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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


67099
DDL5686-0002
Progetto di legge Camera n. 5686 - testo presentato - (DDL13-5686)
(suddiviso in 5 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5686. TESTIPDL
...C5686.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5686 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Deputati! - A Cumiana, in provincia di
  Torino, ha sede ed opera l'Ente per la tutela del lupo
  italiano (ETLI), riconosciuto con decreto del Presidente della
  Repubblica 25 giugno 1987 e così denominato ai sensi del
  decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1988.
     L'Ente, escludendo ogni finalità di lucro, si propone con
  studi, ricerche, allevamento pratico, di conservare,
  perpetuare e proteggere la razza del lupo italiano  (Canis
  lupus italicus familiaris)  (articolo 2 dello statuto
  dell'Ente).
     L'ETLI, oltre che sulla base del decreto del Presidente
  della Repubblica 21 dicembre 1988, opera secondo le norme
  previste dal disciplinare emanato con decreto del Ministro
  delle risorse agricole, alimentari e forestali 29 aprile 1994,
  che ne stabilisce le competenze e sancisce il valore ufficiale
  dei suoi atti.  E' inoltre iscritto al Dipartimento della
  protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei
  ministri tra gli organismi di volontariato a livello
  nazionale.
     In particolare, l'ETLI:
       gestisce il registro anagrafico ufficiale del lupo
  italiano, istituito con decreto del Ministro dell'agricoltura
  e delle foreste 30 marzo 1988, con i relativi controlli
  funzionali;
       nel proprio centro di selezione amministra il  pool
  genetico della razza, realizzando linee di sangue idonee a
  tutti i compiti di soccorso - in superficie, sotto macerie,
 
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  sotto valanga - alla ricerca di animali feriti, ad azioni
  antibracconaggio;
       con propria divisione SCAUP (Studio comparato
  addestramenti di utilità pubblica) per gli addestramenti di
  utilità pubblica e con le proprie delegazioni volontarie
  locali svolge attività di protezione civile a livello
  nazionale e locale, in particolare in organica collaborazione
  con il Corpo forestale dello Stato, ed intrattiene anche uno
  stretto rapporto operativo con l' Action d'urgence
  internationale  (AUI) di Parigi;
       istituisce e gestisce corsi di addestramento alle varie
  specialità operative, anche in sedi staccate ed itineranti,
  rilascia brevetti e convalida brevetti rilasciati da scuole da
  esso riconosciute;
       è assistito da una commissione scientifico-tecnica
  ufficiale, con funzioni di indirizzo e di controllo, istituita
  con decreto del Ministro dell'agricoltura e delle foreste 30
  marzo 1988, della quale fanno parte, oltre a scienziati,
  cattedratici ed esperti, anche rappresentanti dei Ministeri e
  delle amministrazioni regionali.
     E' noto che il lupo selvaggio è classificato come  Canis
  lupus  e il cane domestico come  Canis familiaris:  la
  terminologia  Canis lupus italicus familiaris  indica
  dunque un animale domestico, strettamente apparentato con il
  lupo selvaggio e di appartenenza italiana.  La razza è nata
  infatti da una casuale, e fortunata, combinazione genetica
  avvenuta nel 1966 con l'accoppiamento di un pastore tedesco e
  di una delle ultime lupe selvatiche provenienti dall'appennino
  nell'alto Lazio, ed è stata perpetuata con criteri selettivi
  naturali e rigorosi che hanno portato a risultati
  eccezionalmente favorevoli sotto il profilo morfologico,
  fisico, psichico: il lupo italiano ha una notevole stabilità
  di carattere, una totale affidabilità nei rapporti con
  l'ambiente umano, che lo rendono particolarmente idoneo
  all'addestramento e al lavoro in tutti i compiti di utilità,
  in particolare in quelli di soccorso.
     Il lupo italiano ha riscosso encomi e riconoscimenti in
  tutto il mondo proprio per le grandi qualità dimostrate nelle
  attività di soccorso - in superficie, sotto macerie e sotto
  valanga -, nella ricerca di persone e di animali feriti,
  nonché nelle azioni antibracconaggio ed in altri impieghi di
  interesse pubblico.  Un esempio di queste qualità, sottolineata
  dai  mass media  di numerosi Paesi, venne dato in
  occasione del terremoto del Cairo nel 1992:  Lougy, un lupo
  italiano affidato ad una volontaria francese, salvò la vita di
  una persona sepolta tra le macerie da oltre ottanta ore.  Negli
  ultimi tempi, il lupo italiano è stato utilizzato in
  operazioni di soccorso nelle zone terremotate dell'Umbria e
  nei comuni della Campania interessati dall'evento franoso
  avvenuto la primavera scorsa.
     Nonostante i numerosi riconoscimenti ottenuti, la razza
  canina denominata "lupo italiano" rischia oggi di scomparire:
  esso è infatti il solo animale al mondo allevato senza scopi
  di lucro o di ambizione personale, ma per fini di utilità
  pubblica.
     Al fine di preservare l'integrità genetica della razza il
  disciplinare ne vieta in modo assoluto la commercializzazione
  e la riproduzione al di fuori dell'ETLI.  Per questa speciale
  razza canina è previsto solo l'affidamento sotto il controllo
  dell'Ente stesso.
     Oltre ai compiti di preservazione delle linee genetiche,
  l'ETLI, come ricordato, provvede ad addestrare esemplari di
  lupo italiano per le finalità di pubblica utilità e svolge
  esso stesso, mediante le proprie delegazioni volontarie
  locali, attività di protezione civile a livello nazionale e
  locale.  In occasione dell'alluvione che ha colpito la nostra
  regione nel 1994, la delegazione dell'ETLI di Clavesana ha
  partecipato alle operazioni di ricerca e di salvataggio nei
  territori dell'Alta Langa interessati dall'evento.
     L'interesse che la regione Piemonte pone nella
  preservazione di questa razza canina non è solamente dettato
  dall'esistenza sul territorio regionale dell'unica sede
  deputata alla riproduzione del lupo italiano, ma anche da un
 
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  debito di riconoscenza che tutti i piemontesi hanno verso
  questo animale, debito solo parzialmente estinto con la
  delibera della giunta regionale che ha individuato
  nell'effigie del cane "lupo italiano" la  mascotte  della
  protezione civile regionale (delibera n. 186/12785 del 7
  ottobre 1996).
     L'ETLI è sopravvissuto fino ad oggi grazie a mezzi
  economici privati, che si sono, nel corso degli anni,
  esauriti: la sopravvivenza dell'Ente, e con essa anche quella
  del lupo italiano, è oggi gravemente minacciata.
     Si ricorda che la regione Piemonte, con legge regionale 3
  aprile 1989, n. 18, ha deciso di concorrere alle spese
  dell'Ente prevedendo l'erogazione di un contributo che, se è
  da ritenere un rilevante impegno finanziario qualora sia
  rapportato alle ristrettezze del bilancio regionale, risulta
  tuttavia del tutto insufficiente a coprire le spese di
  funzionamento dell'ETLI.
     E' assolutamente indifferibile pertanto l'intervento
  finanziario da parte dello Stato, al fine di preservare questo
  patrimonio biologico, scientifico, culturale e di utilità
  sociale, dal valore inestimabile.
     Vari progetti di legge di finanziamento, presentati
  rispettivamente dal deputato Zaniboni (A.C. n. 5885 della X
  legislatura, 1991), dal deputato Torchio (A.C. n. 715 della XI
  legislatura, 1992), dai senatori Tapparo ed altri e dal
  deputato Zacchera (rispettivamente A.S. n. 275 e A.C. n. 688
  della XII legislatura, 1992) sono decaduti per lo scioglimento
  anticipato del Parlamento.
     Nel corso dell'attuale legislatura sono stati presentati
  quattro progetti di legge in materia, rispettivamente dai
  senatori Monteleone ed altri;  Tapparo ed altri;  Asciutti e
  Baldini;  Russo Spena e Carcarino (rispettivamente A.S. n.
  1631, n. 1083, n. 1450 e n. 811 della XIII legislatura,
  1996).
     A seguito di ampio dibattito e di approfondimenti tecnici,
  la Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del
  Senato della Repubblica, nella seduta del 29 luglio 1997, è
  pervenuta all'approvazione all'unanimità del testo unificato
  dei provvedimenti suindicati.
     La presentazione di una proposta di legge in materia da
  parte della regione Piemonte rivestirebbe, in questa delicata
  fase dell' iter  parlamentare, un valore di impulso
  affinché si pervenga finalmente alla conclusione del processo
  legislativo.  In caso di ulteriore ritardo, infatti, ogni
  futuro intervento potrebbe rivelarsi inutile.
     In sede di Commissione agricoltura del consiglio regionale
  il testo originario della proposta di legge n. 358 (presentata
  dal gruppo consiliare AN) è stato ampiamente modificato,
  tenendo debito conto di quanto avvenuto al Senato della
  Repubblica.
     Il presente provvedimento riprende pertanto, all'interno
  degli articoli 1 e 2, le norme contenute nell'articolo 1 del
  testo unificato sopra ricordato.  In particolare, l'articolo 1,
  dopo avere ricordato la specificità della razza canina
  denominata "lupo italiano" e le finalità perseguite dall'ETLI,
  prevede che l'Ente, già attualmente operante senza scopo di
  lucro, assuma a tutti gli effetti le caratteristiche
  giuridiche delle organizzazioni non lucrative di utilità
  sociale, ai sensi del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n.
  460.
     Si è inoltre ritenuto opportuno riprendere le norme
  contenute nel comma 3 dell'articolo 1 del testo unificato in
  un articolo a se stante (articolo 2) della proposta di legge,
  al fine di porre nel dovuto rilievo la non commerciabilità del
  lupo italiano, per il quale si richiede che venga esclusa
  l'efficacia delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1,
  lettera  d),  e all'articolo 5 del decreto legislativo 30
  dicembre 1992, n. 529.
     Come sopra ricordato, il lupo italiano è infatti protetto
  da una normativa ufficiale dello Stato che, per motivi di
  conservazione genetica, ne vieta la commercializzazione e la
  riproduzione al di fuori dell'ETLI.  Lo stesso disciplinare del
  registro anagrafico ufficiale del lupo italiano, approvato con
  decreto del Ministro delle risorse agricole, alimentari e
  forestali 20 aprile 1994, prevede che sia perseguito a norma
  di legge chiunque venda o ceda o detenga abusivamente soggetti
  di lupo italiano, nonché chiunque spacci per lupo italiano un
 
                               Pag. 4
 
  soggetto non iscritto nel registro anagrafico ufficiale.  Per
  questo motivo esistono soltanto 650 esemplari e ogni anno
  nascono poche decine di cuccioli.  In sostanza, è possibile
  soltanto l'affidamento gratuito, tassativamente regolamentato,
  sotto il controllo dell'ETLI (una cinquantina di esemplari
  sono stati affidati al Corpo forestale dello Stato).
     Infine, nell'articolo 3 sono individuate le risorse da
  riconoscere all'ETLI, a decorrere dall'anno 1999, da parte
  dello Stato per il raggiungimento delle finalità contenute nel
  provvedimento.
     Occorre sottolineare che si tratta di uno stanziamento
  minimo e del tutto indicativo, la cui entità si auspica sia
  incrementata nel corso della discussione in Parlamento, al
  fine di risolvere almeno in parte la cronica carenza di
  risorse finanziarie di cui l'ETLI può valersi per il proprio
  operato.
 
DATA=990215 FASCID=DDL13-5686 TIPOSTA=DDL LEGISL=13 NCOMM= SEDE=PR NSTA=5686 TOTPAG=0006 TOTDOC=0005 NDOC=0002 TIPDOC=L DOCTIT=0000 COMM= FRL PAGINIZ=0001 RIGINIZ=009 PAGFIN=0004 RIGFIN=017 UPAG=NO PAGEIN=1 PAGEFIN=4 SORTRES= SORTDDL=568600 00 FASCIDC=13DDL5686 SORTNAV=0568600 000 00000 ZZDDLC5686 NDOC0002 TIPDOCL DOCTIT0002 NDOC0002



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