| Onorevoli Deputati! - Con circolari l'Istituto della
Banca d'Italia ha comunicato alle banche disposizioni
concernenti gli istituti che svolgono attività di raccolta del
risparmio e di erogazione di finanziamenti; in base a quanto
disposto dalla Banca centrale gli istituti di risparmio e di
finanziamento diversi dalle banche devono procedere alla
dismissione della racconta entro il 31 dicembre 1998. La Banca
d'Italia denuncia l'attività illegittima di questi istituti
dichiarando che gli stessi raccolgono il risparmio ed
esercitano il credito in violazione delle disposizioni dettate
dagli articoli 10, 11 e 131 del testo unico delle leggi in
materia bancaria e creditizia, emanato con decreto legislativo
1^ settembre 1993, n. 385, che riserva, tutelando penalmente,
tali attività a favore delle banche. In tale contesto le
associazioni denominate "casse peote" dovranno, secondo le
disposizioni impartite dalla Banca d'Italia, cessare la loro
attività entro il 31 dicembre 1998.
Le "casse peote", operanti da tempo immemorabile nel
territorio della nostra regione, frutto della cultura dei
veneti basata su valori quali il risparmio, l'oculatezza nelle
spese e, non da ultima, la solidarietà sociale, si sono
radicate via via anche nei centri minori sostituendosi
all'attività delle grosse istituzioni finanziarie interessate
a ben altri capitali. Queste libere associazioni sono servite
a finalizzare in maniera mirabile il tipico risparmio delle
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nostre genti, passato dal tipico soto el pajon ad una
forma più evoluta indirizzata a soddisfare esigenze sociali.
La cassa peota è stata ed è tuttora per la gente veneta un
preciso punto di riferimento nell'economia delle comunità
locali, basata sulla conoscenza diretta e personale dei soci e
delle persone che ricorrono ad essa, patrimonio esclusivo ed
indissolubile della cultura veneta imperniata in consuetudini
secolari, ovvero su regole non scritte accettate e condivise
da tutti.
Ora questo patrimonio di civiltà e di cultura rischia di
essere spazzato via da norme emanate in modo frettoloso e
dettate più dall'emergenza di arginare pochi fenomeni
illeciti, che nulla hanno in comune con le "casse peote", più
che su una conoscenza della realtà locale dove operano
migliaia di associazioni pulite con scopi altamente
meritori.
La presente proposta di legge intende salvaguardare
l'esistenza delle casse peote estendendo la deroga prevista
dal comma 4 dell'articolo 11 del citato testo unico emanato
con decreto legislativo 1^ settembre 1993, n. 385, anche alle
associazioni organizzate secondo consuetudine e senza fini di
lucro che svolgono esclusivamente attività di raccolta del
risparmio presso i propri soci destinandolo ai fini sociali e
solidaristici tra gli appartenenti alla stessa comunità
locale.
Siamo convinti che solo una più attenta previsione
normativa possa essere la soluzione idonea per garantire la
continuità dell'attività di queste associazioni nel rispetto
dei limiti imposti dalla legge.
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