| Onorevoli Colleghi! - L'uso della cremazione dei
defunti è una pratica in rapida diffusione in Italia perché un
numero sempre crescente di persone manifesta apertamente la
volontà che i propri resti non siano seppelliti, ma siano
invece cremati. Si tratta certamente di una minoranza di
persone, per il momento, ma il rispetto della loro volontà
apre la strada alla presa di coscienza dell'opinione pubblica
che pare finora abbastanza disinteressata all'argomento.
Eppure sono numerose e fondate le ragioni che indurrebbero a
promuovere ed incentivare la pratica della cremazione dei
cadaveri. Non ultima quella di natura igienica. Basta pensare
al fatto che i cimiteri, ormai inglobati nelle città dal
tumultuoso e spesso disordinato sviluppo edilizio degli ultimi
anni, soffrono tutti senza eccezione di problemi di spazio e
che è comune vedere, ad esempio, bare ospitate in tombe altrui
o accumulate in fosse comuni in attesa di dare alla salma una
degna sepoltura. Appare perciò opportuno sgombrare il campo da
resistenze di natura ideologica o religiosa maturando uno
spirito laico che non viola e offende alcuna sensibilità, ma
va anzi nella direzione del massimo rispetto della persona
umana.
Il rito della cremazione risale alla notte dei tempi. Si
trovano tracce concrete della sua diffusione nella civiltà
etrusca, in quella ellenica, in quella romana. Continuò ad
essere largamente praticato in Oriente mentre in Occidente,
con l'avvento del Cristianesimo, scomparve per un lunghissimo
periodo. In Europa, in particolare, la cremazione non era
consuetudinaria, era praticata solamente per necessità, ad
esempio nel caso di guerre o di pestilenze.
Alla fine dell'ottocento la nascita e la rapida
affermazione della civiltà industriale e il sorgere di nuove
teorie filosofiche ad esse legate fecero tornare di attualità
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il problema della cremazione e tanti intellettuali divennero
strenui sostenitori ed attivi propagandisti di questa
pratica.
Sono passati cento anni e l'idea cremazionista ha
continuato a diffondersi in tutti gli strati sociali fra
persone spesso estremamente diverse fra loro non potendosi
perciò ascrivere a nessuna categoria sociale. Impossibile
quindi disegnare l' identikit del cremazionista, ma certo
alla base di questa convinzione vi è un certo numero di
ragioni comuni. La principale è forse quella che sceglie la
cremazione chi non sopporta l'idea che il proprio corpo si
decomporrà orribilmente sotto terra, ma c'è anche chi
preferisce non delegare a nessun altro, neanche ai parenti
stretti, la decisione sulla sorte delle proprie spoglie
mortali o chi più semplicemente pensa che sia la scelta più
razionale. Allo stesso modo lo spirito di conservazione
dell'individuo induce molti a non affrontare l'argomento
nemmeno in via puramente ipotetica. Questo significa
nascondere il problema della propria morte, vivere
nell'illusione che essa sia lontana oppure tanto gentile da
farci avere segni premonitori e quindi da darci il tempo di
sistemare tutte le cose. Tuttavia, la determinazione del
singolo individuo di far cremare il proprio corpo è
strettamente dipendente dal tessuto sociale in cui egli vive.
Per fare un esempio, in un Paese laico, progressista, liberale
le condizioni per una scelta cremazionista sono molto più
favorevoli rispetto alle zone dove la gente vive ancorata alle
vecchie tradizioni ed è fortemente condizionata dall'influsso
della chiesa cattolica, anche se questa sta rivedendo il
proprio pensiero sulla cremazione ed ha affermato che essa non
è contraria alla religione. Infatti, il codice di diritto
canonico del 1983 consente la cremazione dichiarandola non
contraria al dogma della Resurrezione. Questa differenza di
opinioni legata alla situazione sociale è facilmente
riscontrabile nel nostro Paese, dove i cremazionisti sono ben
presenti al nord, mentre nel meridione questa pratica resta
ancora un'eccezione. Tuttavia, nei prossimi anni, con
l'inevitabile progresso dell'integrazione europea, con i
sempre più stretti contatti con nazioni come quelle che
compongono la Scandinavia o la Gran Bretagna, dove la
cremazione è largamente diffusa, determineranno anche qui in
Italia un forte aumento di coloro che sono propensi a
considerare la cremazione non più un'eccezione, ma la
normalità.
La presente proposta di legge ripropone integralmente il
testo elaborato dalla Federazione italiana per la cremazione
ed ha il dono della semplicità e della facile lettura anche da
parte di chi non abbia conoscenze giuridiche. L'aspetto più
importante è quello previsto all'articolo 5, dove si ammette
la possibilità che le ceneri, su richiesta scritta del de
cuius possano essere disperse o nella stessa area
cimiteriale o all'esterno, nella natura, purché al di fuori
dei centri abitati. E' una norma che rappresenta un segno di
grande rispetto per la persona e di grande civiltà.
Si auspica pertanto la rapida approvazione della presente
proposta di legge.
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