| Onorevoli Colleghi! - Le patologie allergiche
interessano oggi circa il 30 per cento della popolazione
infantile e adulta e quelle immunologiche almeno il 40 per
cento, abbracciando un vasto numero di quadri clinici che
sconfinano nel campo della pneumologia, otorinolaringoiatria,
dermatologia, medicina interna e dando così origine a
patologie proteiformi, talora molto gravi, la cui diagnosi
tempestiva, necessaria per garantire la salute e talora la
sopravvivenza del paziente, richiede personale sanitario in
possesso di adeguate competenze.
Nel campo allergologico particolare attenzione meritano,
accanto alle forme di allergopatie respiratorie (prima fra
tutte l'asma bronchiale), molto diffuse sul territorio
nazionale e il cui aumento negli ultimi anni riconosce tra le
cause principali l'inquinamento atmosferico, le allergie
alimentari, causa di patologie anche gravi dell'apparato
gastrointerico che spesso, per scarsa competenza, non sono
adeguatamente diagnosticate e trattate; le reazioni avverse a
farmaci, soprattutto antibiotici, antinfiammatori non
steroidei e anestetici, che oggi sempre più in prospettiva,
con l'immissione sul mercato di nuove molecole di sintesi,
fanno registrare una gamma estremamente ampia di quadri
clinici che possono giungere fino allo shock
anafilattico; le reazioni al veleno di imenotteri, che
possono essere efficacemente prevenute, diagnosticate e curate
garantendo la sicurezza al paziente sensibilizzato; le
allergopatie cutanee, numerosissime e di difficile diagnosi,
alla luce soprattutto dei numerosi fattori eziologici in gioco
e della complessa interazione della cute con l'ambiente
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esterno. Se ci spostiamo nel campo dell'immunologia, l'elenco
diventa ancora più consistente, comprendendo, solo per fare
qualche esempio, patologie complesse, ad andamento cronico e
in costante aumento, soprattutto tra i giovani, quali il
lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide, la
sclerosi sistemica progressiva, le emopatie autoimmuni,
eccetera.
Poiché l'allergia deriva da un'alterazione del "normale"
riconoscimento immunologico di antigeni non patogeni presenti
nell'ambiente, appare evidente che il principale fattore di
rischio è rappresentato proprio dall'ambiente in cui viviamo,
modificato profondamente dall'opera di industrializzazione
dell'uomo: le malattie allergiche rappresentano quindi uno dei
comuni e costosi problemi sanitari dei Paesi sviluppati.
Le patologie immuno-allergiche rivestono infatti un
evidente interesse sociale per le ripercussioni sul lavoro e
sulle attività quotidiane dei pazienti, con perdita di
numerose giornate lavorative e scolastiche, oltre che con
notevole costo per il largo uso di medicinali e spesso di
ricoveri ospedalieri. I costi economici connessi, sia
direttamente che indirettamente, con il trattamento e la
prevenzione di tali patologie sono notevolmente elevati; da
qui deriva la necessità che gli organi competenti impostino
specifici programmi preventivi, diagnostici e terapeutici
nell'interesse del paziente (riduzione della morbilità) e
della sanità (contenimento della spesa sanitaria).
Tali programmi possono essere schematicamente così
riassunti:
istituzione di servizi di diagnosi e cura, e, ove
possibile, di divisioni di allergologia e immunologia clinica,
diffusi capillarmente sul territorio, che innanzitutto siano
in grado di intervenire rapidamente ed efficacemente su quelle
forme che mettono a rischio la vita dei pazienti e inoltre
garantiscano l'esatto inquadramento delle varie patologie,
utilizzando le procedure diagnostiche proprie
dell'allergologia (cutireazioni per inalanti e alimenti,
spirometria, rinomanometria, test di provocazione
specifici e aspecifici, dosaggio delle IgE specifiche,
diagnostica per allergia e farmaci e veleno di imenotteri) e
dell'immunologia (dosaggio degli autoanticorpi,
complementemia, immunofluorescenza, eccetera) e
conseguentemente instaurino le terapie più opportune, non solo
agenti sulla risoluzione rapida dei sintomi, ma anche a monte,
sul sistema immunitario, per l'applicazione delle quali è
necessaria una perfetta conoscenza dei meccanismi patogenetici
che stanno alla base (desensibilizzazione specifica per
inalanti, farmaci e veleno di imenotteri, immunomodulanti e
immunosoppressori);
contribuire a creare nella popolazione una maggiore
conoscenza di queste patologie, attraverso un'adeguata
informazione svolta mediante tutti i mezzi di comunicazione di
massa, al fine di diffondere una efficace cultura della
prevenzione;
coinvolgimento nell'opera di prevenzione degli enti
locali e delle strutture dello Stato, perché, ad esempio,
siano evitati gli insediamenti di attività produttive ad
impatto ambientale altamente inquinante nei pressi di centri
abitati, oppure perché siano limitati gli scarichi nel
traffico urbano di gas e di particelle di cui sia stata
documentata l'azione lesiva sull'apparato respiratorio, in
considerazione del fatto che il ruolo svolto dalle
trasformazioni ambientali nel moltiplicarsi delle allergopatie
è un dato acquisito; infine, non è di minore importanza
garantire l'elencazione completa sulle etichette degli
ingredienti e degli additivi utilizzati nell'industria
alimentare;
controllo e vigilanza da parte di tutti i medici
sull'incidenza e sulle caratteristiche delle reazioni avverse
verificatesi in rapporto all'utilizzo di una determinata
molecola al fine di permettere l'elaborazione di un registro
nazionale, in considerazione della comparsa sul mercato
farmaceutico di sempre nuove molecole. In questo ambito assume
particolare rilievo il ruolo dei centri di allergologia non
solo nel partecipare e talvolta nel promuovere questa
attività, ma anche e soprattutto nell'individuare nel contesto
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di queste reazioni quelle da attribuire a un meccanismo
allergico o pseudoallergico e quelle che assumono
caratteristiche tali da assurgere a particolare gravità.
In conclusione, alla luce di quanto sopra esposto, è
indispensabile che la branca allergologia e immunologia
clinica entri insieme ad altre branche specialistiche nel
Piano sanitario nazionale al fine di esercitare un'azione
programmata per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle
malattie allergiche e immunologiche e che siano riconosciute
strutture specialistiche di vario livello che, facendo
riferimento a centri di alta specializzazione, possano operare
per garantire un servizio efficiente ai molti pazienti che,
sempre più numerosi, si rivolgono alle strutture sanitarie per
avere una risposta ai loro problemi.
Si auspica, pertanto, la rapida approvazione della
presente proposta di legge.
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