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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


67022
DDL5678-0002
Progetto di legge Camera n. 5678 - testo presentato - (DDL13-5678)
(suddiviso in 7 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5678. TESTIPDL
...C5678.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5678 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - L'istituzione in Cosenza di una
  sezione distaccata della corte di appello di Catanzaro, di una
  sezione distaccata del tribunale amministrativo regionale
  della Calabria, oltre che di una sezione distaccata di corte
  di appello in funzione di corte d'assise di appello,
  costituisce un'esigenza - ed anzi una necessità - fortemente
  avvertita non solo dai fori della provincia, ma dall'intera
  sua popolazione.  Essa, infatti, non si configura in alcun modo
  come iniziativa localistica o di campanile, ma è volta a
  soddisfare - nel quadro generale di un più razionale assetto
  sul territorio degli uffici giudiziari, tale da rendere la
  giurisdizione più efficiente e maggiormente accessibile ai
  cittadini - bisogni reali ed obiettivi, concretamente e
  storicamente avvertiti.
     La provincia di Cosenza (estesa dal Tirreno allo Jonio,
  dalla Sila al Pollino) è per territorio una delle più vaste
  d'Italia: essa comprende ben 155 comuni con una popolazione di
  circa 750 mila abitanti, si sviluppa su una superficie di
  6.650 chilometri quadrati e presenta varietà morfologiche ed
  orografiche molto accentuate.  Molti comuni distano da
  Catanzaro - sede della corte di appello e del tribunale
  amministrativo regionale - oltre 200 chilometri, sicché
  intuibili risultano i disagi e le difficoltà per i cittadini
  in essi residenti di raggiungerla, anche in ragione di una
 
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  rete viaria insufficiente e di un sistema di trasporti non
  adeguato.
     Ancora più significativo, peraltro, è rilevare che
  attualmente confluiscono presso la corte di appello di
  Catanzaro gli affari giudiziari provenienti da ben otto
  tribunali (Cosenza, Rossano, Paola, Castrovillari, Lametia
  Terme, Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro) ricadenti nel
  territorio di ben quattro province (oltre quella di Catanzaro,
  Crotone, Vibo Valentia e Cosenza).  Si tratta di un carico di
  lavoro non indifferente che la corte di appello di Catanzaro
  oggettivamente non riesce a gestire adeguatamente, con gravi
  ripercussioni rappresentate dalla durata inaccettabilmente
  lunga dei giudizi e, sempre più frequentemente,
  dall'impossibilità di decidere molti processi penali prima che
  maturi la prescrizione dei reati.  Si consideri, per un utile
  raffronto, che le corti di appello di Potenza, di Salerno, di
  Messina e di Perugia hanno giurisdizione, ciascuna, su quattro
  tribunali; quelle di Trento, di Campobasso e di Reggio
  Calabria su tre tribunali; quella di Lecce su due tribunali.  A
  ciò si aggiunga che quasi il 50 per cento dei procedimenti
  civili e penali trattati dalla corte di appello di Catanzaro
  proviene dagli uffici giudiziari della provincia di Cosenza.
  Si comprende, allora, come l'istituzione in Cosenza non di una
  corte di appello autonoma, per la quale pure esisterebbero
  validi presupposti, bensì solo di una sezione distaccata della
  corte di appello di Catanzaro, avente giurisdizione sul
  territorio attualmente compreso nei circondari dei tribunali
  di Paola, Castrovillari, Rossano e Cosenza (che già oggi, ai
  sensi della legge n. 287 del 1951, è sede di circolo di corte
  di assise comprendente i suddetti tribunali, articolato su due
  sezioni, la seconda delle quali istituita considerata
  l'urgente necessità, al fine di fronteggiare le accresciute
  esigenze di servizio) avrebbe l'effetto di eliminare i disagi
  e le disfunzioni sopra evidenziati, restituendo al contempo
  funzionalità ed efficienza ad un sistema di giustizia
  inadeguato a soddisfare i bisogni e ad assicurare tutela ai
  diritti dei cittadini calabresi interessati.  Vale la pena
  evidenziare, poi, che con l'istituzione del giudice unico di
  primo grado (decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51) la
  sfera di competenza delle corti di appello è destinata ad
  ampliarsi notevolmente per la devoluzione ad esse sia
  dell'appello civile avverso le decisioni già del pretore, sia
  dell'appello nelle controversie in materia di lavoro e di
  previdenza (comprese quelle - numericamente assai rilevanti -
  di pubblico impiego, trasferite, ai sensi del decreto
  legislativo n. 80 del 1998, alla cognizione del giudice
  ordinario).
     E', ovvio, inoltre, che la riforma del giudice unico di
  primo grado implicando, nel settore penale, che il giudice di
  primo grado deciderà prevalentemente in via monocratica
  (anziché collegiale) comporterà, a regime, una maggiore
  produttività e, quindi, un prevedibile maggiore afflusso ai
  processi di appello.  Tutto ciò senza considerare - in una
  prospettiva più avanzata, ma comunque concreta perché di
  imminente realizzazione - che la prevista competenza anche
  penale del giudice di pace potrà implicare che le relative
  pronunce saranno prevedibilmente conosciute, in sede di
  gravame, dalle corti di appello e che, nel quadro
  dell'incipiente riforma della Costituzione, la prospettata
  riduzione del ricorso per Cassazione, comporterà l'espansione
  compensativa dell'appello.  Appare quindi evidente che - ferme
  le ragioni che già in passato (nella IV, nella X e nella XII
  legislatura, rispettivamente per iniziativa del senatore
  Gullo, dei senatori Covello e Perugini, dell'onorevole Falvo)
  hanno motivato la presentazione di progetti di legge analoghi
  e non approvati non per motivi di merito, ma per la prematura
  conclusione delle rispettive legislature - è proprio il nuovo
  quadro legislativo, delineato dalle riforme citate, che induce
  a ritenere ancora più attuale, urgente ed ineludibile
  l'istituzione in Cosenza di sezioni distaccate di corte di
  appello e di corte di assise di appello.  Considerato anche che
  si avrebbe di conseguenza l'apertura di una sezione staccata
  dal tribunale dei minori in una provincia che presenta, più di
  altre, gravi problemi di disagio minorile con connesse
  problematiche relative agli affidi e alle adozioni.
 
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     Egualmente indilazionabile è istituire una sezione
  staccata del tribunale amministrativo regionale con
  circoscrizione comprendente la provincia di Cosenza.  Valgono,
  al riguardo, le considerazioni già fatte circa le difficoltà
  di raggiungere l'attuale sede per un gran numero di cittadini.
  E, più ancora, vale la constatazione che il carico di lavoro
  del tribunale amministrativo regionale della Calabria - tale
  da avere creato un arretrato impressionante (alla data del 30
  novembre 1998 risultano pendenti 30.138 ricorsi, gran parte
  dei quali in attesa di essere discussi da oltre un lustro) -
  proviene circa per metà dalla provincia di Cosenza.
     Milita, da ultimo ma non per ultimo, a favore della
  presente iniziativa legislativa la considerazione che se la
  realizzazione di un sistema di giustizia efficiente e
  razionale, rispondente ai bisogni ed alle necessità degli
  utenti, è un obiettivo generale, parimenti è dovere dello
  Stato riservare attenzione e interesse maggiori a quelle aree
  territoriali disagiate quali la Calabria, in cui sia la
  presenza di una forte e radicata criminalità con la quale
  sovente anche l'azione della pubblica amministrazione deve nei
  fatti confrontarsi, che condizioni socio-economiche di
  particolare degrado, rendono il bisogno di giustizia (civile,
  penale ed amministrativa) ancora più intenso.
 
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