| Onorevoli Deputati! - Il 31 dicembre 1998 le "casse
peote" dovranno secondo le disposizioni impartite dalla Banca
d'Italia cessare la loro attività.
Le "casse peote", operanti da tempo immemorabile nel
territorio della regione Veneto, frutto della cultura dei
veneti basata su valori quali il risparmio, l'oculatezza nelle
spese, e non da ultima la solidarietà sociale, si sono
radicate via via anche nei centri minori sostituendosi
all'attività delle grosse istituzioni finanziarie interessate
a ben altri capitali. Queste libere associazioni sono servite
a finalizzare in maniera mirabile il tipico risparmio delle
nostre genti, passato dal tipico " soto el pajon " ad una
forma più evoluta indirizzata a soddisfare esigenze
sociali.
La cassa peota è stata ed è tuttora per la gente veneta un
preciso punto di riferimento nell'economia delle comunità
locali, basata sulla conoscenza diretta e personale dei soci e
delle persone che ricorrono ad essa, patrimonio esclusivo ed
indissolubile della cultura veneta imperniata in consuetudini
secolari ovvero su regole non scritte accettate e condivise da
tutti.
Ora questo patrimonio di civiltà e cultura rischia di
essere spazzato via da norme emanate in modo frettoloso e
dettate più dall'emergenza di arginare pochi fenomeni
illeciti, che nulla hanno in comune con le "casse peote", che
su una conoscenza della realtà locale dove operano migliaia di
associazioni pulite con scopi altamente meritori.
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La presente proposta di legge intende essere strumento di
garanzia e di tutela dell'attività secolare svolta dalle
associazioni in questione, non vuole di certo limitare
l'azione delle stesse con dettami rigidi, sanzionatori e
repressivi; in sostanza, si è cercato di tradurre tutte quelle
consuetudini ed esperienze maturate dalla nostra tradizione
popolare in norma scritta.
Passando all'illustrazione dell'articolato si può notare
immediatamente che esso è estremamente breve essendo
costituito da pochi articoli che enunciano semplici ma chiari
princìpi.
L'articolo 1 enuncia le finalità della legge stabilendo
cos'è una "cassa peota"; di seguito, all'articolo 2, viene
abbozzata la forma giuridica più consona a questo tipo di
associazioni " no profit ", ed è prevista l'istituzione
del "registro regionale delle casse peote".
Viene previsto in allegato alla legge un "codice di
autoregolamentazione" che fornisce puntuali ed essenziali
disposizioni in merito ad una corretta gestione dell'attività
di raccolta del risparmio, lasciando nel contempo alle "casse
peote" la tradizionale autonomia.
Al fine di uniformare la "veste" giuridica di tutte le
associazioni esistenti sul territorio viene stabilito inoltre
che ogni "cassa peota" faccia proprio il summenzionato codice
adottandolo come statuto.
L'articolo 3, inoltre, definisce l'istituzione
dell'Osservatorio regionale delle "casse peote" a cui viene
demandato il controllo sull'attività di gestione delle casse
stesse, nonché la funzione propositiva in maniera di modifiche
del codice di autoregolamentazione.
Rilevante è quanto dispone l'articolo 4, che prevede
l'istituzione di un Fondo di solidarietà, presso un ente
bancario o assicurativo, a sostegno di tutte quelle
associazioni che potrebbero trovarsi in grave difficoltà per
cause esterne e indipendenti dalla loro gestione.
Infine, con l'articolo 5, si definiscono le competenze
della giunta regionale che deve definire, con propria
deliberazione, le modalità per l'iscrizione al "registro
regionale delle casse peote" e lo schema contrattuale di
convenzione per l'adesione al Fondo di solidarietà.
Si è convinti che la presente proposta di legge possa
essere la soluzione idonea a scongiurare la soppressione di
questi enti che tanto hanno contribuito alla prosperità
dell'economia veneta, vissuti di buon senso e saggezza e che
adesso, a causa di spinte emozionali o di interventi dall'alto
pseudoinformati della realtà trattata, rischiano di sparire
per sempre.
La presente proposta di legge è stata approvata dal
consiglio regionale il 26 novembre 1998.
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