| Onorevoli Colleghi! - Il Sottosegretario per
l'università e la ricerca scientifica e tecnologica, nella
seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati del 3 febbraio
1999, rispondendo alle numerose interpellanze e interrogazioni
presentate sul "numero chiuso" nelle università italiane, nel
registrare il dato di complessità e di delicatezza sul quale
si è aperto un nuovo contenzioso, in sede di giurisdizione
amministrativa, per l'accesso ai corsi a numero programmato
per gli anni accademici 1997-1998 e 1998-1999, ha dichiarato
che il Governo è particolarmente attento, in relazione ai suoi
poteri di iniziativa, alle indicazioni che potranno venire dal
Parlamento.
Con decreto del Ministro dell'università e della ricerca
scientifica e tecnologica 14 maggio 1998, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 165 del 17 luglio 1998, sono stati
definiti i parametri e gli standard sulla base dei quali
le università devono motivare la richiesta del numero
programmato, e tali parametri sono stati tenuti presenti anche
nel riparto di posti tra i diversi atenei per i corsi a numero
programmato.
La Corte costituzionale, con sentenza n. 383 del 27
novembre 1998, ha dichiarato non fondata la questione di
legittimità costituzionale dell'articolo 9, comma 4, della
legge 19 novembre 1990, n. 341, come modificato dall'articolo
17, comma 116, della legge 15 maggio 1997, n. 127, sollevata
in riferimento agli articoli 3, 33, 34 e 97 della
Costituzione, da alcuni tribunali amministrativi regionali.
La Corte costituzionale ha aggiunto che l'intera materia
necessita di una organica sistemazione legislativa, finora
sempre mancata, una sistemazione chiara che, da un lato,
prevenga l'incertezza presso i potenziali iscritti interessati
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e il contenzioso che ne può derivare, dall'altro preveda tutti
gli elementi che, secondo la Costituzione, devono concorrere a
formare l'ordinamento universitario.
La medesima Corte, nella citata sentenza, introduce
elementi tra loro contraddittori, perché, se da un lato
ritiene legittima la delega ministeriale, dall'altro indica
con chiarezza che manca una organica legislazione in materia e
invita il Parlamento a colmare tale carenza e a regolarizzare,
per quest'anno, le situazioni pendenti degli studenti
ricorsisti.
A seguito della circolare del Ministro dell'università e
della ricerca scientifica e tecnologica, le singole università
hanno provveduto a una sanatoria soltanto per l'anno
accademico 1997-1998, regolarizzando quegli studenti ammessi
con riserva, pur tuttavia in un quadro complessivamente
incerto, data la eterogeneità riscontrata e riscontrabile nei
comportamenti dei singoli senati accademici.
Conseguentemente, in diverse università si è registrata
per gli studenti ammessi con riserva all'anno accademico
1998-1999 una situazione di particolare disagio, di fatto
discriminante, in quanto, con una interpretazione restrittiva
della citata sentenza della Corte costituzionale, essi si sono
visti esclusi da una operazione di sanatoria che avrebbe
potuto essere estesa anche a loro, tenuto conto proprio delle
motivazioni e delle indicazioni contenute nella citata
sentenza.
Si rende necessaria, in conseguenza delle determinazioni
della Corte costituzionale e in armonia con le direttive
comunitarie una sistemazione organica della materia, al fine
di evitare in futuro contenziosi giurisdizionali e garantire
un quadro più chiaro e certo di regole e criteri, favorendo
l'accesso al diritto allo studio in modo concreto e
produttivo.
Si è in presenza di una situazione di transizione e di
passaggio ed è compito del Governo e del Parlamento ricercare
gli strumenti più adeguati per rispondere positivamente a
situazioni che di fatto si sono create proprio perché il
quadro complessivo normativo non era completamente chiaro e si
è in presenza, altresì, di giuste aspettative degli studenti
ai quali peraltro è stato concesso di iscriversi anche con
riserva all'anno accademico 1998-1999, comportando per questi
ultimi notevoli spese per l'iscrizione, l'acquisto di testi,
vitto e alloggio.
Il Parlamento e il Governo, in altre circostanze e su
altre questioni, si sono impegnati ad individuare e ad
assumere iniziative finalizzate a "sanare" situazioni
pregresse e di fatto createsi per fasce di cittadini.
Proprio a conferma di quanto sostenuto, in data 14 aprile
la Commissione cultura della Camera dei deputati ha approvato
una risoluzione (n. 7-00648 De Murtas, Muzio e altri) in cui
si impegna a fronteggiare le situazioni di cui in premessa e a
ricercare, anche di intesa con la conferenza dei presidenti
dei corsi di laurea interessati, ogni possibile soluzione.
Per le ragioni esposte è stata presentata la presente
proposta di legge, che persegue la finalità di regolarizzare
le iscrizioni ai corsi di laurea delle università ad accesso
programmato per l'anno accademico 1998-1999, ponendo così
termine a tutte quelle inaccettabili sperequazioni e disparità
che si sono particolarmente evidenziate in questi ultimi
periodi.
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