| Onorevoli Colleghi! - Mercoledì 3 febbraio 1999 una
frana precipitata dal Monte Rocchetta si è abbattuta sul
territorio dei comuni di Limone sul Garda, in provincia di
Brescia, e di Riva del Garda, in provincia di Trento, causando
la morte di un pensionato, Gino Avancioni, e recando gravi
danni ai territori di entrambi i comuni. Oltre ai danni
materiali, inoltre, la frana ha comportato forti ripercussioni
negative indirette sull'economia della zona, in particolare a
carico del settore turistico, conseguenti alla convinzione che
altre calamità franose seguiranno a quella del 3 febbraio
scorso: infatti, tutto il versante interessato è costituito da
roccia di natura fratturata ed è quindi soggetto a rischio di
frana, per cui sussiste il serio pericolo del distacco di
nuovi pezzi di montagna. Tale situazione ha causato
nell'immaginario collettivo dei cittadini la convinzione di
essere in presenza di una zona a forte rischio per
l'incolumità delle persone e dei beni di turisti e
villeggianti, con le inevitabili immediate conseguenze sulle
attività produttive dei comuni interessati, fino a ieri
località turistiche di rilevante interesse della riva del lago
di Garda. Infatti, l'andamento dei flussi turistici per la
stagione che sta per iniziare è previsto drammaticamente in
calo, potendosi così facilmente ipotizzare serie ripercussioni
negative sull'economia dell'intera zona, che andranno ad
aggiungersi ai costi derivanti dai lavori necessari per il
ripristino della situazione precedente alla frana sia per
quanto riguarda le attività produttive, sia per quanto attiene
alla stabilità delle abitazioni private. Per questa via,
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inoltre, al diminuito apporto di risorse "esterne" conseguente
al ridotto flusso di visitatori e turisti andrà ad aggiungersi
un ulteriore fattore "interno" di crisi delle attività
produttive, consistente nella riduzione della domanda "locale"
a seguito del fatto che le risorse economiche a disposizione
dei privati residenti dovranno essere impiegate
prioritariamente per i lavori di recupero del patrimonio
edilizio danneggiato.
L'effetto combinato di questi fattori negativi rischia di
assestare un colpo durissimo all'economia delle aree costiere
del Garda interessate, mettendo in ginocchio le imprese
operanti in tali zone e compromettendone i livelli produttivi
ed occupazionali. A questa sconfortante prospettiva deve
essere frapposta ogni possibile immediata contromisura,
affiancando ai lavori da condurre immediatamente da parte
dell'Ente nazionale per le strade (ANAS) e degli altri enti
competenti per il consolidamento del versante gardesano del
Monte Rocchetta, ulteriori interventi, attuati con il concorso
dello Stato, per il parziale risarcimento dei danni subiti da
cittadini ed imprese delle zone interessate e per il recupero
ed il rilancio delle attività produttive, con particolare
riguardo al settore del turismo.
A questo scopo è finalizzata la presente proposta di
legge, che individua due principali linee di intervento in
favore dei soggetti residenti nei comuni danneggiati: la
concessione di contributi ai privati per la riparazione delle
unità immobiliari, tanto ad uso abitativo quanto ad uso
diverso da quello abitativo (ad esempio, per l'esercizio
dell'impresa), e, nel caso di imprese industriali,
commerciali, artigianali e di servizi, concessione di
contributi per la ripresa dell'attività produttiva (articolo
1), e la previsione di specifici interventi in favore del
recupero e del rilancio del settore turistico, certamente il
comparto produttivo più danneggiato dall'evento calamitoso
(articolo 2).
L'articolo 1 prevede, al comma 1, la concessione in favore
dei proprietari di immobili ad uso abitativo che siano rimasti
danneggiati dalla frana del 3 febbraio scorso di un contributo
a fondo perduto fino al 70 per cento della spesa per il
ripristino e, al comma 2, la concessione di un analogo
contributo per la riparazione delle unità immobiliari diverse
da quelle abitative, fino al 50 per cento della spesa per il
ripristino e, nel caso di imprese diverse da quelle
turistiche, per la ripresa dell'attività produttiva, da
accordare entro il limite massimo di 20 milioni di lire per
ciascuna impresa. Per la realizzazione di questi interventi il
comma 3 dell'articolo 1 assegna 2 miliardi di lire complessivi
per il 1999 alle regioni Lombardia e Trentino-Alto Adige; tale
somma sarà ripartita dalla Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano sulla base di un programma operativo che
dovrà tenere conto dell'entità dei danni subiti da ciascuna
impresa, della rilevanza della rispettiva attività nelle
realtà comunali interessate e della necessità di mantenere gli
attuali livelli produttivi e occupazionali.
Per quanto riguarda specificamente il settore turistico,
l'articolo 2 prevede, al comma 1, l'istituzione di un apposito
fondo nello stato di previsione del Ministero dell'industria,
del commercio e dell'artigianato, con dotazione finanziaria
pari a 1 miliardo di lire per il 1999, per la concessione di
contributi, nel limite massimo di 30 milioni di lire per
ciascuna impresa interessata, destinati:
a) a fronteggiare i danni subiti da beni mobili ed
immobili appartenenti all'impresa stessa;
b) a favorire la ripresa della sua attività
produttiva.
La procedura per la concessione di tale beneficio è
disciplinata al comma 2 in modo da accentuarne al massimo la
rapidità e l'efficacia, affidando al Ministro dell'industria,
del commercio e dell'artigianato la definizione delle modalità
e delle procedure di concessione e alle prefetture delle
province di Brescia e di Trento la ricezione delle domande
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degli interessati, il tutto entro tempi certi e ravvicinati e
sulla base di criteri analoghi a quelli previsti al comma 3
dell'articolo 1. Inoltre, il comma 3 dell'articolo 2 accorda
all'Ente nazionale italiano per il turismo (ENIT) un
contributo di lire 2 miliardi per il 1999 per l'elaborazione e
l'esecuzione di un piano di promozione specifico a sostegno
dell'offerta turistica dell'area, da concertare con le regioni
interessate, finalizzato ad arginare la grave flessione dei
flussi di visitatori e turisti nei comuni interessati
dall'evento calamitoso.
L'articolo 3 provvede infine alla copertura finanziaria
dell'onere derivante dall'attuazione della legge, pari a lire
5 miliardi per il 1999, ponendolo a carico del Fondo speciale
di parte corrente iscritto nel bilancio triennale 1999-2001,
mediante il ricorso all'accantonamento relativo alla
Presidenza del Consiglio dei ministri.
Si ritiene dunque di poter concludere raccomandando
l'approvazione della proposta di legge, necessaria allo scopo
di far fronte all'emergenza produttiva ed occupazionale delle
zone costiere del lago di Garda colpite dal recente evento
calamitoso e pertanto meritevole di urgente esame e di
conseguente veloce definizione.
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