Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


66017
DDL5580-0002
Relazione Camera n. 5580-A (DDL13-5580-A)
(suddiviso in 6 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.2 dello stampato)
...C5580A. TESTIPDL
...C5580A.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNAVA ZZDDLC5580A ZZ13 ZZRL ZZRM
                               Pag. 2
 
     Onorevoli Colleghi! - La consapevolezza del ruolo
  dell'informazione nel processo di costruzione dell'Unione
  europea si è andata sviluppando e consolidando insieme con
  l'evoluzione di tale processo.
     E' andato così crescendo il numero delle azioni assunte
  per informare i cittadini ed è andata maturando, anche se
  lentamente, una vera e propria politica dell'informazione.
     Una concreta svolta, dal punto di vista della definizione
  della base su cui costruire una tale politica, si è realizzata
  nel giugno 1993, in occasione del Consiglio europeo di
  Copenaghen, attraverso la decisione che Commissione e
  Consiglio definissero principi e requisiti per migliorare
  l'accesso ai documenti.
     In quello stesso anno è stato elaborato un codice di
  comportamento comune per la Commissione e per il Consiglio.
     Il codice sancisce il principio che il pubblico deve
  godere del più ampio accesso possibile ai documenti;
  definisce, inoltre, procedure e tempi per l'esercizio
  dell'attività di comunicazione, nonché i casi in cui
  l'informazione può essere negata (diritto alla riservatezza,
  protezione dell'interesse pubblico, dei segreti commerciali e
  industriali e degli interessi finanziari della Comunità).
     Negli anni successivi l'esigenza di potenziare le azioni
  d'informazione si è andata sempre più rafforzando.
     Il Consiglio europeo di Cardiff ha ribadito la necessità
  di avvicinare i cittadini all'Unione europea, rendendo
  quest'ultima più trasparente e più vicina alla vita
  quotidiana, attraverso l'impegno a migliorare l'accesso
  all'informazione.
     Anche il Parlamento europeo ha sottolineato, a più
  riprese, l'urgenza di un'intensificazione delle azioni di
  informazione e comunicazione rivolte ai cittadini.
     Infine, il Trattato di Amsterdam, nel nuovo articolo 191,
  ha riconosciuto il diritto di qualsiasi cittadino dell'Unione
  e qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la
  sede in uno Stato membro, di accedere ai documenti del
  Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.
     Questa norma, ancorando solidamente al Trattato il
  principio del diritto all'informazione, riveste una grande
  importanza per rafforzare il processo democratico e aumentare
  la comprensione dell'evoluzione della costruzione europea.
     1.  Ambito dell'intervento normativo ed esame dell'iter
  presso il Senato.
     Il nuovo approccio seguito dalla Commissione europea, a
  partire dal 1993, punta a realizzare il coordinamento
  dell'offerta e a diffondere, all'interno delle istituzioni
  comunitarie e tra le amministrazioni pubbliche degli Stati
  membri, la consapevolezza dell'importanza che assume
  l'informazione per la costruzione comunitaria.
     Il nuovo approccio della Commissione si basa su quattro
  linee: la trasparenza; un migliore adattamento alla domanda
  d'informazione; un maggiore coordinamento tra le diverse fonti
  all'interno della Commissione; la chiarezza dei messaggi
  trasmessi.
     Per garantire una corretta ed efficace attuazione di
  questi orientamenti, sono state costituite, all'interno della
  Commissione, strutture di coordinamento per la gestione della
  politica d'informazione e, all'interno delle Direzioni
 
                               Pag. 3
 
  Generali dell'Esecutivo comunitario, cellule responsabili
  dell'informazione specializzata.
     Sono state, inoltre, rafforzate le attività di
  realizzazione e diffusione delle pubblicazioni comunitarie e
  lanciate varie campagne d'informazione su temi di rilevante
  interesse generale (l'euro, la cittadinanza europea, il
  processo di costruzione comunitaria).
     L'affermarsi delle nuove tecnologie della comunicazione ha
  indotto inoltre le istituzioni comunitarie a potenziare
  l'offerta di servizi elettronici, in particolare ampliando
  considerevolmente le notizie diffuse attraverso Internet.
     La Commissione europea ha predisposto un Libro Verde sulla
  comunicazione del settore pubblico nella società
  dell'informazione, pubblicato nel 1998.  In esso viene messo in
  luce il carattere frammentato e disperso dell'informazione
  pubblica in Europa.  Tale situazione induce a ritenere che non
  sia necessario produrre un maggior numero di notizie, ma che
  l'informazione, già potenzialmente disponibile al pubblico,
  dovrebbe essere più chiara e più facilmente accessibile ai
  potenziali utenti.
     Si tratta di un problema che interessa congiuntamente le
  istituzioni comunitarie e gli Stati membri, dato che una parte
  significativa delle informazioni relative all'Ue ha impatto
  diretto a livello nazionale.
     Ne consegue che, per la realizzazione di questo obiettivo
  anche gli Stati membri sono chiamati in causa e che occorre
  promuovere anche in questo campo una maggiore
  decentralizzazione delle attività.
     Nello sviluppare un approccio di informazione
  decentralizzata, la Commissione europea ha puntato, da un
  lato, sul potenziamento delle reti e dei  relais
  (organismi che operano sul territorio, con il compito di
  garantire una migliore accessibilità dei cittadini alle
  informazioni comunitarie) e, dall'altro, a promuovere la
  creazione, in ogni Stato membro, di Centri di documentazione,
  i quali in prospettiva dovrebbero assumere responsabilità
  prioritarie nella diffusione dell'informazione ai
  cittadini.
     I Centri rispondono a una tipologia definita, suscettibile
  di varianti da paese a paese ma caratterizzata da due
  connotazioni essenziali.
     Un Centro è anzitutto uno spazio fisico, fornito di
  biblioteca e attrezzato per incontri e dibattiti, con elementi
  espositivi, sia permanenti che temporanei, in relazione a
  eventi e ad aspetti particolari della realtà europea.
     Esso è, in secondo luogo, lo snodo per l'accesso
  informatico-telematico alle banche dati comunitarie: questo
  secondo aspetto permette ai Centri di offrire all'utenza
  nazionale una vasta gamma di servizi, inclusi quelli a
  carattere interattivo.
     Sino ad oggi sono stati istituiti in Europa due centri: in
  Francia, nel 1992, il Centro Sources d'Europe, che ha sede a
  Parigi e in Portogallo, nel 1994, il Centro di informazione
  Jacques Delors, che ha sede a Lisbona.
     Il Centro di Parigi, inaugurato nel 1992, è stato creato
  in partenariato tra lo Stato francese e la Comunità europea
  rappresentata dalla Commissione, sulla base di un accordo di
  cooperazione che ha la forma giuridica del Gruppo Europeo di
  Interesse Economico-GEIE, per la durata di 12 anni.
     Funziona sotto la duplice responsabilità del Ministro
  delegato agli Affari europei e del Commissario responsabile
  dell'informazione.
     Il GEIE è aperto all'associazione di partner pubblici e
  privati interessati allo sviluppo dell'informazione europea.
  Occupa uno spazio di 4.300 mq nella Grande Arche delle
  Defense.
     Le principali attività svolte dal Centro riguardano:
       la diffusione della documentazione, delle pubblicazioni
  e delle informazioni sulle istituzioni e le politiche
  comunitarie, provenienti dalla Comunità e dall'Amministrazione
  nazionale, con un'attenzione particolare per la potenziale
  utenza giovanile;
       il coordinamento dell'informazione e delle strutture di
  comunicazione esistenti sul territorio, nel rispetto della
  loro autonomia;
 
                               Pag. 4
 
       la formazione delle persone incaricate di diffondere
  l'informazione sui temi europei;
       l'organizzazione di manifestazioni, seminari,
  conferenze, esposizioni tematiche, campagne d'informazione e
  ogni altra iniziativa finalizzata a promuovere la conoscenza
  delle tematiche comunitarie.
     Tali obiettivi si realizzano attraverso i servizi di cui
  il Centro si è dotato:
       diffusione gratuita di  brochure  e documenti di
  informazione, consultazione di  dossier  tematici e libero
  accesso all'emeroteca;
       diffusione dell'informazione a distanza attraverso i
  sistemi di comunicazione tradizionale e telematica.
     Il Centro dispone, inoltre, di una banca dati documentaria
  cui si accede gratuitamente attraverso Internet, di una
  libreria europea, di una sala conferenze e di una sala di
  lettura.
     Il Centro ha avviato azioni di partenariato con altri
  organismi di informazione, sia in Francia sia in Europa, e con
  la Pubblica Amministrazione, centrale e locale.
     Il Centro di Lisbona è stato creato con la stessa formula
  giuridica del Centro francese, nel 1994, con una durata
  prevista di 12 anni.  E' situato nel centro culturale di Belem
  e occupa uno spazio di circa 1.000 mq.
     Gli obiettivi sono gli stessi del Centro Sources d'Europe:
  l'informazione al grande pubblico e, attraverso convenzioni
  con diverse categorie di utenti, informazioni ed elaborazione
  di  dossier  specializzati.
     Per quanto riguarda i servizi, il Centro dispone di una
  biblioteca di documentazione europea, su base cartacea e
  telematica, e fornisce, per un'utenza specialistica,
  informazioni a distanza, via telefono,  fax  ed
  e-mail.
     E' molto sviluppato il servizio di
  informazione/formazione, che si realizza attraverso seminari,
  workshop,  corsi di formazione rivolti alle scuole e alle
  autorità locali, dibattiti e conferenze.
     Il Centro fornisce anche un servizio di distribuzione
  selettiva di informazione su richiesta e a pagamento.
     L'obiettivo del miglioramento del sistema di
  comunicazione, perseguito dalle istituzioni comunitarie,
  appare ancora più importante da raggiungere nel contesto
  italiano, caratterizzato da una difficoltà di accesso
  all'informazione comunitaria ancora più marcata di quella che
  si riscontra in altri Stati membri.
     Il tradizionale consenso dell'opinione pubblica italiana,
  nei confronti della costruzione europea, non è sostenuto, in
  effetti, da un'adeguata conoscenza di tale processo e dei suoi
  effetti sulla vita dei cittadini.
     La contraddizione tra il diffuso spirito europeistico e la
  scarsa conoscenza dei temi comunitari solleva molteplici
  problemi e richiederebbe, di per sé, una specifica
  riflessione, ma ciò che qui interessa è la constatazione della
  difficoltà dei cittadini di rapportarsi con una realtà che
  rimane distante e di difficile comprensione.
     Tale difficolta pesa negativamente sulla partecipazione
  del nostro paese alla fase ascendente dei processi decisionali
  comunitari e penalizza ampie categorie di potenziali utenti,
  che non riescono a cogliere pienamente le opportunità offerte
  dalle iniziative finanziate dall'Unione europea.
     L'utenza interessata alle informazioni comunitarie può
  essere, infatti, distinta in due categorie: il grande pubblico
  e gli specialisti.
     Nel primo rientrano tutti coloro che, vivendo in uno Stato
  membro dell'Ue, sono interessati ad avere una conoscenza
  generale dell'Unione e delle sue istituzioni, ad avere cioè
  "un'informazione istituzionale".
     Il secondo comprende coloro che, per motivi di lavoro o di
  studio, sono interessati a conoscere in modo approfondito il
  funzionamento di una o più politiche comunitarie, ad avere
  cioè "un'informazione di servizio".
 
                               Pag. 5
 
     La principale causa delle difficoltà d'accesso
  all'informazione è individuabile, anche in Italia, come ha
  rilevato l'Esecutivo comunitario, nella frammentarietà delle
  fonti, che si traduce in confusione e in mancanza di
  razionalità.
     In sostanza, i potenziali utenti dell'informazione
  comunitaria soffrono della mancanza di precise linee guida che
  indichino chiaramente chi e in quali settori fornisce
  informazione, nonché il tipo di servizio offerto.
     Alla frammentarietà delle fonti si aggiungono le carenze
  della pubblica amministrazione.  Ad essa sono, infatti,
  naturalmente attribuiti i compiti principali in materia di
  promozione dell'informazione rivolta al grande pubblico;
  inoltre, dovendo dare attuazione agli indirizzi politici
  definiti dal Governo e dal Parlamento, essa costituisce la
  principale fonte della cosiddetta informazione di servizio.
     Nonostante i passi avanti compiuti in questi ultimi anni,
  la pubblica amministrazione, salvo qualche felice eccezione,
  non è ancora riuscita ad attuare un efficace sistema di
  informazione
     I principali punti critici dell'attuale sistema possono in
  definitiva essere ricondotti:
       alla inadeguatezza del modello organizzativo della
  pubblica amministrazione, che determina scarsa capacità di
  coordinamento e di diffusione delle informazioni;
       alla presenza di uffici o organismi interni
  all'amministrazione, o da essa dipendenti, privi di risorse e
  di strumenti adeguati a svolgere un'azione efficace
  d'informazione al pubblico;
       alla inadeguata preparazione in materia di acquisizione,
  trattamento e diffusione delle informazioni, compreso
  l'utilizzo degli strumenti informatici.
     Il Centro di informazione e documentazione europea,
  previsto nel disegno di legge in esame, si pone l'obiettivo di
  contribuire al superamento della frammentazione delle fonti
  d'informazione e di fornire un contributo alla pubblica
  amministrazione, al fine di rendere più efficace il sistema
  pubblico di comunicazione.
     Per perseguire tale obiettivo, il Centro dovrà procedere,
  anzitutto, ad una ricognizione quali-quantitativa sulle fonti
  d'informazione a livello nazionale e comunitario, i cui
  risultati potranno venire inseriti in una banca dati, via via
  aggiornata e a disposizione del pubblico.
     Il passo successivo dovrà consistere nell'avvio di
  un'attività di coordinamento, da realizzare attraverso la
  promozione di rapporti di collaborazione con altri centri di
  studio e documentazione, nonché con le amministrazioni
  centrali e periferiche, con il sistema economico e sociale.
     L'obiettivo quindi non è quello di centralizzare
  l'informazione, ma piuttosto di creare un sistema a rete, che
  consenta di potenziare gli organismi che operano a livello
  locale, in modo da raggiungere i cittadini nei luoghi in cui
  essi abitano e lavorano.
     Prima di approfondire l'analisi degli obiettivi e delle
  attività del Centro, è opportuno ripercorrere brevemente
  l'iter del disegno di legge e le modificazioni che esso ha
  subito in Senato.
     E' necessario innanzitutto sottolineare che l'originario
  disegno di legge governativo risale al 20 settembre 1996.  Sono
  quindi trascorsi già due anni e mezzo, un lasso di tempo
  obiettivamente eccessivo.
     Bisogna ora evitare che i tempi si allunghino
  ulteriormente, anche per sfuggire al rischio di perdere il
  previsto cofinanziamento comunitario.
     Il Senato ha mantenuto le finalità e l'ammontare del
  finanziamento nazionale previsti dal testo governativo.
     Rimane, in fatti, integro l'obiettivo di istituire anche
  in Italia un Centro nazionale di informazione e documentazione
  europea, cofinanziato dalla Comunità europea e dallo Stato
  italiano.  E così viene confermata l'entità del finanziamento
  nazionale, alla quale concorrono l'ammontare annuo massimo di
  1,5 miliardi di lire e l'equivalente del valore commerciale
  dell'immobile che ospiterà il Centro.
     Il Senato ha invece radicalmente innovato sulla
  definizione del soggetto cui fanno capo i compiti di
  realizzazione e gestione del Centro.
 
                               Pag. 6
 
     Il disegno di legge governativo aveva optato per
  l'identificazione di tale soggetto nell'Anide, cioé l'entità
  associativa la cui costituzione era stata promossa dalla
  Commissione europea e realizzata dal suo Ufficio di
  Rappresentanza in Roma, con l'obiettivo ultimo di dar vita, in
  forme opportune, ad un iniziativa italiana modellata sui
  Centri di Parigi e Lisbona.
     Il disegno di legge del Governo si limitava a stabilire
  l'erogazione di un contributo, legato al funzionamento del
  Centro, destinato direttamente all'Anide.
     Il Senato ha modificato questa impostazione, allineando il
  soggetto responsabile dell'attivazione e gestione del Centro
  alla formula che disciplina i Centri di Parigi e di
  Lisbona.
     Tale soggetto ha la natura giuridica del Gruppo Europeo di
  Interesse Economico GEIE, costituito dai due membri fondatori,
  Stato italiano e Comunità europea.
  2.  Istruttoria legislativa svolta.
     Nel corso dell'istruttoria legislativa è stato richiesto
  al Governo di fornire adeguata documentazione sugli analoghi
  Centri di informazione attualmente istituiti a Parigi e
  Lisbona.  La documentazione consegnata alla Commissione ha
  consentito di prendere più completa visione delle analogie e
  delle differenze esistenti, in un quadro comparato, rispetto
  alle scelte operate nel provvedimento in esame.
     Sono stati inoltre acquisiti e valutati i pareri delle
  Commissioni competenti in sede consultiva.  Per quanto concerne
  le osservazioni rese dalla I Commissione, si è ritenuto che il
  Governo, al momento della concreta istituzione del Centro,
  provvederà ad una sua denominazione che rispecchi nella
  migliore maniera le caratteristiche del Centro.  Con riguardo
  al comma 5, si è considerato sufficientemente chiaro il
  riferimento alla XIV Commissione contenuto nell'indicazione
  delle Commissioni parlamentari competenti per gli affari
  comunitari.  Si è invece ottemperato pienamente, attraverso una
  modifica del testo, alla condizione presente nel parere della
  V Commissione relativa alla più corretta formulazione della
  norma di copertura finanziaria.
  3.  Il testo della Commissione.
     E' importante sottolineare che il disegno di legge demanda
  la determinazione congiunta delle caratteristiche del GEIE a
  un preliminare Protocollo d'intesa, cioè ad uno strumento
  negoziato e sottoscritto dalle due parti e contenente alcuni
  capisaldi che dovranno essere rispettati dal contratto del
  GEIE.
     L'Intesa dovrà prevedere;
       la possibilità dell'ingresso nel GEIE di soci
  ordinari;
       la definizione di ulteriori fonti finanziarie, in
  aggiunta al contributo dei membri fondatori;
       l'indicazione di funzioni specifiche di indirizzo, che
  dovrebbero essere svolte da un apposito organismo.
     Un aspetto molto importante introdotto dal Senato,
  riguarda i poteri di indirizzo e di controllo affidati agli
  organismi parlamentari competenti per gli affari
  comunitari.
     Si tratta in particolare di forme incisive di controllo
  analiticamente indicate e riguardanti i momenti ed atti più
  significativi dell'attività del GEIE.
     E' previsto un parere degli organismi parlamentari
  competenti per le politiche dell'Unione sullo schema di
  Protocollo d'intesa e sulle sue eventuali modificazioni, come
  pure un parere sui nuovi soci ordinari e sui membri di
  designazione italiana degli organi del GEIE.
     E' prevista, infine, la presentazione agli stessi
  organismi parlamentari, da parte del Ministro per le politiche
  comunitarie, di una relazione annuale sull'attività svolta,
  sul bilancio del Centro e sul programma di attività
  ulteriori.
 
                               Pag. 7
 
     Per quanto riguarda gli obiettivi del Centro, il disegno
  di legge licenziato dal Senato contiene l'indicazione di tre
  finalità, cui, peraltro, si è già fatto cenno.
     Il primo obiettivo riguarda la realizzazione di un sistema
  di informazione a rete: si fa esplicito riferimento alle
  possibilità offerte dalle nuove tecnologie della comunicazione
  da un lato e, dall'altro, alla diffusione dell'informazione
  attraverso sportelli decentrati.
     Il disegno di legge tiene conto in questo campo
  dell'evoluzione in atto nella concezione e nella gestione
  dell'informazione direttamente curata dalla Commissione
  europea, in particolare attraverso il Server Europa e i siti e
  le banche dati che sono per questa via raggiungibili.
  Naturalmente forme più tradizionali di informazione
  continueranno a convivere con il nuovo e più avanzato
  modello.
     Il secondo obiettivo si riferisce alla formazione di
  personale specializzato nella documentazione comunitaria.
  Proprio il carattere articolato e policentrico dell'offerta
  d'informazione renderà più importante la disponibilità di
  personale specialistico.  Si pensi a quello che potrà essere
  destinato ad unità di documentazione comunitaria presso le
  amministrazioni decentrate dello Stato o al personale delle
  Regioni e degli Enti locali.
     Il collegamento organico con altri centri di studio e
  documentazione esistenti in Italia, o in altri paesi della
  Comunità, rappresenta il terzo obiettivo.
     Si tratta di accrescere il patrimonio complessivo
  dell'informazione, di valorizzare significative realtà già
  operanti nel settore e di evitare duplicazioni, anche
  attraverso forme opportune di coordinamento.
     Oltre alle attività di coordinamento e razionalizzazione
  del sistema informativo e di formazione, il Centro svolgerà
  anche funzioni dirette sia di comunicazione, attraverso azioni
  di partenariato con i media, campagne di sensibilizzazione e
  dibattiti, sia di informazione e documentazione.
     Quest'ultima sarà rivolta sia al grande pubblico, con
  un'attenzione particolare ai giovani, allo scopo di accrescere
  la visibilità e la trasparenza della realtà
  politico-istituzionale dell'Ue e favorire la consapevolezza
  della comune cittadinanza europea, sia a specifici settori di
  utenza, con una maggiore attenzione alle piccole e medie
  imprese, interessate a conoscere i meccanismi di accesso alle
  opportunità offerte dai programmi e dalle politiche
  comunitarie.
     E' opportuno ricordare che mentre era in corso l'iter del
  disegno di legge in Senato, il Presidente del Consiglio ha
  delegato il Ministro per le politiche comunitarie ad
  esercitare funzioni relative alla promozione, in
  collaborazione con le istituzioni comunitarie, della
  diffusione dell'informazione sulle attività dell'Ue e delle
  iniziative volte a rafforzare la coscienza della cittadinanza
  dell'Unione.
     Spetta quindi al Ministro per le politiche comunitarie,
  insieme ai responsabili della Commissione europea, in
  rappresentanza della Comunità, gestire l'attività relativa
  all'istituzione e all'avvio del Centro e costituire il punto
  di riferimento nel Governo per il suo funzionamento.
     Siamo di fronte, in definitiva, a una iniziativa
  importante che consentirà un significativo passo in avanti
  nella politica di informazione sulle politiche dell'Unione.
     E' un disegno di legge che, con le modifiche introdotte
  dal Senato, ha assunto una struttura coerente con le
  iniziative degli altri paesi e rispettosa dei ruoli relativi
  del Governo e del Parlamento.  Ne raccomando con convinzione
  l'approvazione.
  RUBERTI,  Relatore.
 
DATA=990527 FASCID=DDL13-5580-A TIPOSTA=DDL LEGISL=13 NCOMM= SEDE=RM NSTA=5580 TOTPAG=0011 TOTDOC=0006 NDOC=0002 TIPDOC=L DOCTIT=0000 COMM= FRL PAGINIZ=0002 RIGINIZ=001 PAGFIN=0007 RIGFIN=068 UPAG=NO PAGEIN=2 PAGEFIN=7 SORTRES= SORTDDL=558000A00 FASCIDC=13DDL5580 A SORTNAV=0558000A000 00000 ZZDDLC5580A NDOC0002 TIPDOCL DOCTIT0002 NDOC0002



Ritorna al menu della banca dati