| Onorevoli Colleghi! - I bombardamenti della NATO sulla
Jugoslavia hanno aperto nel cuore dell'Europa un conflitto
dalle conseguenze imprevedibili. L'adesione senza riserve del
Governo italiano al richiamo degli alleati fa dell'Italia un
Paese in guerra. L'assioma è tragico sia per il dato politico
che contiene, sia per le conseguenze drammatiche derivanti da
un'estensione del conflitto la cui possibilità, da un'analisi
del quadro internazionale, è purtroppo più che una vaga
ipotesi. La consapevolezza di ciò, unita all'orrore della
guerra in quanto tale, impone al nostro partito, il partito
della Rifondazione comunista, il massimo sforzo dentro e fuori
le istituzioni al fine di mutare questo stato di cose. Dalla
nostra, abbiamo parte rilevante della società civile che,
senza cedere alle facili strumentalizzazioni di forze
politiche che pure sostengono l'attuale Governo, sta dando
vita a migliaia di manifestazioni di protesta che in questi
giorni attraversano il Paese. Sulla guerra non ci sono
mediazioni possibili, anzi netto e chiaro deve essere
l'impegno per avversarla mettendo in campo iniziative di ogni
sorta. In nome della pace, che proprio a causa di questa
sciagurata guerra ritorna ad essere un tema di grande
attualità, si è deciso di recuperare una vecchia proposta di
legge presentata il 19 aprile 1985, con la quale il deputato
Nebbia e altri chiedevano l'istituzione del Parco Nazionale
della Pace a Gravina di Puglia, luogo dove alla fine degli
anni cinquanta furono installati alcuni missili a testata
nucleare.
Il valore simbolico che già aveva questa iniziativa
quattordici anni fa è ancora più alto oggi, alla luce della
tragica guerra che si sta combattendo a pochi chilometri dalle
coste pugliesi. Con la presente iniziativa legislativa inoltre
si intende dare un doveroso riconoscimento al popolo pugliese
che ha sempre mostrato grande generosità nella mobilitazione
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per l'accoglienza di profughi in fuga da Paesi del bacino del
Mediterraneo devastati da guerre o vittime delle ingiustizie
di governi autoritari e antidemocratici. Se la storia
dell'oggi rafforza il significato simbolico dell'istituzione
del Parco Nazionale della Pace a Gravina di Puglia, vale la
pena ripercorrere brevemente anche le tappe storiche che hanno
caratterizzato già dagli anni ottanta l'interesse per questa
iniziativa.
Alla fine degli anni cinquanta con il delinearsi della
guerra fredda si moltiplicarono le installazioni di missili
nucleari sia nei Paesi del Patto atlantico, sia nei Paesi del
Patto di Varsavia. Anche l'Italia ne fu interessata e missili
nucleari americani furono installati a Gravina di Puglia e in
altre zone della Puglia (Spinazzola, Altamura, Gioia del
Colle). A Gravina di Puglia, le popolazioni si opposero con
marce e manifestazioni a cui presero parte sindacati,
organizzazioni democratiche, contadini, operai, giovani e un
nutrito gruppo di intellettuali guidati da Tommaso Fiore.
Nonostante le proteste, l'insediamento ebbe luogo nella zona
del bosco demaniale di Gravina di Puglia, denominato "Difesa
Grande" appena a 5 chilometri dal centro urbano. Gli abitanti
della zona si trovarono improvvisamente a convivere con trenta
missili a fusione da 1,45 megaton, vale a dire una
potenza distruttiva superiore cento volte a quella delle bombe
che rasero al suolo Hiroshima e Nagasaki. Solo nel 1963 i
trenta missili nucleari in Puglia furono smantellati in
seguito alla crisi cubana. Le febbrili trattative tra i
presidenti degli Stati Uniti, Kennedy, e dell'Unione
sovietica, Krusciov, portarono a un accordo secondo il quale
la nave sovietica che trasportava i missili a Cuba tornò
indietro, mentre gli Stati Uniti si impegnavano a ritirare i
trenta missili Jupiter dalla Puglia e altri quindici
dalla Turchia. Nell'area ancora oggi non restano che le
macabre rovine delle installazioni a testimonianza del rischio
di una catastrofe nucleare che la Puglia, l'Italia, l'Europa,
il mondo intero hanno corso in quegli anni.
La storia a distanza di quaranta anni sembra ripetersi
ineluttabile, come ineluttabile è il pericolo che oggi stiamo
correndo a causa della guerra della NATO contro la Jugoslavia.
Oggi noi intendiamo far crescere la cultura della pace così
profondamente offesa dagli ultimi accadimenti, proponendo che
l'area denominata "Statuto del Lepore", attualmente
abbandonata, sia recuperata per diventare il "Parco Nazionale
della Pace", luogo per iniziative culturali nazionali e
internazionali ispirate al mantenimento della pace e alla
collaborazione dei popoli (articolo 1).
La proposta di legge prevede l'allestimento di spazi per
ospitare manifestazioni pacifiste, mostre, proiezioni di film,
incontri nazionali e internazionali, nonché una biblioteca
specializzata sui temi della pace e del disarmo, e sul
movimento pacifista italiano e internazionale. Il Parco
Nazionale della Pace organizza l'assegnazione di premi
nazionali e internazionali per libri e per opere, a persone e
ad enti, che abbiano contribuito a promuovere la pace, il
disarmo, la collaborazione internazionale (articolo 2).
L'organizzazione, la sistemazione della zona e la
costruzione del Parco Nazionale della Pace spettano al comune
di Gravina di Puglia, al cui demanio deve essere restituita
l'area attualmente assegnata al demanio dello Stato (articolo
3).
Le spese per la realizzazione del Parco, per la
manutenzione e per la gestione sono a carico dello Stato. Per
lo svolgimento dei compiti stabiliti dalla legge è istituito
un ente il cui consiglio di amministrazione ha il compito di
approvare il regolamento per il funzionamento del Parco
(articolo 6).
Il consiglio di amministrazione è composto da undici
membri, dei quali otto scelti dagli enti locali e tre
designati dai Ministeri della pubblica istruzione, per le
politiche agricole, degli affari esteri, tra persone di
nazionalità italiana che si sono distinte per la loro attività
nel campo della pace e del disarmo (articoli 4 e 5).
Gli articoli 7, 8 e 9 disciplinano, rispettivamente, la
sistemazione dell'area destinata al Parco Nazionale della
Pace, le modalità di assunzione del personale necessario allo
svolgimento dei suoi compiti istituzionali, nonché la
copertura finanziaria della legge.
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