| Onorevoli Colleghi! - Oltre alle enormi, quanto
assurde, sofferenze inflitte alle popolazioni balcaniche,
l'aggressione militare che l'Italia e gli alleati atlantici
hanno posto in atto, ormai da qualche settimana, contro la
Repubblica federale di Jugoslavia sta devastando quei
territori. Quotidianamente, infatti, dal comando alleato è
stilato il bilancio, sapientemente dato in pasto all'opinione
pubblica dai mass-media, dei danni arrecati con le
incursioni aeree ai cosiddetti "obiettivi militari e civili
jugoslavi".
Ma questa è una strana guerra! Nonostante sia combattuta
solamente sul territorio balcanico, essa sta provocando danni
non solo a chi la subisce, ma, paradossalmente, anche a chi la
pone in essere. La vicinanza ai luoghi del conflitto, infatti,
sta facendo pagare all'Italia, a differenza dei suoi
"alleati", la sconsiderata decisione interventista con una
evidente limitazione arrecata al turismo, settore produttivo
tra le principali fonti di ricchezza.
Come è stato ampiamente testimoniato dai dati forniti da
alcuni tour operator, nelle località, non solo costiere,
del litorale adriatico si sta registrando un sensibile calo
delle presenze negli alberghi, nei campeggi e nelle altre
attività ricettive e, parallelamente, un aumento delle
disdette delle prenotazioni effettuate per la prossima
stagione estiva.
Gli operatori economici del settore in questione, quindi,
stanno subendo un grave danno a causa della presenza sul
territorio italiano di basi militari, di centri di accoglienza
e, più in generale, dal fatto che l'Italia è parte attiva nel
conflitto balcanico.
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