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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


69670
DDL5927-0002
Progetto di legge Camera n. 5927 - testo presentato - (DDL13-5927)
(suddiviso in 5 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5927. TESTIPDL
...C5927.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5927 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - A Verona, sul Colle di San
  Pietro, a ridosso dell'antico Ponte Pietra e in prossimità
  dell'antico Teatro romano si erge l'austero edificio dell'ex
  caserma di Castel San Pietro.
     In seguito alla pace di Luneville che divideva la città in
  due parti ed assegnava il lato sinistro agli austriaci e
  quello destro ai francesi, questi ultimi, l'8 marzo 1801,
  prima di consegnare agli austriaci la parte loro spettante
  fecero saltare la chiesa di San Pietro e l'antica fortezza.
     Sui resti dell'antica chiesa di San Pietro e dell'antica
  fortezza viscontea e veneziana venne progettata e costruita,
  tra il 1852 e il 1856, la caserma austriaca.  L'edificazione
  comportò un'opera di livellamento del terreno che (i resti
  dell'originario tempio romano emersero durante quei lavori),
  eliminando ogni variazione di quota, trasformò la sommità del
  colle in una piattaforma regolare affacciata sulla città.  Su
  quella piattaforma appoggiano, in perfetta consonanza, le
  geometrie rettilinee dell'architettura austriaca.
     Dimensionata per 452 soldati e 9 ufficiali, la caserma
  rappresenta il perfezionamento dello schema "a corpo lineare"
  già messo in atto dalla Repubblica veneta nel secondo
  cinquecento.  Si realizza nella chiarezza distributiva degli
  spazi interni che si riflette all'esterno nella rigorosa
  semplicità delle volumetrie, dove peraltro lo scarto di quota
  nei due corpi di testa dà espressivo risalto alla spinta delle
  volte interne (ribassate nei grandi saloni, a tutto sesto nei
  corridoi di collegamento, a padiglione nel vano rampante), che
  in essi va appunto a scaricare.  L'equilibrata quanto evidente
  sintesi di forma e funzione propria dell'opera di
  architettura, lì realizzata con naturale semplicità, va poi
  ulteriormente a qualificarsi attraverso l'attenta scelta dei
  materiali costruttivi (muratura in pietrame e paramenti in
 
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  mattoni per le strutture verticali; laterizio per le volte;
  pietra e tufo per gli elementi ornamentali) che tiene conto,
  con sensibilità, delle prerogative dell'architettura veronese
  e della sua tradizione.
     Esaurita la funzione di caserma imperiale al momento
  dell'abbandono di Verona da parte degli austriaci (16 ottobre
  1866) ed esaurita con la seconda guerra mondiale anche quella
  di caserma italiana, nel 1932 l'opera sarà ceduta dal demanio
  militare al comune di Verona per passare ad una funzione
  civile.
     Essa passò successivamente ad una serie di usi più o meno
  impropri alternati a fasi di deteriorante abbandono, fino al
  suo recente utilizzo come deposito di attrezzature comunali.
  Un modesto, ma importante intervento ha permesso di fermarne
  il degrado: ora che il tetto è risanato, che nuovi pluviali e
  grondaie ne convogliano l'acqua, che le mura asciugate
  rivelano la loro possente solidità, il monumento attende
  quella integrazione nella vita della città, che la dignità
  della sua architettura richiede e la rilevanza del sito
  impone, anche alla luce della nuova situazione che l'opera
  austriaca andò a determinare sull'intera collina.  Eliminata
  infatti la barriera delle mura che cingevano la cittadella
  fortificata e che segnavano la cesura tra la sommità del colle
  e la sua parte sottostante, l'intervento messo in atto dal
  comando austroungarico non solo restituì all'intero sito
  l'originaria unità monumentale, ma anche ricreò, negli spazi
  piani del piazzale e della sua architettura a piombo sulla
  città, quel luogo privilegiato di visione dell'intera Verona e
  del suo fiume, che in antico la superficie altrettanto piana,
  rettilinea e dominante del tempio romano già aveva
  realizzato.
     Al di là della sua specifica funzione, del resto limitata
  nel tempo, la caserma austriaca finì, insomma,
  paradossalmente, con il togliere al sito il carattere
  militare, di barriera, da esso assunto al momento della
  costruzione del castello visconteo e con il restituirlo a
  quella fruizione civile che gli era stata propria nel lungo
  periodo romano della sua storia, periodo che poi l'eclatante
  recupero del Teatro romano metterà stupendamente in luce.
     E' necessario altresì sottolineare il fatto che la
  funzione civile, religiosa e spettacolare della sommità del
  colle non va a legarsi a un momento qualsiasi della sua
  storia, sia pure romana, bensì al suo momento primo: quello
  della trasformazione della collina di San Pietro in un
  organismo urbanistico dal grande impatto monumentale; momento
  che si lega pertanto a quello della generale pianificazione
  della città romana che la sacralità del tempio siglava.
     Castel San Pietro (dove certamente risiedettero i
  primissimi abitanti della città), è non solo luogo di
  primordiali memorie, ma anche di incomparabile bellezza; dove
  mai si ritrova un simile affaccio sull'ansa di un fiume e
  sulla città ancora "romana"?
     A tale fine, l'articolo 1 della presente proposta di legge
  qualifica gli interventi di recupero del patrimonio storico,
  architettonico ed urbanistico di Castel San Pietro come
  finalità dello Stato (comma 1) e, in relazione a ciò, prevede
  l'istituzione, entro quarantacinque giorni dalla data di
  entrata in vigore della legge, di una apposita commissione di
  esperti (comma 2).
     L'articolo 2 esplicita le funzioni della commissione.  In
  particolare, sono affidati alla commissione i compiti di
  esaminare e di approvare il piano esecutivo degli interventi
  da realizzare (comma 1).  Sono altresì previste forme di
  informazione, con una relazione che è trasmessa semestralmente
  al Parlamento (comma 3).  Il comma 4 dello stesso articolo
  fissa in un triennio la durata della commissione.
     L'articolo 3 dispone la copertura finanziaria per il
  triennio 1999-2001.
 
DATA=990420 FASCID=DDL13-5927 TIPOSTA=DDL LEGISL=13 NCOMM= SEDE=PR NSTA=5927 TOTPAG=0004 TOTDOC=0005 NDOC=0002 TIPDOC=L DOCTIT=0000 COMM= FRL PAGINIZ=0001 RIGINIZ=007 PAGFIN=0002 RIGFIN=069 UPAG=NO PAGEIN=1 PAGEFIN=2 SORTRES= SORTDDL=592700 00 FASCIDC=13DDL5927 SORTNAV=0592700 000 00000 ZZDDLC5927 NDOC0002 TIPDOCL DOCTIT0002 NDOC0002



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