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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


70462
DDL5998-0002
Progetto di legge Camera n. 5998 - testo presentato - (DDL13-5998)
(suddiviso in 3 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C5998. TESTIPDL
...C5998.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC5998 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Signore Colleghe, Signori Colleghi! - Nel 1994, la
  Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani decise di
  costituire un gruppo di lavoro per redigere un protocollo
  opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo, in
  merito al coinvolgimento dei bambini nei conflitti
  Risoluzione 1994/91:  implementation of the Convention on
  the rights of the child  (CRC).
     Lo studio, oltre a proporre un piano di lavoro per i
  bambini in situazione di conflitto armato, conteneva la
  raccomandazione agli Stati di portare a conclusione la
  redazione del citato protocollo opzionale alla CRC al fine di
  innalzare l'età per il reclutamento e la partecipazione
  volontaria nelle Forze armate a diciotto anni.
     Oltre 300 mila bambini e adolescenti sono attualmente
  impegnati a combattere in conflitti armati e, secondo indagini
  svolte dalle agenzie specializzate dell'ONU, il fenomeno è in
  ulteriore crescita.  Benché la maggior parte dei bambini armati
  abbia dai quindici ai diciotto anni, molti sono addirittura
  stati reclutati a soli dieci anni di età.  L'Italia stessa è
  fra i quarantanove Paesi che permettono il reclutamento di
  minorenni nelle proprie Forze armate, mentre almeno trentadue
  Paesi (fra cui Afganistan, Algeria, Repubblica democratica del
  Congo, Etiopia, Israele, Myanmar, Sierra Leone e Uganda)
  impegnano bambini e adolescenti in conflitti armati.
     Altre centinaia di migliaia di bambini sono arruolate in
  eserciti regolari o gruppi armati di opposizione e possono
  essere chiamate a combattere in ogni momento.  Mentre molti
 
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  sono reclutati legalmente, altri sono rapiti, reclutati con la
  forza o comunque costretti ad arruolarsi.
     Sebbene la maggior parte dei bambini soldato abbia tra i
  quindici ed i diciotto anni, molti sono reclutati a dieci anni
  e, in alcuni casi, anche prima.
     La vita per le giovani reclute è immancabilmente dura.  I
  ragazzi cominciano con il servire come facchini, messaggeri o
  spie, ma troppo spesso finiscono in prima linea.
     E' stato, per esempio, accertato che durante il conflitto
  tra l'Iran e l'Iraq, alcuni bambini soldato sono stati usati
  come carne da macello e perfino come avanguardia nelle aree
  minate.  I bambini che fanno parte delle Forze armate, in caso
  di ostilità, diventano un bersaglio legittimo e non godono più
  della protezione riservata alla popolazione civile.  In
  combattimento i ragazzi corrono più pericoli degli adulti, a
  causa della loro relativa immaturità, e questa tendenza è
  rafforzata dalla disponibilità di droga e/o alcool che sono
  spesso costretti a prendere.
     Perfino nelle Forze armate governative i bambini sono
  trattati brutalmente ed ogni errore da loro commesso è punito
  severamente.
     Secondo una ricerca effettuata per le Nazioni Unite, un
  tentativo di diserzione può essere punito con l'incarcerazione
  e perfino con un'esecuzione sommaria.
     "Stop all'uso dei bambini soldato!" E' una campagna
  internazionale promossa in Italia da una coalizione di
  organizzazioni, quali  Amnesty International,
  Bice-Italia, COCIS, Telefono azzurro, UNICEF Comitato
  italiano in occasione della ricorrenza del decennale della
  Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia.
     Il diritto internazionale attualmente in vigore stabilisce
  un'età minima di quindici anni per il reclutamento nelle Forze
  armate e la partecipazione alle ostilità.  Questo limite è
  stato stabilito dopo la seconda guerra mondiale, per lo più
  perché coincideva con la fine della scuola dell'obbligo nei
  principali Paesi occidentali.  Il diritto internazionale
  umanitario - vale a dire il diritto che regola la condotta dei
  conflitti armati - disciplina il reclutamento nelle Forze
  armate sia governative che non governative.  Nel caso di un
  conflitto armato internazionale, gli Stati hanno l'obbligo di
  prendere tutte le misure praticamente possibili per impedire
  che i ragazzi al di sotto di quindici anni partecipino
  direttamente alle ostilità, in particolare astenendosi dal
  reclutarli nelle loro Forze armate.
     Esistono vari motivi per portare a diciotto anni l'età
  minima per il reclutamento e la partecipazione ai conflitti
  armati.  Infatti, diciotto anni è l'età in cui la legislazione
  nazionale della maggior parte dei Paesi conferisce il diritto
  di voto.  Essa segna il passaggio dalla adolescenza all'età
  adulta, con tutte le responsabilità legali e morali che
  incombono all'individuo in base al diritto di voto
  concessogli.  In secondo luogo, perché tale età è in armonia
  con la definizione generale di bambino contenuta nel diritto
  internazionale relativo ai diritti dell'uomo - per qualsiasi
  altro fine che non sia il reclutamento e la partecipazione ai
  conflitti armati - come enunciata nella Convenzione delle
  Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia del 1989.
     Benché, nel passato, le Nazioni Unite abbiano tacitamente
  permesso l'arruolamento dei minori di diciotto anni nelle
  forze per la tutela della pace, oggi questo non è più
  possibile.  E' palesemente contraddittoria la posizione di
  alcuni Paesi occidentali che esigono dagli altri il rispetto
  dei diritti umani, ma poi non sanno far seguire alle parole i
  fatti, quando si tratta dei diritti umani dei propri bambini.
  A tale proposito è interessante paragonare il reclutamento
  nelle Forze armate e nelle Forze di polizia, i due organi
  dello Stato tipicamente autorizzati, in determinate
  circostanze, ad usare il potere letale delle armi.  Nei Paesi
  Bassi, per esempio, l'età minima per arruolarsi nelle Forze di
  polizia è stata recentemente portata da sedici a diciannove
  anni.  Sembra che tale cambiamento sia stato determinato da
  preoccupazioni relative all'immaturità degli ufficiali.  L'età
  minima per arruolarsi nelle Forze armate è stata portata
  invece a diciassette anni, lasciando così intendere che un
  soldato immaturo con un fucile in mano desta meno
 
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  preoccupazioni di un ufficiale di polizia immaturo.  Lo stesso
  vale per gli Stati Uniti, dove un ragazzo di diciassette anni
  può arruolarsi nell'esercito, ma l'età minima per entrare
  nelle Forze di polizia è in genere di diciotto anni e in molti
  casi di ventuno anni; nel Regno Unito l'età minima per le
  reclute della Polizia è fissata a diciotto anni.
     La presente proposta di legge, composta da un unico
  articolo, ha l'obiettivo di abrogare l'articolo 3 della legge
  31 maggio 1975, n. 191, che permette di partecipare alle
  operazioni militari a soli diciassette anni.  La sua
  approvazione sarebbe pertanto un chiaro segnale di scelta di
  campo, anche davanti alla comunità internazionale.
 
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