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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


66491
DDL5628-0002
Progetto di legge Camera n. 5628 - testo presentato - (DDL13-5628)
(suddiviso in 3 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5628. TESTIPDL
...C5628.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5628 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - La nascita della XIII legislatura
  è stata accompagnata dalla diffusa convinzione che il
  Parlamento avrebbe avuto la volontà e la capacità di portare a
  compimento un disegno riformatore di ampia portata.
     In questi anni sono stati avviati numerosi cambiamenti
  compatibili con le norme costituzionali vigenti, ma non è
  stata realizzata l'innovazione politico-istituzionale
  indispensabile per l'avanzamento del Paese.  Sono note le
  ragioni che hanno determinato il fallimento del progetto
  riformatore.  Bisogna soltanto precisare che al di là della
  maggiore o minore responsabilità dei singoli partiti politici,
  in questa vicenda ha svolto un ruolo determinante l'incapacità
  della classe politica, troppo attenta a tutelare interessi di
  parte e di breve periodo, ad interpretare valori e aspettative
  della società.
     Il fallimento ha riguardato le riforme istituzionali, la
  revisione della legge elettorale e persino il progetto di
  introduzione del diritto di voto degli italiani all'estero,
  sostenuto, almeno in apparenza, da un largo schieramento di
  forze politiche.
     Analoga sorte è toccata al progetto di riforma del sistema
  di elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo:
  in vista della prossima scadenza elettorale erano necessarie
  nuove norme che ponessero rimedio all'eccessiva frammentazione
  della rappresentanza politica, alla divergenza delle attuali
  regole sulle incompatibilità rispetto ai princìpi fissati a
  Strasburgo dal Parlamento europeo, alla distanza fra elettori
  ed eletti derivante dalla configurazione delle circoscrizioni
  elettorali.  La proposta di legge AC n. 1664, da me presentata
  insieme a numerosi altri parlamentari il 9 maggio 1996,
 
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  arenatasi poi nella Commissione affari costituzionali della
  Camera dei deputati, tendeva a dare soluzione a buona parte
  dei problemi evidenziati.
     Quantunque il cammino delle riforme sia ancora tutto in
  salita occorre nondimeno dare al Paese un segnale forte di
  ripresa dell'iniziativa politica su questo fronte, cogliendo
  l'occasione delle prossime elezioni europee per riaprire la
  questione del diritto di voto degli italiani all'estero.
     La proposta di legge che prevedeva per le elezioni
  politiche l'esercizio del diritto di voto per corrispondenza
  da parte dei nostri connazionali all'estero è decaduta nel
  momento in cui è fallita, nel corso del 1998, l'iniziativa di
  revisione costituzionale che riservava alcuni seggi
  parlamentari alla rappresentanza dei cittadini italiani
  residenti all'estero.
     Sul fronte delle elezioni per il Parlamento europeo
  l'esperienza del 1994 ha messo in evidenza i limiti
  dell'attuale normativa per quel che riguarda l'istituzione di
  apposite sezioni elettorali nel territorio dei Paesi membri
  dell'Unione europea.
     L'indagine conoscitiva della Camera dei deputati sulla
  scarsa affluenza alle urne degli italiani all'estero nelle
  elezioni europee del 1994 ha efficacemente analizzato i
  problemi tecnico-organizzativi emersi in occasione di
  quell'appuntamento elettorale, che ha visto una partecipazione
  al voto di appena il 17 per cento degli aventi diritto.  Gli
  stessi problemi erano stati evidenziati dal Ministero degli
  affari esteri, che già in passato ha richiesto insistentemente
  l'abrogazione  sic et simpliciter  del titolo VI della
  legge 24 gennaio 1979, n. 18, a causa di alcune farraginosità
  procedurali previste dallo stesso, soprattutto con riferimento
  alla necessità di negoziare intese con gli altri Paesi membri
  dell'Unione europea per organizzare la votazione sul loro
  territorio, e all'istituzione di seggi elettorali  in
  loco.  L'istituzione di tali seggi (oltre 950 nei soli Paesi
  membri dell'Unione europea) pone serie difficoltà anche a
  causa della distribuzione territoriale delle nostre comunità,
  specie nei Paesi di media e grande estensione, e di fatto tale
  soluzione non solo non facilita, ma addirittura costituisce un
  impedimento all'esercizio del diritto di voto da parte dei
  connazionali all'estero.
     Dalla necessità, dunque, di favorire la partecipazione al
  voto di tutti i cittadini italiani residenti all'estero, e
  dall'intento di superare le difficoltà di ordine tecnico e
  organizzativo prima menzionate, scaturisce la nostra
  iniziativa legislativa, supportata tra l'altro dalle
  considerazioni e proposte del Consiglio generale degli
  italiani all'estero.  Essa è finalizzata ad un duplice
  obiettivo:
       1) la sostituzione delle norme del titolo VI della legge
  24 gennaio 1979, n. 18, introducendo la possibilità, per gli
  aventi diritto, di optare per il voto per corrispondenza;
       2) l'estensione delle modalità di voto per
  corrispondenza alla totalità dei nostri connazionali residenti
  all'estero.
     La presente proposta di legge, elaborata con il contributo
  di Gianfranco Di Blasio, riprende, per alcuni aspetti, scelte
  e meccanismi di voto già previsti dalle proposte di legge AC
  n. 2863 del 10 dicembre 1996 e n. 3794 del 2 giugno 1997,
  primo firmatario di entrambe l'onorevole Pezzoni.  Si prevede
  in sintesi:
         a)  la notifica ai cittadini italiani residenti
  all'estero della possibilità loro offerta di esercitare il
  diritto di voto per corrispondenza;
         b)  la predisposizione a cura del Ministero
  dell'interno, utilizzando i dati dell'Anagrafe centrale degli
  italiani residenti all'estero (AIRE), degli elenchi degli
  elettori italiani residenti all'estero che hanno scelto di
  votare per corrispondenza;
         c)  l'istituzione, presso gli uffici elettorali
  circoscrizionali, di apposite sezioni elettorali, in quantità
  adeguata rispetto al numero degli aventi diritto residenti
  all'estero;
         d)  l'invio agli uffici consolari, a cura del
  Ministero degli affari esteri, degli elenchi di cui alla
 
                               Pag. 3
 
  lettera  b),  nonché del materiale necessario per
  l'esercizio del diritto di voto, che gli uffici stessi
  provvedono a far pervenire agli elettori;
         e)  la facoltà per i cittadini italiani residenti
  all'estero, che ne hanno manifestato la volontà, di votare per
  corrispondenza per le liste presentate nella circoscrizione
  alla quale appartiene il comune nelle cui liste elettorali
  sono iscritti;
         f)  la spedizione o la consegna diretta delle
  schede da parte degli elettori, una volta espresso il voto,
  agli uffici consolari;
         g)  la trasmissione delle schede elettorali agli
  uffici elettorali circoscrizionali, che ne curano lo scrutinio
  attraverso le sezioni elettorali appositamente istituite.
     In conclusione, attraverso nuove regole elettorali, si
  vuole dare piena attuazione al principio costituzionalmente
  garantito che assicura a tutti i cittadini l'effettivo
  esercizio del diritto di voto.
     La rapida approvazione della presente proposta di legge,
  in tempo utile per la prossima scadenza elettorale europea,
  costituisce dunque un impegno cui il Parlamento non può
  sottrarsi: il recupero di un rapporto di fiducia con le
  comunità dei nostri connazionali all'estero dipende anche dal
  senso di responsabilità di ognuno di noi.
 
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