| Onorevoli Deputati! - La misura dei canoni e dei
contributi per l'esercizio di stazioni di radioamatore e di
apparecchi radioelettrici ricetrasmittenti di debole potenza
risulta fissata con provvedimenti di varia natura (legge o
regolamento) che risalgono a molti anni addietro. Il Governo
ha ritenuto, pertanto, improcrastinabile procedere ad una
razionalizzazione del sistema e ad un tempestivo aggiornamento
degli importi dovuti dagli interessati, che non coprono i
costi sopportati dall'Amministrazione per la concessione della
licenza, né gli oneri sostenuti per l'effettuazione dei
controlli sullo svolgimento dell'attività radioamatoriale.
In conformità di quanto già stabilito per altri casi analoghi
(si vedano gli articoli 263 e 323 del codice postale) il
decreto-legge affida la determinazione dei canoni e dei
contributi di cui trattasi ad un decreto interministeriale che
non necessita dell'intervento di organi consultivi esterni e
che consentirà di provvedere in materia con rapidità.
Si potrà così tener conto del criterio fissato dalla legge
n. 537 del 1993, secondo cui i canoni di concessione di beni
pubblici vanno adeguati alla variazione dell'indice dei prezzi
al consumo, nonché ai canoni pagati da altri concessionari.
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