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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


66221
DDL5612-0002
Progetto di legge Camera n. 5612 - testo presentato - (DDL13-5612)
(suddiviso in 7 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5612. TESTIPDL
...C5612.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5612 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - La tipologia distributiva dei
  centri storici è fortemente caratterizzata dal piccolo
  commercio, dal fare la spesa sotto casa, con spostamenti
  quotidiani a piedi o in bicicletta.  Tuttavia, nei centri
  storici soprattutto delle grandi città sono ormai troppi i
  piccoli commercianti e gli artigiani costretti a chiudere
  l'attività a causa della imposizione elevata, della difficoltà
  di ricorrere all'autofinanziamento, di una endemica
  sottocapitalizzazione tipica di tutte le imprese minori, delle
  leggi, delle consuetudini e dei comportamenti che regolano
  l'attività finanziaria portati, con la connivenza delle
  autorità dello Stato, a privilegiare le grandi aziende, della
  crisi economica in corso e soprattutto della costituzione di
  grossi centri commerciali e di anonime catene di
  multinazionali, con la conseguenza di lasciare il centro
  storico delle città, come pure dei comuni, deserto e
  snaturato.
     Il piccolo commercio si è visto costretto a combattere una
  battaglia spesso impari nei confronti della grande
  distribuzione e ne sta uscendo sconfitto.
     I dati della cessazione delle piccole attività sono
  allarmanti e notevoli sono anche le ripercussioni sul piano
  dell'occupazione.  Oramai, la cessazione quotidiana di numerose
  piccole attività commerciali è un fenomeno ancora in atto che
  non dà segno di volersi attenuare.  Le strade e le piazze dei
  centri storici e dei quartieri confinanti si stanno spopolando
  e stanno, dunque, perdendo la loro caratteristica vitalità.  In
  tale modo, comunità intere rinunciano alla loro identità, con
  un depauperamento non solo economico ma anche sociale e
  culturale.  Assistiamo così ad un vero e proprio degrado dei
  centri storici i cui effetti negativi, oltre a quelli
  culturali, sono di natura sociale in quanto colpiscono le
  categorie più deboli; si pensi al caso delle persone anziane,
 
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  questione quantomai di attualità vista la crescita demografica
  del nostro Paese, che non usano l'autovettura e sono incapaci
  di portare pesanti borse anche sui mezzi di trasporto
  pubblici: per questi soggetti il negozio di quartiere
  rappresenta l'unico modo accessibile di approvvigionamento
  quotidiano di generi essenziali alla sopravvivenza.  Inoltre,
  rappresenta spesso l'unico possibile contatto con le altre
  persone, l'unica forma di socializzazione e di evasione dalla
  solitudine.
     Lo spopolamento dei centri storici favorisce altresì il
  diffondersi della piccola criminalità.  Quest'ultima trova il
  suo terreno ideale nelle zone poco frequentate ed appartate o
  in stato di abbandono dei centri storici delle città, dove i
  negozi chiudono e la vita ed il via vai giornaliero muoiono.
  Non bisogna quindi dimenticare che il piccolo commercio è
  parte integrante della vita sociale di una città, ne è il
  fondamento e la ragione di vita, strumento di socializzazione
  e di prosperità economica.
     Un ulteriore effetto destabilizzante per il tessuto
  economico-sociale, derivato dall'incidenza della grande
  distribuzione sul piccolo commercio, è dato dalla
  disoccupazione.  Il piccolo commercio costituisce infatti una
  valida risposta alla disoccupazione in quanto consente a
  singoli individui o a singoli nuclei familiari di esercitare
  una attività generatrice di reddito.  La concorrenza
  sovrastante, esercitata dalla grande distribuzione, ne riduce
  drasticamente la capacità di generare reddito e ne provoca la
  cessazione.
     Vi è poi un altro effetto socio-culturale che non va
  sottovalutato ed è rappresentato dal processo di necessaria
  riqualificazione professionale indotto dalla modificazione del
  tessuto commerciale.  Il piccolo commercio, infatti, per
  sopravvivere, deve caratterizzarsi con un alto livello di
  specializzazione, in quanto ogni attività generica incontra
  una forte concorrenza delle grandi tecnostrutture commerciali,
  organizzate con migliori economie di scala.  Il piccolo
  commerciante trova, quindi, un suo ruolo "vitale" quale
  esperto del prodotto trattato al quale riesce a conferire, nei
  confronti del cliente, un importante valore aggiunto in
  termini di educazione al consumo, con evidente beneficio per
  il consumatore.  Questa professionalità consente il
  mantenimento e la trasmissione di alcuni fondamentali valori
  culturali del territorio che sono di frequente connessi alla
  tipologia del prodotto, alle sue modalità produttive ed a
  quelle del suo consumo.
     Per tutti questi motivi è innegabile che una corretta
  politica di incentivazione a favore delle piccole imprese
  commerciali deve essere perseguita con decisione, essendo lo
  strumento indispensabile per il rilancio produttivo ed il
  miglioramento stabile del livello occupazionale.
     Il futuro non può e non deve essere fondato su una
  struttura che prevede il ruolo primario delle grandi imprese
  monopolistiche sul commercio associato e sul libero e piccolo
  commercio; e tanto meno su una rete orientata verso la
  drastica eliminazione del piccolo, agevolando innaturali
  iniziative di fusione o, come è successo spesso in passato,
  sulla liquidazione, la semplice scomparsa dei negozi definiti
  "tradizionali" con tono non sempre elogiativo.  Una sana
  politica deve prevedere la corretta diversificazione
  dell'offerta, nell'ottica soprattutto di stimolare
  l'integrazione di tutte le strutture distributive presenti sul
  mercato, tenendo conto del ruolo economico, sociale e
  culturale che un'attività tipicamente urbana come il commercio
  ha per la salvaguardia della qualità della vita nei centri
  urbani ed in particolare nei loro centri storici ed è appunto
  a questo che la presente proposta di legge vuole porre
  rimedio.
     Pertanto, con la presente proposta di legge si intende
  incentivare l'attività svolta dai piccoli commercianti che
  operano nei centri storici in quanto solo in questo modo sarà
  possibile contrastare la decadenza e la desertificazione del
  cuore urbanistico, culturale, sociale ed artistico delle
  nostre città e dei nostri paesi.
     La mancanza di fonti esterne ad un costo ed a condizioni
  adeguate e l'endemica sottocapitalizzazione che
  contraddistinguono le piccole imprese commerciali impongono di
 
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  ricorrere all'unica forma di reperimento di fondi disponibili:
  l'autofinanziamento.  Nella presente proposta di legge, per
  rendere effettivamente accessibile questo strumento, si è
  ritenuto necessario agire con misure di carattere fiscale e
  contributivo che, appunto, sembrano le più rapide ed efficaci,
  le uniche in grado di fornire risultati concreti a breve
  termine, in un ambiente restio ad acquisire tecniche
  gestionali innovative.  Tra le misure fiscali si è ritenuto che
  il regime fiscale sostitutivo assicura vantaggi in termini di
  automaticità e di certezza dell'intervento.  All'articolo 1
  della presente proposta di legge si è delimitato l'ambito di
  applicazione degli incentivi.  Infatti, gli incentivi previsti
  dall'articolo 2 sono rivolti a tutti gli esercizi commerciali
  definiti "esercizi di vicinato", che svolgono attività di
  vendita al dettaglio in sede fissa ubicati in aree ben
  precise.  Queste ultime devono necessariamente essere collocate
  nei centri storici o comunque avere valore storico,
  archeologico o artistico.
 
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