| Onorevoli Colleghi! - Ancora oggi il morbo di Hansen -
asettico termine scientifico per designare la malattia più
comunemente, ed in modo terribilmente evocativo, nota come
lebbra - colpisce nel mondo una persona al minuto. Si tratta
di una malattia che, come è noto, se non viene curata
adeguatamente, produce effetti fortemente invalidanti.
L'incurabilità della malattia, protrattasi per secoli, ha
alimentato un alone di terrore ed è soltanto a decorrere dagli
anni ottanta che, grazie all'introduzione della
polichemioterapia, si è verificata una svolta storica e si
sono create le condizioni per una completa guarigione.
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L'Italia, fortunatamente, appare oggi indenne da una
diffusione del morbo. Vivono però nel nostro Paese
trecentoventi persone affette dalla malattia, un gruppo esiguo
di persone, per lo più ricoverate in quattro centri di
assistenza, ubicati a Gioia del Colle, Genova, Messina e
Cagliari. Proprio grazie all'azione di tali centri di
assistenza, che lavorano in proficuo silenzio, all'efficacia
della polichemioterapia ed ai costanti controlli clinici e
batteriologici (effettuati obbligatoriamente a cadenza
trimestrale), non si sono verificati nuovi casi di infezione
tra i cittadini italiani.
L'arresto nella diffusione del morbo non deve però farci
dimenticare le condizioni in cui vivono coloro che ne sono
stati colpiti, i quali si dibattono in difficoltà ben
difficilmente immaginabili, dietro una cortina di pudico
silenzio nella quale le ragioni della solidarietà hanno
difficoltà a penetrare. Proprio in nome dei valori della
solidarietà, appare indispensabile - se non altro, e ferma
restando la necessità di ulteriori azioni - adeguare con
urgenza il sussidio giornaliero erogato dallo Stato, che è
oggi pari a meno di 33 mila lire (per l'esattezza 32.939) per
i pazienti ricoverati nei centri di assistenza e a 35.574 lire
per ogni assistito a domicilio (più 6.588 lire per ogni
familiare a carico e per i figli non titolari di reddito fino
al trentunesimo anno di età, se conviventi e non titolari di
reddito proprio). In presenza di ulteriori redditi, i
cittadini affetti dal morbo di Hansen hanno diritto al
sussidio nella misura concorrente alla formazione di un
reddito annuo netto di lire 18 milioni 400 mila. Si tratta di
cifre da lungo tempo non aggiornate ed assolutamente inidonee
alle esigenze dei nostri tempi, che vanno dunque adeguate per
evidenti ragioni, anche al fine di favorire l'inserimento
delle persone affette dal morbo nel contesto sociale. Per
evitare che si riproducano situazioni di stallo
nell'adeguamento del sussidio al costo della vita, la presente
proposta di legge prevede, all'articolo 1, l'introduzione di
un meccanismo di adeguamento automatico che dovrebbe mettere
al riparo dall'oblio le persone beneficiarie del modesto
sussidio.
Si tratta di un piccolo, ma significativo sforzo: piccolo
perché il numero dei beneficiari è assai limitato e quindi non
incide più di tanto sulle casse nevralgicamente vuote dello
Stato; significativo perché è un segnale lanciato non soltanto
verso chi soffre, ma anche verso noi stessi, consentendoci di
aprire gli occhi, sia pure per un attimo, su un universo
hanseniano che in Italia appare dimenticato, ma che ancora
tormenta tante parti del mondo.
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