| Onorevoli Colleghi! - La città di Trani trae origine
dallo stanziamento di un nucleo di abitanti, probabilmente
pescatori, attestatasi in prossimità di un flumicellum,
terminante con un'insenatura naturale. L'originario nucleo
crebbe in maniera più consistente, fino a formare un vero e
proprio centro urbano, con un porto naturale. Trani, città
marinara, divenne uno dei più importanti porti dell'Adriatico
dal quale si imbarcavano per la Palestina e l'Oriente
mercanti, crociati e pellegrini provenienti da tutta l'Europa.
A Trani vennero promulgati nel 1063 gli Statuti marittimi, il
più antico codice della navigazione del medioevo:
Ordinamenta seu consuetudo maris edita per consules
civitatis Trani.
Nell'anno 1099 fu iniziata la costruzione della cattedrale
in onore del santo locale, Nicola il Pellegrino, venuto da
Stiro nella Grecia e beatificato appena cinque anni dopo la
sua morte avvenuta a Trani il 2 giugno 1094. Barisano da Trani
aveva creato in questa città una sua scuola d'arte per la
fusione del bronzo, specializzandosi nella tecnica della
scultura a rilievo, che fu una svolta decisiva nella tecnica
scultorea, innovativa rispetto a quella a linee incise,
propria delle porte in bronzo bizantine. Nel 1175 questo
artista realizzò la porta della cattedrale di Trani e
successivamente fuse le porte del Duomo di Ravello e di
Monreale.
La prosperità economica, la fede religiosa della
popolazione, il richiamo di artisti stranieri, la presenza di
artigiani lavoratori della pietra, tra i quali molti si erano
elevati a vette artistiche, fecero sorgere a Trani una fucina
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d'arte, che divenne poi, nel XIII secolo, una vera e propria
scuola artistica come testimoniato dai documenti e confermato
dalla presenza di valenti artisti. Per l'intensità di traffici
con il vicino oriente Trani vide insediarsi una consistente
comunità ebraica, cui appartennero valenti studiosi quali
Isahia Ben Malì, detto il Vecchio, che fondò la scuola di
studi ebraici, e suo nipote Isahia Ben Elia, detto il Giovane,
importante talmudista. A Trani nel XIII secolo vi erano ben
quattro sinagoghe, delle quali quella meglio conservata oggi,
trasformata in tempio cattolico, era detta Scolanova.
Nel 1221 Federico di Svevia, venuto a Trani, coerente con
il suo ruolo di protettore di tutte le genti che si
insediavano nei Regni di Puglia e di Sicilia, confermò agli
ebrei tutti i privilegi e le usanze di cui godevano e concesse
inoltre alla comunità di Trani l'esclusiva nel meridione della
lavorazione e del commercio della lana e della seta. Il
Castello federiciano fu sede di avvenimenti storici di grande
importanza. Per la sua realizzazione l'aspetto estetico e
l'impianto architettonico furono tenuti in grande
considerazione assicurando, comunque, la possanza e
l'efficienza proprie di una fortificazione atta alla difesa da
terra e dal mare, che pertanto può considerarsi un gioiello
dell'architettura federiciana e più in generale significativa
testimonianza di architettura medievale. All'interno delle sue
mura si svolsero due matrimoni d'eccezione: quello del re
Manfredi con la bella Elena d'Epiro, il 2 giugno 1259, e
quello di Carlo d'Angiò con Margherita di Nevers, figlia del
conte di Borgogna, il 18 novembre 1268.
Anche l'architettura civile esprime opere pregevoli
risalenti alla dominazione aragonese. Sono riferibili a questo
periodo il palazzo Caccetta, costruito dal ricco mercante
Caccetta e residenza del governatore veneziano, il palazzo
Palagano del conte di Trani Pietro Palagano, il palazzo Vischi
successivamente adibito a biblioteca comunale. Sempre allo
stesso periodo risale il pregevole monastero dei santi Agnese
e Paolo ora di Santa Chiara, già convento delle nobili
clarisse di San Giovanni. Nei secoli successivi altri palazzi
di notevole interesse arricchirono Trani quali i palazzi
Torres, Beltrani, De Angelis, Ventricelli, Lopez, Gadaleta,
Bianchi, Lepore-Campitelli, Soria, Antonacci, Quercia,
Valenzano, Broquier, definito uno dei più belli della regione,
Covelli, definito dal cardinale Tisserant "un angolo di
Versailles", tutti sottoposti al vincolo di cui alla legge n.
1089 del 1939.
Il patrimonio architettonico-religioso annovera, con
riferimento all'XI secolo, oltre all'incomparabile Cattedrale,
la chiesa sotterranea di San Martino e quella di Santa Maria
De Russis ora di San Giacomo; inoltre sono quattro le chiese a
cupole affiancate dedicate, rispettivamente, a San Francesco,
Sant'Andrea, Santa Lucia e Sant'Antonio Abate. Del XIII secolo
sono le chiese di S. Croce, ora San Domenico, e le sinagoghe
di Scolanova e Sant'Anna, il suggestivo monastero Colonna e la
chiesa rupestre di Santa Geffa. Non è un caso, quindi, che
tanto rilievo urbanistico comportò che Trani fu sede nel 1792
del primo teatro aperto in Puglia intitolato a Ferdinando II,
in seguito, purtroppo, abbattuto.
La città di Trani, in particolare il suo centro storico,
rappresenta quindi un patrimonio inestimabile che deve essere
preservato e salvato dal degrado dovuto all'incuria e alla
mancanza di fondi necessari al suo restauro. Il nostro Paese
non può disinteressarsi ad un insieme urbanistico e
monumentale che potrebbe costituire, se adeguatamente tutelato
e valorizzato, una occasione di crescita economica e culturale
non solo per la stessa città ma per l'intera regione. A tale
fine la presente proposta di legge prevede la concessione di
uno stanziamento triennale al comune di Trani, necessario per
procedere al restauro conservativo degli immobili storicamente
pregevoli oltre ad un riassetto degli elementi caratterizzanti
l'identità del tessuto urbanistico.
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