
attività commerciali per via elettronica. Esso è basato
sull'elaborazione e sulla trasmissione di dati (tra cui testo,
suoni e immagini video) per via elettronica e comprende
attività disparate quali: commercializzazione di merci e di
servizi per via elettronica; distribuzione on-line di
contenuti digitali; effettuazione per via elettronica di
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operazioni quali trasferimenti di fondi, compravendita di
azioni, emissione di polizze di carico, vendite all'asta,
progettazione e ingegneria in cooperazione; on-line
sourcing; appalti pubblici per via elettronica, vendita
diretta al consumatore e servizi post-vendita.
Il commercio elettronico comprende prodotti (ad esempio
prodotti di consumo, apparecchiature specialistiche per il
settore sanitario), servizi (ad esempio servizi di
informazione, servizi giuridici e finanziari), attività di
tipo tradizionale (ad esempio l'assistenza sanitaria e
l'istruzione) e di nuovo tipo (ad esempio centri commerciali
virtuali).
Sotto la denominazione di "commercio elettronico" sono
compresi il commercio elettronico indiretto (ordinazione per
via elettronica di beni materiali, la cui consegna fisica è
pur sempre effettuata tramite canali di tipo convenzionale,
quali la posta o i corrieri commerciali) e il commercio
elettronico diretto (ordinazione, pagamento e consegna
on-line di beni e servizi immateriali quali
software informatico, materiali d'intrattenimento o
servizi informativi su scala globale).
Essendo un contesto in rapida evoluzione, il commercio
elettronico sta dando origine ad un'ampia gamma di imprese, di
mercati e di collettività commerciali innovative, grazie alla
creazione di nuove funzioni e di nuovi flussi di entrate.
La citata comunicazione della Commissione delle Comunità
europee, ha inteso incoraggiare uno sviluppo intenso del
commercio elettronico in Europa, un settore destinato secondo
tutti gli esperti ad una rapida evoluzione. L'Europa è dunque
impegnata nel sostegno a questo settore nella considerazione
che un suo adeguato sviluppo è destinato ad avere un notevole
impatto sulla competitività dei sistemi locali, vista la
dimensione globale del commercio elettronico. Il commercio
elettronico presenta, infatti, enormi potenzialità per i
consumatori e per le imprese, in particolare per quelle di
piccole dimensioni.
Ma di pari passo con le opportunità crescono anche le
sfide alle quali il sistema industriale e commerciale sono
chiamati a rispondere.
Il commercio elettronico è destinato ad indurre profondi
cambiamenti strutturali nelle economie e nella vita degli
individui. Sarà, infatti, necessario disporre di nuove
competenze per creare e per conservare posti di lavoro in
Europa. Settori quali il dettaglio e la distribuzione (che
contano in Europa 20 milioni di occupati) e il turismo (6
milioni di occupati) dovranno adeguarsi per poter sfruttare
queste opportunità, espandendo le imprese esistenti e
avviandone di nuove.
Per il nostro Paese è questa una grande opportunità. I
principali concorrenti dell'Europa hanno già colto con
decisione le potenzialità offerte dal commercio elettronico.
In particolare gli Stati Uniti sono in una posizione molto più
avanzata rispetto all'Europa, che soffre della lentezza con la
quale procede alla definizione di procedure e di normative
omogenee. Tuttavia l'adozione della moneta unica, il rapido
sviluppo del commercio su INTERNET in vari Stati membri
dell'Unione europea, la forza delle infrastrutture
tecnologiche europee, la grande creatività, la diversità
linguistica e culturale di cui è ricca l'Unione europea fanno
ritenere che si assisterà ad una forte accelerazione nel
processo di adozione del commercio elettronico in Europa.
E' utile rilevare che il commercio elettronico rende
possibili scambi a basso costo tra regioni e frontiere
nazionali e che, per trarre i pieni vantaggi che esso offre, è
necessario sviluppare una serie di canali di distribuzione e
una rete transeuropea efficaci per la consegna fisica delle
merci ordinate per via elettronica, che comprenda, tra
l'altro, servizi postali moderni ed efficienti.
Il commercio elettronico, per lungo tempo ostacolato dalle
elevate tariffe delle telecomunicazioni, a seguito
dell'applicazione del pacchetto di misure di liberalizzazione
nel settore delle telecomunicazioni sta già producendo una
diminuzione dei prezzi e sistemi di determinazione dei prezzi
più flessibili. Attualmente si pone il problema dei "colli di
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bottiglia" che ostacolano la capacità disponibile e la
fornitura di un'infrastruttura ad elevata larghezza di banda
che rappresentano una sfida per l'Europa. Altro problema
chiave è quello di garantire l'interoperabilità globale in
settori chiave quali, ad esempio, la garanzia delle tecnologie
e dei sistemi di pagamento.
Lo sviluppo del commercio elettronico ha come fondamento
la fiducia e la sicurezza tra le imprese e i consumatori. Ciò
comporta la diffusione di tecnologie affidabili (quali le
firme elettroniche, i certificati elettronici e meccanismi
sicuri di pagamento elettronico), nonché di un contesto
giuridico e istituzionale che consenta la messa in opera di
tali tecnologie.
E' indispensabile evitare incongruenze a livello
regolamentare e garantire un quadro giuridico e regolatore
coerente per il commercio elettronico a livello dell'Unione
europea, fornendo tuttavia risposte di tipo regolamentare in
tutte le fasi dell'attività commerciale, che vanno dalla
creazione dell'impresa fino alla promozione e alla diffusione
delle attività nel campo del commercio elettronico, alla
conclusione dei contratti e all'effettuazione di pagamenti per
via elettronica. Nel contempo è necessario affrontare problemi
decisivi quali la sicurezza dei dati, la tutela dei diritti di
proprietà intellettuale, dei servizi ad accesso condizionato,
della vita privata e la creazione di un contesto fiscale
trasparente e neutrale.
Il mercato INTERNET italiano mostra negli ultimi anni una
grande, vivacità riguardo allo sviluppo delle pagine
Web. Infatti mentre nei 15 Paesi membri dell'Unione
europea, queste ultime sono salite da 3,419 milioni nel
gennaio del 1996 a 23,484 milioni nel luglio 1997 (dati
Databank Consulting), nello stesso periodo le pagine Web
in Italia sono passate da 320 mila a 2,875 milioni. L'Italia è
così passata al terzo posto in Europa dopo la Germania e la
Gran Bretagna e davanti alla Francia. Tuttavia deve essere
sottolineata la peculiarità della crescita del mercato
INTERNET nel nostro Paese, che come negli altri Paesi del sud
Europa, è caratterizzata da una penetrazione relativamente
bassa di host INTERNET rispetto alla media di pagine
Web per host, che risulta molto più alta del nord
Europa. Ciò fa sì che permanga un divario nella crescita degli
host nei Paesi del sud Europa rispetto alla crescita
delle pagine Web, con il rischio che la crescita della
rete non tenga il passo con lo sviluppo del Web.
Con la definizione del quadro regolamentare delle
comunicazioni (legge 31 luglio 1997, n. 249) il nostro Paese
ha definito i princìpi generali per la completa apertura del
mercato delle telecomunicazioni, mentre sempre nel 1997 è
stato completato il recepimento delle direttive comunitarie
(95/51/CE della Commissione, del 18 ottobre 1995, 95/62/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 1995,
96/2/CE della Commissione, del 16 gennaio 1996, 96/19/CE,
97/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 aprile
1997, 97/33/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30
giugno 1997) che portano a compimento la liberalizzazione del
settore e regolamentano il settore della telefonia
pubblica.
Inoltre, con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114,
recante la riforma della disciplina relativa al settore del
commercio, è stato compiuto il primo passo per una politica di
sostegno allo sviluppo del settore. L'articolo 21 del citato
decreto stabilisce infatti che il Ministero dell'industria,
del commercio e dell'artigianato promuova l'introduzione e
l'uso del commercio elettronico attraverso azioni mirate a
sostenerne la crescita, a tutelare gli interessi dei
consumatori, a promuovere lo sviluppo di campagne di
informazione e di apprendimento per operatori del settore, a
predisporre azioni finalizzate a migliorare la competitività
globale delle imprese, a favorire l'uso di strumenti e
tecniche di gestione volti a garantire l'affidabilità degli
operatori, accrescendo in tale modo la fiducia del
consumatore, e a garantire la partecipazione italiana al
processo di cooperazione e negoziazione europea ed
internazionale per lo sviluppo del commercio elettronico. Il
Ministero in tale azione si avvarrà di convenzioni e di
accordi di programma con soggetti pubblici e privati.
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Come si noterà, il decreto legislativo n. 114 del 1998,
non è entrato nel merito di una vera e propria
regolamentazione del settore, rimane quindi del tutto aperta
la prospettiva, affidata all'iniziativa parlamentare, di
stabilire un insieme di norme orientate a sostenere lo
sviluppo del commercio elettronico, evitando di ingabbiarne le
enormi potenzialità, legate alla flessibilità e alla velocità
tipiche delle attività che si svolgono nell'etere. A tale fine
è stata predisposta la presente proposta di legge, della quale
si auspica la rapida approvazione.
Le principali linee di intervento sulle quali intende
muoversi la presente proposta di legge sono l'individuazione
delle finalità; la definizione di transazioni elettroniche
(transazioni tra imprese; transazioni tra imprese e
consumatori o utenti; transazioni tra pubblica amministrazione
e imprese; transazioni tra pubblica amministrazione e
cittadini); l'individuazione degli operatori del commercio
elettronico anche attraverso l'obbligo di iscrizione delle
imprese di commercio elettronico ad uno speciale registro
della camera di commercio, industria, artigianato e
agricoltura; l'individuazione delle diverse forme di vendita
elettronica (dettaglio, ingrosso, beni, servizi, eccetera);
l'istituzione della Commissione per i servizi informatizzati e
il commercio elettronico presso l'Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni; la semplificazione di normative e di
procedure anche di tipo fiscale e doganale; il sostegno a
progetti informativi e pilota; l'adozione di misure atte a
sviluppare sistemi di pagamento semplici, efficaci e sicuri;
la tutela della proprietà intellettuale e dei marchi; la
regolamentazione della firma digitale; la definizione dei
requisiti dei soggetti certificatori. Tutto questo nel
contesto di un sostanziale accoglimento delle linee contenute
nella proposta di direttiva attualmente all'esame della
Commissione europea.
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