| Onorevoli Colleghi! - Come è noto, non ha ancora
trovato soluzione l'annoso problema della regolamentazione
dell'esercizio delle case da gioco nel territorio nazionale.
Innumerevoli località, appartenenti all'intera penisola, hanno
cercato di promuovere, con molteplici iniziative, la
realizzazione nel proprio territorio di strutture analoghe a
quelle esistenti a San Remo, Saint Vincent, Venezia e Campione
d'Italia.
Nonostante la solerzia dimostrata da innumerevoli colleghi
deputati nel riprendere e sviluppare tali istanze, per
innumerevoli ragioni, da ricondurre, peraltro, a logiche del
tutto estranee a quelle dell'economia e dello sviluppo
dell'occupazione, esse appaiono oggi ancora ben lontane
dall'approdo ad un giusto riconoscimento. Mentre, da un lato,
tuttavia, nel nostro Paese le opportunità offerte
dall'apertura di moderne, efficienti e sicure case da gioco
continuano ad essere negate, lungo tutto l'arco del confine
alpino e attraverso le offerte dei casinò ospitati sulle navi
da crociera, i Paesi stranieri continuano ad incrementare i
propri guadagni attraverso l'ingente flusso di denaro recato
dalle giocate dei cittadini italiani. A solo titolo d'esempio,
si ricorda che solo nel primo semestre dell'anno 1998, nei
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casinò sorti nella Repubblica di Slovenia ed in Canton Ticino
(Svizzera) in prossimità della fascia confinaria, si sono
registrate oltre 1.345.000 presenze, costituite per la
stragrande maggioranza da cittadini friulani, veneti e
lombardi.
Ogni giocatore, si è calcolato, "lascia" per ogni visita
oltre confine non meno di 170 mila lire, creando un flusso di
denaro che, nell'arco dell'anno, supera, indicativamente, 2000
miliardi di lire. Ciò, come detto, vale solo per la zona
nord-orientale italiana. Ciascuno può facilmente rendersi
conto di quanto possa essere incrementato tale dato lordo -
giacché non tiene conto delle altre spese di soggiorno e per
acquisti vari - dalla continua presenza dei giocatori italiani
nelle ben più note e organizzate case da gioco presenti nella
vicina riviera francese e monegasca e nei casinò della
Svizzera e dell'Austria. Ad accrescere l'incongruenza della
situazione italiana, si aggiunge il dato che alle case da
gioco estere è consentito pubblicizzare liberamente nel
territorio nazionale le proprie strutture e le proprie
attività. Se, dunque, si ritiene che i cittadini italiani
debbano essere tenuti lontano dai giochi d'azzardo offerti nei
casinò, appare conseguente e logico che non debba essere
consentita nemmeno nel territorio nazionale la diffusione
della propaganda per tali strutture. A ciò intende provvedere
la presente proposta di legge, che, alla luce della sempre più
diffusa minaccia costituita dalla diffusione dei fenomeni
dell'usura, si è inteso completare con la devoluzione degli
eventuali proventi delle sanzioni amministrative derivanti
dalla trasgressione del divieto di propaganda pubblicitaria
delle case da gioco estere ad un apposito capitolo dello stato
di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, finalizzato a sostenere le spese per
le iniziative mirate alla tutela dei cittadini da tale
fenomeno criminoso.
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