| Onorevoli Colleghi! - Il nostro Paese è atteso alla
prova europea che ne misurerà ambizioni e capacità. Quella
stessa capacità con cui dovrà dimostrare l'inserimento, a
pieno titolo, tra i Paesi che hanno fatto dello sviluppo
infrastrutturale la ragione principale della crescita
economica.
E' chiaro a tutti, classe politica in testa, che sul
settore delle infrastrutture, nella sua programmazione e nella
sua realizzazione, si scommette il futuro dell'Italia, il suo
ruolo nel mercato europeo e, non ultima, la distribuzione
omogenea della ricchezza su tutto il territorio nazionale.
Quello dei trasporti è un comparto centrale per
l'economia, attraverso il quale si snoda la veicolazione dei
prodotti e delle persone, lo sviluppo di aree e di territori,
gli interscambi e la diffusione delle stesse idee. Inutile
ricordare quanto i trasporti abbiano influito sull'evoluzione
delle relazioni tra gli uomini. L'intera storia umana è figlia
dello sviluppo delle comunicazioni tra i popoli.
Oggi s'impone, però, l'esigenza di armonizzare il sistema
dei trasporti: gomma e ferro devono necessariamente trovare il
giusto equilibrio in una programmazione comune. Ci attende una
riflessione improrogabile sulla natura della normativa capace
di dare risposte concrete a questa sentita esigenza, perchè si
tratta di disegnare un complesso di norme atte a sostenere lo
sviluppo, vista la prevedibile ricaduta in tutti i settori
della produzione.
Il complesso delle regole, quindi, deve tenere conto di
tutto questo, favorendo l'abbandono di logiche corporative, in
un quadro generale di ottimizzazione delle risorse
disponibili, dello sviluppo compatibile, dell'equa gestione
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del territorio. Solo in questo modo sarà possibile superare il
gap infrastrutturale che ci vede protagonisti in
negativo, solo così riusciremo ad allineare il nostro Paese
agli standard dei partner europei. Per questo
abbiamo pensato all'istituzione di un organo di garanzia
indipendente, capace di progettare finalmente
quell'interscambio tra rete stradale e rete ferroviaria e di
sovrintenderne il controllo. Le recenti trasformazioni
societarie, per l'Ente nazionale per le strade (ANAS) e le
Ferrovie dello Stato S.p.a., alcune ancora in itinere,
ed in una logica di regionalizzazione della gestione, possono
però compiutamente realizzarsi prevedendo, quale
compensazione, una cabina di regia nazionale. L'Autorità di
garanzia per i trasporti risponde a questi requisiti. E'
l'organismo che dovrà disciplinare e vigilare sul corretto e
parallelo sviluppo delle reti infrastrutturali. Per la
composizione dell'Autorità abbiamo previsto la partecipazione
di nove membri, di cui otto eletti direttamente dalle Camere,
con voto limitato, così da garantirne la pluralità, mentre il
presidente è eletto dai commissari, fra personalità di
riconosciuta e provata competenza nel settore, con i voti di
almeno i due terzi dei componenti dell'organo.
L'Autorità svolgerà una funzione di controllo e di
programmazione ed è stata configurata come un organo
collegiale, che delibera con la maggioranza dei due terzi dei
suoi componenti e che può articolarsi in commissioni per
specifiche competenze.
Un ruolo altresì importante l'Autorità dovrà esercitarlo
nel controllo della qualità dei servizi.
L'Autorità si esprimerà direttamente su diversi
adempimenti quali: i criteri per il rilascio delle concessioni
autostradali, gli schemi delle convenzioni e dei contratti di
programma, il Piano generale dei trasporti ed il piano
triennale dell'ANAS.
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