| Onorevoli Colleghi! - La riforma e la semplificazione
della pubblica amministrazione costituiscono fattori
fondamentali per il rilancio del sistema-Italia. E' noto,
infatti, che le potenzialità del nostro sistema economico sono
troppo spesso soffocate da un assetto burocratico
eccessivamente oneroso e scoordinato; il che, in epoca di
concorrenza globale, rappresenta un fattore negativo a danno
dei nostri operatori creando un freno strutturale alla
competitività internazionale di questi ultimi. Al proposito si
rileva che la stessa legge 15 marzo 1997, n. 59, pone tra i
principali obiettivi della delega "la promozione della
internazionalizzazione e della competitività delle imprese. In
aggiunta, la razionalizzazione del funzionamento degli uffici
pubblici favorisce un rapporto davvero paritario tra cittadino
e Stato. Più in particolare, il trasferimento di molte
attribuzioni alle regioni ed agli enti locali permette ai
cittadini di avere centri di responsabilità pubblica più
vicini, superando un'amministrazione "centralista" ed
inefficiente.
Da quanto evidenziato discende che il dettato della legge
n. 59 del 1997 attinge materia politica e normativa di sicuro
interesse generale riguardando, in sintesi, il migliore
funzionamento del sistema economico nazionale ed il
rafforzamento del rapporto tra cittadino e Stato.
La rilevanza di tale materia impone, dunque, che la
trattazione di questa debba necessariamente passare al vaglio
del Parlamento, inteso quale unico organo rappresentativo del
complesso dei cittadini e dei loro diversi interessi. E ciò
dovrebbe avvenire attraverso l'opera delle competenti
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Commissioni parlamentari di merito, che, per l'appunto, sono
gli organi istituzionalmente deputati a svolgere l'esame
tecnico e politico dei provvedimenti legislativi di maggiore
importanza. Questa ovvia conclusione è frustrata, peraltro,
nel caso specifico, dall'istituzione e dal funzionamento della
Commissione bicamerale consultiva in ordine all'attuazione
della riforma amministrativa prevista dall'articolo 5 della
legge n. 59 del 1997, e successive modificazioni. Ai sensi del
citato articolo 5, tale Commissione dovrebbe limitarsi:
a) ad esprimere pareri sulle materie previste dalla
legge n. 59 del 1997; b) a verificare periodicamente lo
stato di attuazione delle riforme previste da quest'ultima
riferendone ogni sei mesi alle Camere.
In concreto, però, l'esercizio delle citate attribuzioni
ha svuotato ed espropriato quelle delle concorrenti
Commissioni parlamentari di merito, erodendo così la funzione
di queste ultime e favorendo una sempre più incondizionata
traslazione del potere normativo in favore del Governo
(traslazione già perseguita attraverso il ricorso,
inopinatamente frequente, alla delega legislativa).
Pertanto, si rende necessario ed urgente sanare l'anomalia
istituzionale prodottasi, restituendo al Parlamento ed alle
sue Commissioni di merito la "centralità" loro garantita dalla
Costituzione. Questo è quanto intende ottenere la presente
proposta di legge, la quale, abrogando l'articolo 5 della
legge n. 59 del 1997, restituisce alle competenti Commissioni
parlamentari (articolo 1) l'espressione dei pareri sugli
schemi dei provvedimenti adottati dal Governo in attuazione
delle deleghe legislative previste allo scopo di attuare la
riforma della pubblica amministrazione.
Con successiva disposizione (articolo 2) sono regolati i
rapporti transitori, mentre l'entrata in vigore è disciplinata
dall'articolo 3.
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