Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


66158
DDL5600-0002
Progetto di legge Camera n. 5600 - testo presentato - (DDL13-5600)
(suddiviso in 21 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5600. TESTIPDL
...C5600.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5600 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - Alcuni anni fa, il documento
  della  World Commission for Environment and Development Our
  Common Future  introdusse nel dibattito internazionale il
  concetto di sostenibilità ambientale.  Esso è stato poi alla
  base della conferenza UNCED  (United Nations Conference on
  Environment and Development)  che si è svolta a Rio de
  Janeiro nel 1992.  Attualmente, tra l'altro, costituisce il
  riferimento fondamentale del " Quinto piano di azione
  sull'ambiente della Unione Europea ".
     Con l'espressione "sostenibilità ambientale" ci si
  riferisce alle condizioni sistemiche per cui, a livello
  planetario e a livello regionale, le attività umane non
  disturbino i cicli naturali più di quanto la resilienza -
  ovvero la capacità di subire un'azione di disturbo senza
  uscire irreversibilmente dalla condizione di equilibrio - del
  pianeta lo permetta e, allo stesso tempo, non impoveriscano il
  capitale naturale - ovvero l'insieme delle risorse non
  rinnovabili, delle capacità sistemiche dell'ambiente di
  riprodurre le risorse rinnovabili e della ricchezza genetica -
  che verrà trasmesso alle generazioni future.  A queste due
  prescrizioni, fondate su considerazioni di carattere
  prevalentemente fisico, se ne aggiunge una terza di carattere
  etico: il principio di equità per cui si afferma che, nel
  quadro della sostenibilità, ogni persona ha diritto allo
  stesso spazio ambientale, cioè ad un certo quantitativo di
  energia, acqua, territorio, materie prime non rinnovabili per
  vivere, per produrre e per consumare senza superare i limiti
  della sostenibilità.
     La sostenibilità ambientale implica l'articolazione di uno
  sforzo su piani diversi e su ogni aspetto della società perché
  mette in discussione il nostro modello di sviluppo.
 
                               Pag. 2
 
     Nei prossimi decenni dovremo essere capaci di passare da
  una società in cui il benessere e la salute economica siano
  misurati in termini di crescita della produzione e dei consumi
  materiali ad una società in cui la capacità di vivere meglio,
  anche sviluppando nuova economia, sia improntata sul minore
  consumo di prodotti materiali.  Come questo passaggio potrà
  avvenire è oggi difficile da prevedere.  E' certo, però, che si
  dovrà verificare una discontinuità che toccherà tutte le
  dimensioni del sistema: fisica, economica, istituzionale,
  etica, estetica e culturale.  La transazione verso la
  sostenibilità implica delle discontinuità sistemiche che
  investono contemporaneamente tutti i livelli della società che
  fin qui abbiamo conosciuto: si tratta di gestire questa fase
  cercando di minimizzarne i rischi e di aumentarne le
  opportunità.
     Nello scenario della sostenibilità, qualsiasi attore
  sociale che agisca razionalmente in termini economici dovrebbe
  agire positivamente anche in termini ecologici.  Si tratta di
  pensare ad un'economia in cui i costi delle variabili
  ambientali siano molto più alti di quelli attuali e in cui il
  centro dell'interesse si sposti dai prodotti materiali ai
  servizi e all'informazione.
     Qualsiasi immagine si voglia costruire sul futuro
  dell'economia, essa deve quindi partire da questo dato:
  materiali vergini, energie non rinnovabili, trattamento degli
  effluenti e dei rifiuti e la stessa occupazione dello spazio
  avranno dei costi molte volte più elevati di quelli che
  consideriamo oggi normali.
     Sappiamo, tra l'altro, che per rendere proponibile una
  riduzione dei consumi di risorse che non si configuri come una
  catastrofe economica, occorre pensare ad un'economia in cui le
  imprese non vivano più sulla produzione e sulla vendita di
  prodotti, ma su quella dei risultati; non più automobili, ma
  mobilità; non più lavatrici, ma pulizia e manutenzione degli
  abiti.
     Bisogna avviare politiche che favoriscano quei sistemi
  produttivi che offrono risultati di benessere riducendo i
  consumi materiali.
     In linea di principio, possono essere immaginati dei
  sistemi di produzione e di consumo sostenibili diversi, basati
  su soluzioni che emergano da diverse combinazioni tra
  l'orientamento alla biocompatibilità e quello alla
  non-interferenza, cosiddetta "ecologia industriale".  Nello
  stesso tempo bisogna creare le condizioni affinché ogni
  consumatore, decidendo come e cosa acquistare ed utilizzare,
  legittimi l'esistenza di prodotti o di servizi che sono
  all'origine degli effetti ambientali collegati alla loro
  produzione, impiego e smaltimento finale.  In poche parole,
  fare in modo che ciascun consumatore, agendo in base ai propri
  valori, ai propri criteri di qualità e alle proprie
  aspettative, operi delle scelte che siano anche quelle più
  compatibili con le necessità ambientali.  Pertanto devono
  essere proposte delle politiche ambientali direttamente
  orientate al prodotto e tendenti a farvi incorporare delle
  funzioni di  feedback,  cioè a promuovere la nascita di
  una nuova generazione di prodotti immediatamente distinguibili
  per le loro eco-compatibilità.  In questa direzione va la
  corretta informazione agli utilizzatori al momento
  dell'acquisto circa il profilo ecologico del prodotto;
  pensiamo a strumenti informativi, parziali ma utili, come le
  etichette di qualità ambientale, quali il marchio dell'Unione
  europea di qualità ecologica (Ecolabel) o quelle relative ai
  consumi energetici  (Energy label).
     Il problema su questo terreno è in parte progettuale (come
  comunicare in modo chiaro ed efficace un tema così complesso)
  e in parte culturale (come far sì che gli acquirenti siano
  davvero interessati a queste indicazioni e ne tengano
  veramente conto).
     Il tema dell'offerta delle alternative è evidentemente la
  questione cruciale: sono queste alternative (cioè una nuova
  generazione di prodotti e di servizi intrinsecamente più
  puliti) e il loro successo (cioè il fatto che esse siano
  effettivamente praticate) che decideranno i tempi e i modi
  della transizione verso la sostenibilità.
     Un punto fondamentale su questo terreno è il distinguere
  tra alternative di prodotto (o di servizio) e alternative
 
                               Pag. 3
 
  sistemiche.  Nel primo caso (che è quello cui in generale ci si
  riferisce parlando di prodotti "verdi" e quello su cui danno
  indicazione gli Ecolabel) l'alternativa, dal punto di vista
  dell'utente, è solo tra una marca (meno verde) ed un'altra
  (più verde).  Lo scegliere tra l'una e l'altra non cambia il
  contesto d'uso: il che è un vantaggio (non occorre cambiare il
  proprio comportamento, se non al momento dell'acquisto), ma è
  anche un limite: non dà nulla di meno, ma neppure nulla di più
  di quanto già si ha.  Le alternative sistemiche, invece, pur
  richiedendo un più profondo cambiamento sul piano culturale e
  comportamentale, possono offrire soluzioni del tutto nuove e,
  auspicabilmente, più attrattive di quelle in uso.
     Il terzo e fondamentale presupposto per avviare una
  transazione verso la sostenibilità che si configuri come un
  processo di apprendimento collettivo è che i soggetti abbiano
  queste capacità.  Occorre dunque pensare ad un'attività di
  comunicazione che vada in questa direzione.  Non si tratta,
  dunque, di comunicare in modo generico la gravità dei problemi
  ambientali, ma si tratta di veicolare messaggi precisi a
  persone precise, dando loro strumenti per aumentare le loro
  capacità di comprendere gli effetti delle loro scelte e la
  capacità di riconoscere e di praticare le alternative, anche
  quando queste si scontrano con comportamenti e criteri di
  valore consolidati.
     La partecipazione dei consumatori va promossa aumentando
  la possibilità e la capacità degli utilizzatori di incidere
  sul mercato e, di conseguenza, sulla qualità ambientale dei
  prodotti e dei servizi offerti.  Si tratta pertanto di
  sviluppare iniziative che li rendano più consapevoli e più
  esperti; e quindi capaci di fare delle scelte.  Si tratta anche
  di dare loro la reale possibilità di fare queste scelte: il
  che significa che devono esistere delle alternative e che
  queste devono essere chiaramente giudicabili
  dall'utilizzatore.  L'introduzione degli Ecolabel e degli
  Energy label  (un'etichetta da applicare a frigoriferi e
  frigo-congelatori concernenti le loro prestazioni energetiche)
  sono, su questo terreno, i primi significativi strumenti di
  politica ambientale che, fornendo all'utente una corretta
  informazione, agiscono direttamente sui meccanismi del
  mercato.  Indirizzi di politica generale, come, ad esempio, il
  progetto europeo di una serie di ecoetichette di
  certificazione della qualità ambientale dei prodotti, a favore
  di una informazione del consumatore.
     Sappiamo che l'impatto sull'ambiente delle attività umane
  dipende da tre variabili fondamentali: la popolazione, la
  domanda di benessere e l'eco-efficienza delle tecnologie, cioè
  il modo in cui il metabolismo del sistema produttivo è in
  grado di trasformare risorse ambientali nel benessere
  richiesto.
     Le imprese, oggi, sono gli attori sociali che, all'interno
  del sistema di produzione e consumo, detengono le maggiori
  risorse in termini di conoscenze, di organizzazione e di
  capacità di iniziativa.  Ad esse dunque spetta un ruolo
  centrale nella promozione della sua trasformazione nella
  direzione della sostenibilità.  La loro possibilità di
  svolgerlo si deve però necessariamente confrontare con il tema
  della competitività: per esse, infatti, ogni scelta operativa
  favorevole per l'ambiente può avvenire solo a patto che questa
  non pregiudichi la loro competitività, anzi è necessario che
  l'orientamento delle loro attività nella direzione della
  sostenibilità comporti un significativo aumento della loro
  competitività.  La ricerca della competitività può convergere
  con quella della sostenibilità solo se si crea un contesto
  normativo, economico, socio-culturale e tecnologico
  favorevole.
     Altra azione positiva deve venire dalle istituzioni che
  possono e devono creare, nel definire le regole del gioco,
  delle condizioni operative per le imprese tali che,
  ricercando, giorno per giorno, la propria competitività, esse
  mettano in atto scelte organizzative, produttive e di mercato
  che vadano in direzione della sostenibilità.  In altre parole,
  è necessario attivare un circolo virtuoso tra il ruolo delle
  imprese e quello delle istituzioni pubbliche e delle loro
  politiche per cui il terreno della competizione
 
                               Pag. 4
 
  progressivamente si sposti verso condizioni operative via via
  più vicine ad un'effettiva sostenibilità.
     Le politiche ambientali delle istituzioni pubbliche devono
  essere lo strumento la cui finalità sia quella di accelerare
  la transizione e di farla avvenire nel modo socialmente più
  accettabile, nella garanzia della continuità delle attività
  produttive e delle vita democratica del sistema sociale.  Qui
  il tema centrale è come un'impresa può diventare più
  competitiva scegliendo di operare nella direzione della
  sostenibilità, cioè come la competitività può diventare il
  fattore in grado di mobilitare le migliori risorse progettuali
  ed imprenditoriali nella ricerca di soluzioni intrinsecamente
  più sostenibili.  Il quadro che è stato definito finora fa
  riferimento, difatti, a un'economia incentrata sulla vendita
  dei prodotti fisici.  Ci chiediamo, dunque, se esistano
  alternative di  business  che con più vigore possano
  spostare le attività produttive e di consumo verso un sistema
  di produzione e di consumo più sostenibile.  Sappiamo che non è
  il prodotto e tanto meno un materiale che lo compone, che
  determina l'impatto ambientale, ma l'insieme dei processi che
  lo accompagnano in tutto il ciclo di vita.  E' necessario,
  quindi, predisporre un modello dell'intero ciclo di vita, a
  partire dall'estrazione delle materie prime fino alla
  dismissione del prodotto: cioè una valutazione ambientale del
  ciclo di vita dei prodotti che parta dall'estrazione dei
  materiali, alla produzione, alla distribuzione, all'uso, al
  riuso, alla manutenzione, al riciclaggio, fino alla
  dismissione finale.
     E' necessario partire dai dati forniti dagli studi sulla
  valutazione ambientale del ciclo di vita dei prodotti, forniti
  dalla  Society for Environmental Technology and
  Chemistery  (SETAC) e da alcune norme ISO - tecnica per
  valutare gli aspetti ambientali e i potenziali impatti lungo
  tutto il ciclo di vita di un prodotto o di un servizio basata
  sugli effetti ambientali più comunemente considerati, come:
  esaurimento dell'energia, esaurimento dei materiali vergini,
  riduzione dello strato di ozono, riscaldamento del globo
  terrestre "effetto serra", smog, acidificazione,
  eutrofizzazione, tossicità delle sostanze, contaminazione da
  rifiuti, sostanze cancerogene e pesticidi.
     L'approvazione della presente proposta di legge nulla
  toglie alla qualità della nostra vita, ma tanto dà a quella
  delle future generazioni.
 
DATA=990126 FASCID=DDL13-5600 TIPOSTA=DDL LEGISL=13 NCOMM= SEDE=PR NSTA=5600 TOTPAG=0013 TOTDOC=0021 NDOC=0002 TIPDOC=L DOCTIT=0000 COMM= FRL PAGINIZ=0001 RIGINIZ=007 PAGFIN=0004 RIGFIN=044 UPAG=NO PAGEIN=1 PAGEFIN=4 SORTRES= SORTDDL=560000 00 FASCIDC=13DDL5600 SORTNAV=0560000 000 00000 ZZDDLC5600 NDOC0002 TIPDOCL DOCTIT0002 NDOC0002



Ritorna al menu della banca dati