| Onorevoli Colleghi! - Se è vero che l'Italia è indenne
dalla diffusione della lebbra, è ugualmente vero che nei
quattro centri di assistenza (Gioia del Colle, Genova, Messina
e Cagliari) sono ricoverati 320 nostri connazionali affetti
dal morbo di Hansen.
Non è certo il caso di creare allarmismi gratuiti (la
lebbra nell'immaginario collettivo resta una malattia grave
per i suoi effetti invalidanti che hanno alimentato ed
alimentano tuttora un alone di terrore) anche perché oggi la
lebbra è curabile grazie all'azione efficace della
polichemioterapia in grado di garantire, se congiunta a
controlli efficaci sia clinici che batteriologici, una
completa guarigione. E' il caso, però, di non dimenticare le
condizioni di questi nostri ammalati costretti a vivere con un
sussidio giornaliero di lire 32.939 per i ricoverati e di lire
35.574 per gli assistiti a domicilio, cui si aggiungono lire
6.588 per ogni familiare a carico (i figli fino al
trentunesimo anno di età se conviventi e, comunque, non
titolari di reddito). Ed, allora, di fronte al pudico silenzio
degli ammalati e delle loro famiglie, si ritiene che il senso
della solidarietà non possa tacere che questi sussidi sono
assolutamente insufficienti a garantire una decorosa
sussistenza e, soprattutto, a favorire l'inserimento nel
contesto sociale degli hanseniani. Si ritiene, inoltre, che
non si possano accampare ragioni di "spesa" a fronte di un
numero esiguo di beneficiari, se con l'approvazione della
presente proposta di legge si adeguano automaticamente al
costo della vita i sussidi oggi in vigore erogati agli
hanseniani.
Un piccolo sforzo, dunque, per lanciare un significativo
segnale di attenzione nei confronti di una situazione reale di
sofferenza che perdura tra gli affetti dalla patologia
lebbrosa.
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