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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


7777
DDL0424-0002
Relazione Camera n. 424-A (DDL13-424-A)
(suddiviso in 27 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.4 dello stampato)
...C424A, C739A, C818A, C976A, C1501A, C1975A, C2225A, C2487A, C2877A. TESTIPDL
...C424A, C739A, C818A, C976A, C1501A, C1975A, C2225A, C2487A, C2877A.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNAVA ZZDDLC424A ZZ13 ZZRL ZZRM
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     Onorevoli Colleghi! - Il testo che le Commissioni
  riunite X (attività produttive) e XII (affari sociali)
  sottopongono all'esame dell'Assemblea reca il riordino del
  settore termale ed affronta, per la prima volta, in modo
  organico il tema dello sviluppo del settore sia sotto il
  profilo della tutela della salute sia sotto il profilo della
  promozione delle attività indotte, turistico ed
  imprenditoriali.
     Ormai da molto tempo il Parlamento sta tentando di
  affrontare in maniera coordinata il tema, consapevole della
  valenza sociale ed economica delle attività termali.  Ci sono
  state anche "emergenze" legislative da affrontare, come quella
  relativa alle terme ex-EAGAT, che forse hanno distratto
  l'attenzione dalle esigenze più profonde del settore.  A questo
  punto sembra comunque che tutte le emergenze siano state
  affrontate e risolte, e che quindi sia giunto il momento,
  anche per questo settore, di ricevere da parte del Parlamento
  un giusto riconoscimento della sua rilevanza e strumenti
  normativi utili ad accompagnarne e promuoverne lo sviluppo.
     Da questo punto di vista, può dirsi che ancora oggi il
  sistema termale italiano rappresenti, per il nostro Paese, una
  grande occasione mancata o, se mancata, poiché negli ultimi
  tre anni si vede una tendenza positiva in atto, comunque non
  ben centrata.  Molte concause possono aver determinato questa
  congiuntura non soddisfacente, ma forse la più rilevante è
  stata quella di voler chiudere il senso della utilità delle
  attività termali nell'angolo della funzione di cura e
  prevenzione di patologie.  Da questo punto di vista, nulla da
  obiettare, ma quello che è stato negativo, è stata la
  sottovalutazione della cultura della salute come generale
  stato di benessere psico-fisico dell'individuo, e non solo
  come limitata condizione di assenza di malattia.  Tale cultura
  si è fatta prepotentemente avanti nel nostro Paese, così come
  in tutta l'Europa ed il mondo occidentale a partire dagli anni
  '70, ma il sistema termale italiano non ne ha in realtà saputo
  cogliere appieno il significato, né valutare opportunamente
  gli effetti socio-economici che si andavano determinando.  In
  questa ottica, appaiono molto più immediati i legami del
  termalismo con il turismo, che è anch'esso attività che si è
  prepotentemente sviluppata nello stesso periodo in quanto
  ritenuta utile al conseguimento di un generale benessere
  psico-fisico degli individui, ed appaiono altresì evidenti le
  possibilità e le occasioni che si aprono per chi sappia bene
  cogliere questi aspetti.
     Del resto, diverse ricerche sociologiche hanno dimostrato
  che la domanda di "turismo della salute" cresce in modo
  esponenziale.  A tale fine è possibile citare alcuni dei dati
  riportati nel 9^ rapporto sul turismo italiano che dimostrano
  il ventaglio esistente tra la reale consistenza delle attività
  termali ed il mercato potenziale della domanda di turismo
  della salute: a fronte di una generica propensione teorica di
  tre quarti della popolazione italiana a destinare un periodo
  dell'anno a "rimettersi in forma" e di una propensione reale
  verso lo specifico settore quantificata in oltre il 17 per
  cento della popolazione, emerge che solo il 2 per cento della
  popolazione, esprime una domanda effettiva verso il
  termalismo.
     Questi dati impongono comunque una riflessione ed è
  possibile aggiungerne altri, che confermano quanto sopra
  accennato, ovvero che solo cogliendo le tendenze evolutive
  della domanda e rapportando la propria offerta a queste
  tendenze si può garantire lo sviluppo di un settore, sia esso
  economico, sia sociale.
     Anche questi dati sono stati rilevati dagli ultimi
  rapporti sul turismo italiano che dedica da tempo particolare
 
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  attenzione al sistema termale italiano.  Emerge da questi dati
  che oltre il 70 per cento di coloro che accedono alle cure
  termali è un soggetto stanziale, ovvero un cliente che
  soggiorna nelle strutture ricettive delle località termali.
  Tra tutti i curandi nelle stazioni termali oltre il 70 per
  cento è convenzionato con un ente assistenziale; tuttavia
  circa il 60 per cento del fatturato termale derivata dalle
  prestazioni private.  Inoltre, a fronte di una sostanziale
  stabilità del mercato termale nel 1998, l'unico dato veramente
  positivo è relativo agli arrivi di coloro che si sono
  avvicinati alle terme per acquisire pacchetti di benessere,
  che presentano un incremento di circa il 20 per cento rispetto
  ai dati del 1997.  E' da notare che circa il 90 per cento di
  questi clienti hanno meno di 60 anni, e di questi circa il 30
  per cento ha meno di 30 anni.
     Emerge anche che il giro d'affari diretto delle attività
  termali si moltiplica circa per 10 se si considerano le
  attività indotte e connesse, ovvero che a fronte di una lira
  spesa dai clienti per le prestazioni termali, ci sono altre
  nove lire che vengono spese dallo stesso cliente nel
  territorio dove usufruisce delle cure.
     In conclusione quello che preme sottolineare è che nel
  nostro Paese esistono più di un milione di cittadini che
  periodicamente utilizzano le prestazioni termali ed oltre 300
  aziende termali dotate di strutture e personale specializzato
  ed inserite in località gradevoli ed interessanti anche sotto
  l'aspetto culturale ed ambientale, le cui economie dipendono
  molto spesso in via quasi esclusiva, ma comunque rilevante,
  dalla presenza di coloro che usufruiscono delle prestazioni
  termali.
     Sta alle imprese del settore adottare opportune strategie
  di riqualificazione della propria offerta in senso innovativo
  all'interno di una grande tradizione e di penetrazione sui
  diversi mercati più sensibili al fine di trasformare il grande
  potenziale di propensione concreta o teorica verso il
  termalismo esistente in una concreta fruizione di servizi
  termali.  Sembra peraltro di poter già vedere che grandi passi
  in tal senso si stanno facendo, anche per il fondamentale
  contributo che danno la Federterme ed i diversi consorzi
  termali.
  Le cure termali: gli effetti sulla salute e le prospettive
  del settore turistico.
     L'utilizzo delle acque termali per idroterapia è stato
  sempre presente in ogni luogo del pianeta e, in particolare,
  trova ampio riscontro nell'antichità classica sia in
  letteratura sia in archeologia.
     In Grecia si praticavano bagni, in acqua naturalmente o
  artificialmente calda, in "balneia" privati e pubblici già dal
  VI secolo a.C..  Tali usanze sono state riprese e perfezionate
  nell'antica Roma dove, a partire dal III sec. a.C., si diffuse
  l'uso del bagno caldo cui fece seguito la costruzione di
  ambienti che, dove costruiti in edifici pubblici, prenderanno
  il nome di "balnea" o "thermae".
     I Romani approfondirono la conoscenza delle acque termali
  e ne migliorarono l'utilizzo sia per l'igiene sia per la
  crenoterapia in quanto erano a conoscenza degli effetti
  positivi delle singole sorgenti termali, anche in relazione
  alle caratteristiche fisico-chimiche.  Le sorgenti termali di
  allora sono ancora oggi quasi tutte attive o chiaramente
  identificabili.
     Anche se, ovviamente, non erano in grado di disporre di
  dati scientifici sulla natura delle acque, i Romani ne
  intuivano e ne utilizzavano in vario modo le diverse proprietà
  terapeutiche, toniche, sedative, depurative, antiflogistiche.
  Grazie all'opera delle più famose figure della medicina
  antica, come Ippocrate, Celso, Galeno, le terme diventarono
  uno strumento sempre più diffuso di mantenimento della salute
  e di ripristino dello stato di benessere psico-fisico.
     All'aspetto più strettamente sanitario si affiancò poi,
  con l'andar del tempo, anche il carattere di un vero e proprio
  fenomeno di costume e il bagno divenne, nella società romana,
  un evento pubblico da praticare quotidianamente: andare alle
  terme nell'antica Roma non era più solo una misura igienica o
  terapeutica, ma anche un momento di socializzazione.  Lo Stato
  partecipava in modo cospicuo alle spese di gestione degli
  stabilimenti termali dei quali, nel frattempo, erano state
 
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  affinate le tecniche di costruzione e funzionamento.  Si
  trattava dunque di un servizio pubblico.
     Il profondo radicamento dell'abitudine alle terme e la
  loro diffusione, come risultato di tutti gli antichi approcci
  dell'uomo alle acque minerali per la tutela della sua salute,
  ha consentito che l'uso e la cultura delle acque si
  mantenessero attuali nella moderna scienza medica e sociale e
  giungessero intatti nella loro essenza fino all'età
  contemporanea.
     Le risorse termali - capillarmente diffuse sul territorio
  del nostro Paese, che può pertanto essere definito "totalmente
  termale" - contribuiscono a formare l'insieme della "ricchezza
  originaria" nazionale, insieme a tutte le altre risorse che si
  collocano nel più vasto ambito del patrimonio naturale
  italiano.  Il termalismo, anzi, si pone in stretta correlazione
  con l'ambiente circostante, ed imprime solitamente una forte
  connotazione all'area geografica nella quale le terme sono
  situate, connotazione che si riflette anche sul piano
  organizzativo ed urbanistico.
     Dal punto di vista economico, come già rilevato, le
  industrie termali costituiscono un'importante componente
  dell'intero sistema produttivo italiano, dal peso determinante
  in alcune specifiche aree territoriali, nelle quali le terme
  giungono a costituire, nella sostanza, l'unica risorsa
  esistente.  Il fatturato complessivo, riferito alle sole
  prestazioni sanitarie per il 1999, è di circa 450 miliardi,
  dei quali circa 180 a carico del Servizio sanitario nazionale,
  a fronte di circa 27 milioni di giornate di presenza.
  L'indotto che ruota intorno al sistema è stimabile in circa
  5mila miliardi, composto principalmente da attività turistiche
  collegate.  Gli occupati del settore termale sono circa 15mila,
  ai quali vanno aggiunte almeno altre 45mila unità lavorative
  impegnate nei servizi.
     Le cure termali sono idonee ad esplicare un'incisiva
  azione per la tutela globale della salute in ciascuna delle
  fasi della prevenzione, della terapia e della riabilitazione.
  Esse costituiscono strumento, ordinario ed indispensabile, a
  disposizione della sanità pubblica per il mantenimento ed il
  ripristino dello stato di benessere psicofisico dei cittadini,
  con una limitata incidenza sulla spesa sanitaria del Paese,
  sono un rimedio per la loro efficacia terapeutica e duttilità
  d'impiego a costi contenuti e ad effetto prolungato.  Sono
  utilizzate per una pluralità di patologie invalidanti ed
  ampiamente diffuse nella popolazione - come le patologie
  artroreumatiche e broncoasmatiche - i cui pesanti riflessi in
  termini di oneri sociali risultano evidenti.
     Le terme, oltre alle azioni di prevenzione - terapia -
  riabilitazione, rappresentano strutture in grado di fare
  educazione sanitaria per la diffusione delle linee guida in
  difesa della salute dei cittadini, condurre progetti di
  ricerca scientifica, collaborare alle rilevazioni statistico -
  epidemiologiche sulla popolazione.  Si tratta, evidentemente,
  di una rilevante attività sociale per la diffusa e sistematica
  azione propedeutica alla prevenzione.
     Nel 1996, sulla base di protocolli indicati dal Ministero
  della sanità, adottati con decreto del Ministro della sanità
  del 15 dicembre 1994, sono stati avviati dagli stabilimenti
  termali studi osservazionali longitudinali di tipo clinico -
  epidemiologico per descrivere il decorso a medio-lungo termine
  dei pazienti sottoposti a terapia termale.  L'indagine, cui è
  stato dato il nome di "Progetto Naiade", si è recentemente
  conclusa ed è stata mirata alla valutazione dell'efficacia
  delle cure termali e del rapporto costi benefici.
     Il "Progetto Naiade", condotto da 291 aziende termali su
  circa 50mila pazienti affetti da varie patologie suscettibili
  di essere trattate con cure termali, è in grado di fornire per
  la prima volta un quadro preciso sull'azione terapeutica
  esplicata dalle cure stesse.  I risultati, già presentati alla
  Commissione ministeriale all'uopo costituita, confermano il
  dato dell'efficacia delle cure testate, con un deciso
  miglioramento delle condizioni dei pazienti sui quali è stato
  condotto lo studio riferito alle patologie indicate ed una
  significativa riduzione dei ricoveri ospedalieri e del ricorso
  ai farmaci alle stesse patologie connessi.
     Il presente progetto di legge si muove, infine, lungo la
  stessa direttrice seguita da altri Paesi europei, tra cui, in
 
                               Pag. 7
 
  particolare è opportuno ricordare la Francia e la Germania
  dove, da tempo, Governo e Parlamento hanno ritenuto di dover
  adeguatamente sostenere il sistema termale, favorendo anche la
  conservazione e lo sviluppo di una "cultura" termale che si è
  profondamente radicata tra gli operatori sanitari e diffusa in
  maniera omogenea in vaste fasce della popolazione.
  Il testo delle Commissioni.
     Il testo predisposto dalle Commissioni che è certamente
  perfettibile nel dibattito in Aula, contiene:
       1. il riconoscimento della rilevanza sociale ed
  economica del patrimonio idrotermale nel nostro Paese e della
  validità terapeutica delle cure termali;
       2. un sistema di definizioni dei diversi elementi del
  sistema termale e di procedure per l'assunzione a carico del
  sistema sanitario nazionale dei cicli di cure termali e per la
  rivalutazione dei rapporti di lavoro del personale medico
  operante presso le aziende termali;
       3. indirizzi, strumenti e procedure perché le autonomie
  regionali provvedano alla qualificazione e salvaguardia dei
  territori termali e alla destinazione ad essi ed alle aziende
  ivi operanti di idonei sostegni finanziari;
       4. l'inserimento del termalismo nazionale nei piani e
  programmi di promozione all'estero della complessiva offerta
  turistica italiana, affidato all'ENIT con il supporto tecnico
  organizzativo dei consorzi termali;
       5. l'introduzione di un marchio di qualità ambientale
  termale, anch'esso promosso dall'ENIT sul mercato turistico
  europeo ed extraeuropeo, per quelle località termali che
  adottino efficaci misure di rispetto e tutela
  dell'ambiente.
     Sotto quest'ultimo aspetto sembra che debba essere anche
  colta una occasione, non ancora del tutto definita dal testo
  delle Commissioni, per ricreare e valorizzare quel legame
  stretto, che, come sopra accennato, sembra essersi allentato
  negli ultimi decenni, tra il territorio e le sue risorse
  termali in una visione integrale e dinamica del rapporto
  fecondo che intercorre tra il territorio e la sua cultura e le
  terme, che determinano e qualificano l'identità del territorio
  stesso nel suo insieme.
     L'articolo 1 individua le questioni citate come finalità
  del provvedimento e prevede una delega al Governo per
  l'adozione di un testo unico delle leggi in materia
  idrotermale.  Dopo che l'articolo 2 ha precisato la definizione
  di cura termale, patologie, stabilimenti termali e aziende
  termali, l'articolo 3 stabilisce i requisiti degli
  stabilimenti termali ai fini della erogazione delle cure
  termali e qualifica il rapporto con il Servizio sanitario
  nazionale per le ipotesi nelle quali le cure sono poste a
  carico di quest'ultimo.  A tal fine il comma 2 dell'articolo 3
  prevede l'applicazione della figura accreditamento - accordi
  contrattuali, di cui agli articoli 8- quater  e
  8- quinquies  del decreto legislativo n. 502 del 1992,
  come modificato dal decreto legislativo n. 229 del 1999.
     L'articolo 4 definisce la tipologia di cure poste a carico
  del Servizio sanitario nazionale, con riferimento specifico
  alle patologie che saranno individuate con successivo decreto
  del Ministro della sanità.  Di tale decreto si anticipano
  parzialmente i contenuti, laddove si stabilisce che sono
  comunque a carico del Servizio sanitario nazionale i cicli per
  la riabilitazione motoria e neuromotoria, per la
  riabilitazione funzionale del motuloleso e per la
  riabilitazione della funzione respiratoria e delle funzioni
  auditive assicurati agli assicurati dell'INAIL.  Individuate le
  patologie, il Ministro della sanità, con ulteriore successivo
  decreto, è chiamato a disciplinare i percorsi diagnostici e
  terapeutici relativi a ciascuna delle patologie individuate.
  L'unitarietà del sistema termale nazionale è comunque
  assicurata dalle intese stipulate in sede di Conferenza per i
 
                               Pag. 8
 
  rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
  Trento e di Bolzano.
     L'articolo 5 disciplina i regimi termali speciali
  garantiti ai soggetti aventi diritto, assicurati INAIL e
  INPS.
     L'articolo 6 istituzionalizza il ruolo delle aziende
  termali nella promozione della ricerca scientifica e nello
  svolgimento dei compiti di rilevazione statistico -
  epidemiologica e di educazione sanitaria: è opportuno
  ricordare che l'articolo 4, al comma 3, connette la revisione
  del decreto che individua le patologie per le quali sono
  ammesse le cure termali all'evoluzione scientifica e ai
  risultati delle ricerche effettuate dai soggetti indicati
  dall'articolo 6.
     L'articolo 7 prevede la istituzione delle scuole di
  specializzazione in medicina termale ed introduce per i medici
  dipendenti dalle aziende termali la possibilità di essere
  ammessi in soprannumero alle scuole di specializzazione in
  medicina e chirurgia che abbiano attinenza con la medicina
  termale.
     L'articolo 8 reca disposizioni in materia di rapporto di
  lavoro dei medici dipendenti dalle aziende termali e del
  Servizio sanitario nazionale ovvero che abbiano con
  quest'ultimo un rapporto di convenzione.
     L'articolo 9 prevede che con decreto del Ministro della
  sanità sia disciplinato il profilo professionale
  dell'operatore termale, al quale spetta esercitare all'interno
  delle aziende termali le funzioni non specificamente riservate
  ad altri profili professionali.
     L'articolo 10, infine, attribuisce alla Commissione per la
  definizione medico - scientifica del ruolo delle cure termali
  nell'ambito delle prestazioni del Servizio sanitario
  nazionale, istituita il 10 febbraio 1995, il compito di
  definire altresì i fondamenti scientifici e gli aspetti
  giuridico economici della talassoterapia e della
  fitobalneoterapia, ai fini della erogazione delle relative
  prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale.
     Gli articoli 11, 12 e 13, in coerenza con quanto stabilito
  dall'articolo 1, prevedono disposizioni volte a promuovere lo
  sviluppo turistico dei territori termali, secondo modalità
  rispettose dell'ambiente.  A tal fine, l'articolo 11 introduce
  una norma di favore nei confronti dei territori termali stessi
  nell'ambito dei progetti promossi dai diversi livelli
  istituzionali e che comportano investimenti straordinari per
  la promozione e lo sviluppo economico e sociale di aree a
  vocazione turistica.  L'articolo 12 impegna l'ENIT,
  nell'esercizio delle proprie attività istituzionali, ad
  inserire nei suoi programmi idonee iniziative per la
  promozione del termalismo nazionale, anche utilizzando
  l'apporto di organismi consortili costituiti con la
  partecipazione delle aziende termali e delle istituzioni e
  degli enti, sia pubblici sia privati, interessati, non solo
  allo sviluppo dell'economia termale , ma anche a quella dallo
  stesso indotta.
     L'articolo 13 istituisce il marchio di qualità ambientale
  termale, che può essere concesso ai titolari delle concessioni
  minerarie termali, ma solo se nel territorio di riferimento
  siano stati adottati gli strumenti di tutela e di salvaguardia
  urbanistico - ambientale indicati dall'articolo 1, comma 4.
  L'assegnazione del marchio è soggetta a revisione biennale da
  parte del Ministero dell'ambiente.
     Infine, l'articolo 14 stabilisce le sanzioni nel caso in
  cui la pubblicità delle aziende termali, delle acque minerali
  curative e dei prodotti derivati sia effettuata in mancanza
  dell'autorizzazione rilasciata dall'autorità sanitaria
  competente.
     Il testo non affronta il tema del destino del patrimonio
  pubblico termale, cosiddette terme "ex EAGAT", disciplinato da
  numerose delle proposte abbinate, alla base del testo
  unificato.  E' opportuno, infatti, ricordare che tale questione
  è stata definitivamente risolta dalla legge 15 marzo 1997, n.
  59, che all'articolo 22 trasferisce alle regioni le funzioni
  amministrative dello Stato in materia di ricerca e di
  utilizzazione delle acque minerali e termali e la vigilanza
  sulle attività relative e, conseguentemente, trasferisce alle
  stesse regioni a titolo gratuito alle regioni e alle province
  autonome nel cui territorio sono ubicati gli stabilimenti
  termali le partecipazioni azionarie, le attività, i beni, il
  personale, i marchi e le pertinenze delle aziende termali già
 
                               Pag. 9
 
  inquadrate nel soppresso ente autonomo gestione aziende
  termali (EAGAT) e nel soppresso centro ittico tarantino -
  campano spa.  Il trasferimento è tuttavia subordinato alla
  presentazione al Ministero del tesoro di un piano di rilancio
  delle terme, in mancanza del quale è il Ministero del tesoro
  stesso che deve determinare i criteri per le cessioni, secondo
  modalità che favoriscano la promozione delle finalità
  istituzionali, terapeutiche e curative delle aziende
  interessate.
  Le attività istruttorie.
     Il Comitato ristretto nominato dalle Commissioni per la
  redazione del testo unificato ha proceduto a numerose
  audizioni informali delle categorie e dei soggetti
  interessati:  Assoterme, Unionterme, Federterme, IRI (in
  ragione delle partecipazioni ex EAGAT), Associazione italiana
  dei comprensori ecologici - termali, organizzazioni sindacali
  (Filcans-CGIL, Uiltucs - UIL, Fisascat-CISL).  I soggetti
  intervenuti hanno sollecitato la rapida approvazione della
  legge, ai fini dello sviluppo e del rilancio del settore.
     Le Commissioni sono state, inoltre, particolarmente
  attente ai pareri espressi dalle Commissioni competenti e dal
  Comitato per la legislazione.  E' stato altresì acquisito il
  parere favorevole della Commissione parlamentare per le
  questioni regionali, attese le competenze regionali in
  materia.
     Premesso l'integrale recepimento delle condizioni poste
  dalle Commissioni giustizia, bilancio, con il conseguente
  "assorbimento" del parere della Commissione finanze, che aveva
  richiesto di specificare le modalità di esercizio delle
  funzioni della Consulta, istituita dall'originario articolo
  15, soppresso, e lavoro, si può in generale rilevare come i
  pareri espressi riguardino, in generale, aspetti di
  coordinamento con la legislazione vigente.
     Sono state, inoltre, recepite le osservazioni della
  Commissione cultura.
     Una prima questione, affrontata sia dal Comitato per la
  legislazione sia dalla Commissione affari costituzionali
  riguarda l'individuazione, all'articolo 4, degli strumenti di
  coordinamento delle attività regionali, al fine di assicurare
  la necessaria unitarietà al sistema termale.  Le Commissioni
  hanno scelto di ricorrere allo strumento dell'intesa, di cui
  al decreto legislativo n. 281 del 1997, accogliendo la
  proposta del Comitato per la legislazione di fare ricorso ad
  una figura già disciplinata dall'ordinamento, diversamente da
  quanto richiesto dal secondo parere della Commissione affari
  costituzionali, che propone intesa da stipulare tra soggetti
  aventi diverso rilievo istituzionale - regioni e sindacati -
  con la partecipazione del Ministero della sanità.
     Una seconda questione riguarda il rapporto con la
  disciplina vigente in materia previdenziale e di lavoro.  A tal
  fine è necessario ricordare che il testo elaborato dalle
  Commissioni, all'articolo 6, prevedeva la possibilità per i
  lavoratori di usufruire dei periodi di cura termale al di
  fuori dei congedi ordinari, in relazione a comprovate esigenze
  di salute.  La Commissione bilancio ha richiesto che tale
  opportunità fosse riservata esclusivamente ai lavoratori del
  settore privato, limitazione che è stata, però, censurata sia
  dalla Commissione lavoro sia dalla Commissione affari
  costituzionali.  Conseguentemente, le Commissioni hanno deciso
  di sopprimere l'articolo 6, fermo restando l'impegno dei
  relatori a ricercare nel corso dell' iter  in Assemblea la
  copertura finanziaria della disposizione, che deve valere nei
  confronti di tutti i lavoratori, in applicazione del principio
  di uguaglianza.
     Infine, un terzo ordine di questioni riguarda il
  coordinamento con la vigente disciplina in materia di Servizio
  sanitario nazionale e delle professioni al suo interno
  operanti.  Le Commissioni hanno soddisfatto le richieste del
  Comitato per la legislazione di inserire anche le aziende
  termali all'interno del regime accreditamento - accordi
  contrattuali, ai fini della erogazione delle cure termali a
  carico del Servizio sanitario nazionale, mentre non hanno
  accolto la proposta dello stesso Comitato di specificare che
  le cure termali sono garantire, ove ricorrano i presupposti, a
 
                              Pag. 10
 
  tutti gli assistiti dal Servizio sanitario nazionale e non
  solo ai cittadini, né quella di evitare di intervenire con
  legge in una materia già delegificata dal decreto legislativo
  n. 502 del 1992, quella cioè della definizione dei profili
  professionali delle professioni sanitarie.  Non è stata,
  infine, condivisa la pronuncia del Comitato per la
  legislazione di rimettere ai livelli essenziali di assistenza,
  stabiliti dal piano sanitario nazionale, i percorsi
  diagnostici e terapeutici delle cure termali, attesa la
  sostanziale diversità dei due strumenti.
  Conclusioni.
     Una legge di indirizzo per il settore consente alle terme
  di poter disporre di un quadro normativo certo, sul quale
  poter fondare organiche iniziative di rilancio e sviluppo.
  Tutto ciò in linea con le nuove prospettive che si offrono al
  termalismo sulla base delle ultime acquisizioni scientifiche
  relative all'efficacia terapeutica , cui si può associare la
  verificata positività del rapporto costi/benefici.  Inoltre
  vengono individuate "nuove frontiere", la più importante delle
  quali è costituita dall'utilizzo del mezzo termale nel settore
  della riabilitazione, come ripetutamente indicato dal
  Consiglio superiore di sanità.
     Una legge di riordino fornisce, inoltre, alle istituzioni
  sociosanitarie del Paese, a tutti i livelli, i criteri base
  per l'attuazione di una politica generale di qualificazione e
  promozione del patrimonio idrotermale.  Ad essa si collegano le
  esigenze di valorizzare il patrimonio delle risorse ambientali
  e di favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione,
  uno sviluppo che ponga l'intero sistema al servizio del
  cittadino, per favorire l'effettiva attuazione del diritto
  alla salute nel pieno esercizio della libertà di scelta nello
  specifico campo di prestazioni sanitarie.
     Per queste motivazioni raccomandiamo all'Assemblea una
  rapida approvazione del provvedimento.
                                          Giuseppina SERVODIO,
                              relatore per la X Commissione;
                                              Rocco CACCAVARI,
                            relatore per la XII Commissione.
 
DATA=000404 FASCID=DDL13-424-A TIPOSTA=DDL LEGISL=13 NCOMM= SEDE=RM NSTA=0424 TOTPAG=0030 TOTDOC=0027 NDOC=0002 TIPDOC=L DOCTIT=0000 COMM= FRL PAGINIZ=0004 RIGINIZ=001 PAGFIN=0010 RIGFIN=039 UPAG=NO PAGEIN=4 PAGEFIN=10 SORTRES= SORTDDL=042400A00 FASCIDC=13DDL0424 A SORTNAV=0042400A000 00000 ZZDDLC424A NDOC0002 TIPDOCL DOCTIT0002 NDOC0002



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