| Onorevoli Colleghi! -Molteplici e rilevanti furono i
motivi che, anni fa, indussero i sindaci dei comuni
interessati, alcuni politici di rilievo nazionale,
l'Associazione nazionale magistrati e le più rappresentative
associazioni forensi a sollecitare l'istituzione del tribunale
di Nola.
L'omogeneità del territorio individuato e l'uniformità
delle caratteristiche socio-economiche, nonché la rilevanza
qualitativa e quantitativa del contenzioso, sia in sede penale
che civile, l'esigenza di attenuare i disagi dei cittadini
residenti nel nolano (costretti a recarsi per problemi di
giustizia nella città di Napoli, raggiungibile con estrema
difficoltà per le insostenibili situazioni logistiche e di
traffico), facevano apparire l'istituzione dell'ufficio
giudiziario quasi un atto dovuto. A rafforzare la proposta di
istituire il tribunale di Nola, non meno pregnante era la
impellente necessità di alleviare l'eccessivo carico dei
processi pendenti presso il tribunale di Napoli, peraltro non
sostenibile con l'organico dei magistrati e con quello del
personale di cancelleria.
I dati statistici denotavano che, sia in campo penale che
in quello civile, l'istituendo tribunale di Nola, con
giurisdizione su circa 600 mila cittadini, avrebbe assorbito
ben il 25 per cento del carico di lavoro del tribunale di
Napoli, a tal punto da collocarsi per mole di lavoro fra i
primi quindici in campo nazionale. Tale previsione ha trovato
puntuale conferma nel numero di processi (ben 286.450)
pervenuti dal 14 aprile 1994 (data in cui è entrata in
funzione la struttura giudiziaria) al 24 settembre 1998, sia
presso la pretura circondariale che presso il tribunale
penale. In campo civile il carico è addirittura maggiore,
costituendo il 28 per cento di quello del tribunale di
Napoli.
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A fronte di tali incontestabili dati, la legge istitutiva
del tribunale prevede un organico sia di giudici che di
personale amministrativo a dir poco irrisorio. Solo per
rappresentare la inadeguatezza, e la definizione è solo
eufemistica, basterà considerare che per la procura, sia
quella circondariale sia quella presso il tribunale, è
previsto un organico di appena otto sostituti (uno ogni 70
mila abitanti) e di sole trentaquattro unità di personale
amministrativo. Un rapporto di ben dieci volte superiore a
quello del tribunale di Napoli, ove i sostituti procuratori
sono oltre cento a fronte di una popolazione di circa 2
milioni di utenti ed il personale amministrativo è costituito
da ben trecentotrentasette unità. Un rapporto di gran lunga
superiore anche a quello degli altri tribunali campani.
Ancor prima che il tribunale di Nola entrasse in funzione,
il procuratore della Repubblica designato, dottor Adolfo Izzo,
segnalava tempestivamente le insostenibili, se non
drammatiche, condizioni in cui si sarebbe trovato costretto ad
operare, proponendo un opportuno slittamento dell'entrata in
funzione delle strutture giudiziarie. Tanto, al fine da
indurre il Ministero di grazia e giustizia ed il Consiglio
superiore della magistratura (CSM) ad incrementare gli
organici ed a rafforzare le inadeguate strutture.
Contestualmente, analoghi rilievi furono mossi dal presidente
del tribunale, dottor Motti.
In quasi cinque anni di attività si può affermare, senza
alcuna esitazione, che nel circondario del tribunale di Nola
la giustizia è latente. Eppure, fin dai primi mesi, il
consiglio dell'Ordine degli avvocati e le locali associazioni
forensi, ed in particolare la Camera Penale di Nola,
denunciarono le carenze rappresentate, invitando
reiteratamente il guardasigilli ed il CSM ad intervenire in
proposito. Gli appelli rimasero inascoltati, determinando una
più che legittima protesta della classe forense sfociata in
prolungate astensioni dalle udienze e durata, nel complesso,
più di due anni: una pressoché totale paralisi, più volte
denunciata, ma invano, in numerose interpellanze ed
interrogazioni presentate dal proponente. A nulla è valsa la
visita, sollecitata, del Sottosegretario al Ministero di
grazia e giustizia, onorevole Franco Corleone, il quale, agli
inizi del 1997, ebbe modo di rendersi conto personalmente
della gravità della situazione.
La conseguenza più grave di tale incomprensibile inerzia è
che il circondario del tribunale di Nola sta diventando
l'"eden" della delinquenza e del malaffare, in quanto a causa
della latitanza della giustizia l'impunità è assicurata. Ciò
si verifica perché la esiguità degli organici, peraltro mai
completamente coperti, consente solo di celebrare pochi
processi e, segnatamente, solo quelli di criminalità
organizzata.
Non è azzardato affermare che, in siffatto contesto, il
nolano si appresta a diventare "zona franca" della
criminalità, persino inducendo, in molti casi, spregiudicati
imprenditori a fissare la sede sociale nel territorio del
circondario.
E' per questa ragione che con la presente proposta di
legge si propone la soppressione del tribunale di Nola, come
previsto dall'articolo 1 della medesima, mentre l'articolo 2
prevede che tutti gli affari, civili e penali, pendenti avanti
il medesimo tribunale siano devoluti alla competenza per
territorio del tribunale di Napoli.
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