| Onorevoli Colleghi! - Come è stato adeguatamente
documentato a livello scientifico, la dispersione di luce
artificiale al di fuori degli spazi che necessitano di essere
illuminati provoca effetti deleteri sull'ambiente naturale
notturno. In tale contesto, la luce dispersa verso l'alto
illumina le particelle atmosferiche creando uno sfondo
luminoso che impedisce le osservazioni del cielo stellato e,
quindi, ostacola la ricerca astronomica.
Come è stato opportunamente rilevato dalla Commissione
sull'inquinamento luminoso, costituita in seno all'Unione
astrofili italiani (UAI), "i raggi luminosi (fotoni o onde
elettromagnetiche) emessi da fonti artificiali, quali lampioni
stradali, torri-faro, globi ed insegne, e diretti verso il
cielo danno luogo all'inquinamento luminoso, cioè alla rottura
dell'equilibrio naturale luce/buio. L'effetto più immediato
attribuibile all'inquinamento luminoso è l'azione di
"oscuramento" della visione notturna del cielo, come può
essere facilmente riscontrato osservando il cielo di notte
dalle nostre città. Con un tale cielo i nostri avi non
avrebbero scoperto nulla; invece i popoli di Oriente del primo
millennio avanti Cristo posero le basi dell'astronomia proprio
grazie al cielo limpido e nero, trasferendo così le loro
conoscenze a Copernico, Keplero e Galileo. Lontani sono quei
tempi e l'uomo moderno, guidato dalla sua cecità, illumina a
giorno le città perché ha paura del buio. Sembrerà strano, ma
è stata creata una "notte diurna" con uno "spreco energetico"
delle stelle".
Da tali considerazioni, che tra l'altro affrontano in modo
specifico soltanto un profilo del più complesso problema
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rappresentato dall'inquinamento luminoso, deriva la necessità
di una politica energetica e delle emissioni luminose che sia
finalmente ispirata a concezioni tecnicamente nuove ed
economicamente più razionali di quelle alle quali ci siamo,
inopinatamente, ispirati negli ultimi decenni. Per realizzare
tale obiettivo sarà quindi necessario - ed in tale direzione
si muove la proposta di legge in oggetto - favorire
l'affermazione di una nuova "filosofia" della gestione delle
emissioni luminose inquinanti, basata essenzialmente - senza
che ciò implichi una irrazionale tendenza ad un "oscuramento
selvaggio" del nostro territorio che potrebbe arrecare
paradossali benefìci ad attività malavitose e delinquenziali -
sul divieto di orientare sorgenti di luce verso l'alto, al di
fuori delle situazioni in cui ciò sia realmente necessario e
comunque sempre in base a precise prescrizioni; sull'adozione
di dispositivi in grado di ridurre il flusso di potenza ed il
numero di punti luce durante le ore centrali della notte;
sull'utilizzazione di lampade con potenza adeguata alle
esigenze reali alle quali sono destinate; sull'impiego di
lampade ad alta efficienza; sull'utilizzazione, infine, di
lampioni con ottiche non disperdenti luce lateralmente ed in
alto o, comunque, schermati.
In sostanza, si tratta di contemperare le esigenze legate
alla ricerca astronomica con quelle riconducibili a
sostanziali risparmi energetici, senza tuttavia rinunziare
agli oggettivi vantaggi derivanti dall'illuminazione di strade
e di agglomerati urbani, prevenendo l'inquinamento luminoso
sul territorio nazionale, al fine di tutelare l'ambiente, di
conservare gli equilibri ecologici delle aree naturali
protette, nonché di agevolare le attività di ricerca e di
divulgazione scientifica degli osservatori astronomici.
Nell'esprimere l'auspicio di una sollecita approvazione
del provvedimento, si fa presente, infine, che nella
predisposizione della presente proposta di legge ci si è
avvalsi delle elaborazioni prodotte dai principali organismi
scientifici operanti nello specifico settore.
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