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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


70963
DDL6060-0002
Progetto di legge Camera n. 6060 - testo presentato - (DDL13-6060)
(suddiviso in 3 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C6060. TESTIPDL
...C6060.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC6060 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - L'esito del  referendum  del
  18 aprile 1999 ha reso evidente la gravissima distorsione
  della logica democratica che il  quorum  di partecipazione
  alla votazione comporta, soprattutto in relazione alla
  progressiva crescita dell'astensionismo "strutturale" o
  "fisiologico" che si è registrata negli ultimi venti anni.
     Una minoranza, anche modesta, che inviti più o meno
  apertamente ad astenersi è in grado di imporsi
  matematicamente, sol che disponga di un 20 per cento circa di
  consensi, perché può sommarsi, nello stesso tempo che la
  fomenta, alla crescente "disaffezione" di molti cittadini alla
  res pubblica.  Essa può inoltre sommarsi alla quota di
  cittadini residenti all'estero, i quali non sono ancora messi
  in grado di esercitare il loro diritto al voto, per non
  parlare del cattivo mantenimento delle liste di tali elettori,
  fattori che mutano addirittura la base stessa sulla quale si
  computa il  quorum.
     I conti sono presto fatti: gli oltre 21 milioni di sì
  ottenuti dal  referendum  del 18 aprile rappresenterebbero
 
                               Pag. 2
 
  oltre il 70 per cento dei voti validi con un'affluenza alle
  urne del 60 per cento e oltre il 60 per cento dei voti validi
  con una partecipazione al voto del 70 per cento degli aventi
  diritto.  Questo, si noti bene, ammesso (e non concesso) che
  tutti i non votanti avrebbero espresso, una volta alle urne,
  una volontà negativa.  Si tratterebbe comunque di nettissime
  affermazioni dei promotori del  referendum.
     Nelle democrazie liberali i cittadini che non votano pur
  avendone la facoltà e la possibilità, non contano niente.  In
  Italia è vero il contrario: i cittadini che non votano contano
  di più di quelli che votano.  Considerando le percentuali che,
  elezione dopo elezione, non si recano alle urne, è sufficiente
  convincere il 20-25 per cento di elettori per rendere inutile
  la partecipazione del restante 49,9 per cento dell'elettorato!
  Perché mai i sostenitori di una tesi largamente minoritaria
  nel Paese dovrebbero accettare a viso aperto un confronto tra
  il sì e il no quando possono molto più agevolmente invalidare
  il  referendum  convincendo a non votare solo una ridotta
  quota di elettori?
     In nessuna democrazia liberale esiste una norma
  corrispondente al quarto comma dell'articolo 75 della
  Costituzione, che stabilisce che l'esito del  referendum
  è valido solo se partecipa alla votazione almeno il 50 per
  cento più uno degli aventi diritto.  Non si tratta certamente
  di una norma liberale, ma piuttosto giacobina.  Non solo.  E'
  stato rilevato come in determinati contesti di forte controllo
  politico e sociale della comunità da parte di alcune forze
  politiche e sociali, quella clausola costituisce un'oggettiva
  minaccia per la libertà e la segretezza del voto del cittadino
  (chi va a votare viola le consegne di non voto date dal
  partito, dal sindacato, eccetera).  Occorre inoltre ricordare
  che il  quorum  di partecipazione alla votazione non è
  previsto, ovviamente, neppure dal  referendum  in materia
  costituzionale di cui all'articolo 138 della Costituzione.
     In Svizzera e negli Stati Uniti, dove la pratica
  referendaria è molto diffusa, non esiste alcun  quorum  di
  votanti come requisito per la validità del  referendum.
  Così è anche in tutte le altre democrazie liberali, ad
  eccezione della sola Danimarca, dove è previsto un
  quorum  del 40 per cento dei votanti per i
  referendum  obbligatori su emendamenti di revisione della
  Costituzione (articolo 88) e un  quorum  del 30 per cento
  dei votanti per il  referendum  su leggi ordinarie
  richiesto da un terzo dei membri del Parlamento (articolo
  42).
     Alle luce di queste considerazioni appare assolutamente
  necessario e urgente abolire il  quorum  di partecipazione
  al  referendum  previsto dal quarto comma dell'articolo 75
  della Costituzione al fine di impedire la sostanziale
  cancellazione dell'istituto del  referendum  abrogativo
  dall'ordinamento e di far compiere un significativo passo
  avanti al nostro Paese sulla strada della democrazia
  liberale.
 
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